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Chi è Lorenzo Tugnoli, il Premio Pulitzer della fotografia 2019

Lorenzo Tugnoli è il fotografo italiano che si è aggiudicato il Premio Pulitzer 2019 per la Fotografia grazie al servizio sulla carestia nello Yemen

MILANO – Quest’anno il Premio Pulitzer dedicato alla fotografia, in particolare alla categoria Feature Photography, è stato consegnato all’italiano Lorenzo Tugnoli, fotogiornalista impegnato in Medio Oriente. 39 anni, romagnolo di Lugo, è un reporter del The Washington con cui collabora da molto tempo. Ecco la sua storia e cosa lo ha portato ad essere il fotografo di fama mondiale quale è.

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L’amore per la fotografia

Il Premio Pulitzer è il premio degli Stati Uniti più prestigioso per quanto riguarda il giornalismo, i successi letterari e le composizioni musicali: ogni anno viene consegnato il premio a coloro che si sono saputi distinguere nelle varie categorie che spaziano dalla  cronaca, alla fotografia, alla vignetta, alla fiction, alla letteratura, alla musica. Ecco Lorenzo Tugnoli, il fotografo di origini romagnole, quest’anno si è aggiudicato il premio per la fotografia caratteristica (Featured Photography)per il suo servizio sulla crisi e sulla carestia dello Yemen.
Lorenzo Tugnoli ha trentanove anni ed originario di Lugo, in provincia di Ravenna. Dopo il diploma di maturità scientifica, ha frequentato Fisica all’Università di Bologna. Nel 2001, durante il G8 di Genova sviluppa sempre di più la sua passione per la fotografia e così fotografa le varie manifestazioni in giro per Bologna. Nella casa dei suoi genitori si trovavano molti libri di Cartier-Bresson: ne rimaneva affascinato, interrogandosi sul potere della fotografia.
La passione per la fotografia supera quella per l’università e decide quindi di intraprendere una strada non facile, ma che sicuramente l’avrebbe reso felice: inizia a lavorare con fotografi italiani e in seguito parte per gli Stati Uniti per svolgere uno stage presso la Magnum.

 

 
 
 
 
 
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“The House voted Thursday to end U.S. participation in Yemen’s civil war, denouncing a Saudi-led bombing campaign that has been blamed for worsening an already dire humanitarian crisis and sending the measure to President Trump for an expected veto. […] Yemen’s protracted civil war has left an estimated 20 million people at risk of starvation, and hundreds of thousands exposed to a cholera epidemic, as civilian sites — such as ports necessary to import humanitarian aid — have become targets in the conflict. Previous attempts to curtail support for the Saudi-led coalition in Yemen fell short, until Khashoggi’s death inspired a handful of lawmakers on the fence about measures directly challenging U.S.-Saudi relations to back the war powers resolution.” From today’s Washington Post. In the image the site of an airstrike in the city of Hodeida last December. #hodeidah #yemencrisis #blackandwhitephotography #photojounalism #photojournalist #photographer #documentaryphotography #documentary #reportage #photostory #onassignement @contrasto_photographers @washpostphoto #bnw_captures #bnw_universe #insta_bw #bwmasters #igfotogram_bw #excellent_bnw #igblacknwhite #blackandwhite_perfection #bnw_demand #bnwmood #bnw_planet #bnw_society #bnw_magazine #bnw_globe #bnw_of_our_world #top_bnw #bw_lovers #bw_photooftheday #bw_crew

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Il Medio Oriente

Nel 2010 parte per Kabul, in Afghanistan: è un momento molto caldo per la guerra in atto e trasferirsi lì è un’ottima occasione per crearsi contatti e crescere professionalmente. Comincia a collaborare come reporter al The Washington Post per il quale realizza servizi di impatto sulle condizioni della popolazione e sulla brutalità della guerra, senza però farlo in maniera sfacciata, ma sempre con quella poesia che caratterizzano i suoi reportage, come afferma in un’intervista a Repubblica:

Quando attraverso un confine, quando mi muovo nelle strade di una città sotto assedio, quando visito un campo profughi, quando racconto una storia in territori devastati dalla violenza cerco sempre immagini che riescano a comunicare la tragedia senza fare scandalo. Cerco la poesia, un elemento di mistero, un dettaglio che rimandi ad altro, alla vita prima della guerra.

Nel 2017 viaggia anche in Siria, ad Aleppo, nell’Homs, a Damasco, rischiando la propria vita, venendo minacciato con fucili ed andando molto vicino all’Isis. Ora vive a Beirut, in Libano.

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