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No Tav, Erri De Luca condannato ad otto mesi per “istigazione a delinquere”

Il processo allo scrittore napoletano per aver incitato a sabotare il cantiere e tagliare le reti.

MILANO – “Responsabile del reato contestato, quindi va condannato a una pena di otto mesi di reclusione”. Questa la richiesta inoltrata alla Corte del tribunale di Torino dal pm Antonio Rinaudo, che, insieme al collega Andrea Padalino, sostiene l’accusa al processo che vede alla sbarra Erri De Luca per “istigazione alla violenza” per alcune dichiarazioni sui sabotaggi della Tav.

LA REAZIONE – Secondo quanto riportato dal Corriere.it, ecco le dichiarazioni a caldo da parte dello scrittore napoletano, il quale aveva già confessato la sua amarezza per tutta questa vicenda in questa intervista: “Non sono un martire, non sono una vittima, sono un testimone della volontà di censura della parola. Sono stupito della differenza tra gli argomenti prodotti e l’entità della pena richiesta. Mi sarei aspettato il massimo. Questa sentenza sarà un messaggio sulla libertà di espressione”.

L’ACCUSA – De Luca, sostenitore del movimento No Tav, è stato rinviato a giudizio per avere dichiarato nel settembre 2013 a due testate giornalistiche che la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione “va sabotata”. Secondo il pm Rinaudo, occorre tenere conto di due elementi fondamentali relativi alla pronuncia di queste parole: il contesto in cui sono state dette e la qualità dell’agente, ovvero la personalità e il ruolo di chi le ha proferite. Il contesto, ha ribadito il pm, “era di violenza”. In particolare, nell’anno 2013, ci fu “un cambio di passo che portò gli estremisti No Tav a compiere non solo assalti al cantiere ma anche attacchi notturni esterni, alle ditte, a cose o persone, anche contro poveri operai, che avevano a che fare con la Tav”. Di conseguenza, secondo l’accusa le frasi dello scrittore De Luca agli organi di stampa avrebbero contribuito a fomentare un clima di violenza e tensione.

 

21 settembre 2015

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