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Lettera di Marianna D.F. al padre

Caro Papà,
Nella mia ultima lettera te lo avevo promesso e ci ho provato, ci provo tuttora.

Come sai sono brava a tenere su l’umore di tutti, mascherando il vuoto che mi porto dentro.
Mi conosci: Rido, scherzo e nei momenti più tragici tiro fuori qualche battuta per strappare un sorriso agli altri.

Ho saputo che ti sei sentito un “fallito” perché, quando eri senza lavoro, ti dispiaceva che fossi io a provvedere per la famiglia e non tu. Dicevi che era tuo dovere badare a noi e non viceversa.
Prevedendo i pensieri tuoi e di mamma, vi ho sempre detto che da bambina mi avete sempre dato tutto quello che era in vostro potere, adesso ero io a dover aiutare voi.

C’è una novità: Lui parla di matrimonio, forse fra 2 o 3 anni, ne parla seriamente ma non sono più contenta.
Lui è simile a te: Parla poco, ha la testa dura, è un gran lavoratore e… Ha un cuore d’oro.

Fino a qualche anno fa, quando il matrimonio era solo “un argomento” ho sempre immaginato la scelta del mio vestito con la mia migliore amica e con te.

Ricordi? Quando dovevo uscire volevo sempre un tuo parere su quello che avrei voluto indossare.

Il mio vestito…
Di pizzo, con lo scollo a cuore, un po’ ampio, con lo strascico non troppo lungo e “bianco nuvola”
(come quelle che ci sono quando è una bella giornata di sole).
Ero felicissima pensando al mio matrimonio, Immaginavo TUTTO nei minimi particolari.

Immaginavo TUTTO e, adesso, quel TUTTO mi è stato tolto.

Una vita intera con te eppure nella mia mente sono impressi solo i giorni in cui ti ho visto scomparire, lentamente.
Chiudo gli occhi e rivivo il giorno di Natale, in auto con mamma; sapevo che c’era qualcosa che non mi diceva e poi… ha sganciato la bomba: METASTASI e per te solo una cura per il dolore.

“Buon Natale” mi sono detta e, questa volta, non potevamo combattere.
Avrei voluto dirtelo, mille volte le ho chiesto di dirti che ti rimaneva poco da vivere (avresti potuto dire o fare cose per le quali non avresti avuto più tempo) ma lei non ha mai voluto.
Ognuno di noi si è chiuso nel proprio dolore, aspettando che il brutto sogno passasse… Ma non è passato.

Ti ho visto, ogni giorno, spegnerti sempre di più, annebbiato dalla morfina.
Non ti sei mai lamentato, anche il dolore l’hai sopportato dignitosamente.

Ricordo il giorno in cui ti ho accompagnato in ospedale, attendevi con ansia i risultati delle ultime analisi (speravi che il tumore fosse retrocesso) non dimenticherò mai il tuo sguardo di sconfitta…
Mi è sembrato come se vedessi un condannato a morte.
Ogni giorno ti vedevo come un condannato a morte, provavo tanta rabbia perché non potevo aiutarti.

Continuo a chiedermi: Cosa mi avresti detto se avessi saputo che eri costretto a lasciare questo mondo?

Il 28 Giugno 2014 alle ore 01:30 ero accanto a te, ti stringevo la mano aspettando l’ambulanza…
Non volevi morire, ti chiedevo se volevi andare in ospedale e mi dicevi di si ma poi…
mi hai guardata, hai spalancato i tuoi occhi azzurri e il tuo ultimo respiro è volato via.

Sai Papà, una parte di me è morta con me quel giorno e un pezzo del mio Cuore è stato chiuso in te in quella bara e sepolto. E’ un dolore così forte.

Sono passati 485 giorni e, a volte, vivo le giornate come se tu fossi fuori per lavoro ma quando penso che non ti rivedrò mai più (almeno in questa vita) sento un grande vuoto lacerarmi l’anima.

Talvolta sembro una bambina di 5 anni:
Torno da lavoro e mi affaccio lentamente nella tua camera da letto. Cosa mi aspetto?
Mi aspetto di trovarti lì ma tu non ci sei.

Ho dovuto sopportare le classiche frasi “pensa che ha smesso di soffrire” oppure “ora è in un posto migliore”. Lo so che la tua sofferenza è finita, quello che non è giusto è che tu abbia sofferto.

Sono sempre stata abbastanza realista: E’ “normale” che un genitore abbandoni questo mondo prima dei figli e (in un certo qual modo) l’avrei accettato se tu avessi avuto 100 anni, quello che è difficile è accettarlo quando un genitore muore a 52 anni.

Nel giorno del mio matrimonio avresti dovuto percorrere con me la navata della chiesa ma, sono stata io ad accompagnare te in chiesa… Nel giorno del tuo funerale.
Quando arriverà il giorno del mio matrimonio, mamma vorrebbe che fosse mio fratello ad accompagnarmi all’altare, non voglio, queste cose le devono fare i papà e se tu non ci sei io non voglio nessun altro.

Una volta, al cimitero, ho incontrato una ragazza…
Mi ha detto che il dolore non finisce mai ed ogni giorno la mancanza ti distrugge.
Sai papà, è proprio vero e quella ragazza è stata l’unica persona sincera.

Ti voglio bene, mi manchi.

Un bacio (ovunque tu sia).

Marianna

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