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“Una lettera mai scritta” di Davide Alini

Qui, Ora

Amore mio,
E’ passato così tanto tempo dall’ultima volta che i nostri sguardi si sono incrociati che quasi, in alcune giornate particolarmente buie, dubito che ciò sia mai accaduto realmente.

In questi penosi momenti non faccio che centellinare i ricordi del nostro ultimo incontro, quasi temessi di potere tornare a quelle memorie una volta soltanto, o non riuscissi a sostenerle tutte in una volta.

Non so che avrei dato, un tempo, per sapere che anche Tu avresti avuto gli stessi miei pensieri.
Eppure è incredibile come le distanze possano diventare abissi, i sentimenti più alti pesi insostenibili ma, ahimé, impossibili da abbandonare, e le persone… Isole. Deserte.

So bene in cuor mio che Tu, Tu soltanto puoi capire il significato delle mie parole, poiché hai contribuito più di chiunque altro alla costruzione di questa utopia nella quale sono rimasto ormai troppo a lungo per potere desiderare di uscire.
Da unico, inconsapevole abitante del più splendido dei regni ora ne sono il superstite, il testimone riottoso della sua caduta, e senza nemmeno il conforto di finire tra le macerie.
Condannato a sopravvivergli.

Il tempo almeno raccoglie pietosamente gli anni che mi lascio dietro, anche se ho l’assurda sensazione che lo faccia come se avesse l’intento di restituirmeli in qualche spiacevole modo, più avanti, oltre.

Ho desiderato del resto qualcosa che non avrei mai saputo affrontare, e la vita, come a volere tacere un bimbo capriccioso, me l’ha concessa.
Mi ha fatto incrociare il tuo cammino.
Sia benedetta e dannata per questo.

A Te invece, fulcro d’ogni mio pensiero e gesto, possa non mancare mai il sorriso, senza il quale il mondo sarebbe certo un luogo peggiore in cui vivere.

Possa questa mia raggiungerti, in qualunque modo e tempo, giacché a me non sarà concesso.

Addio, Amore mio.

D.

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