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Lettera di Barbara Zani

Mia dolcissima Roberta,

quando ci siamo scritte l’ultima volta? In quale anno finì la nostra corrispondenza? Si, non fu per nostra scelta, nessuno ci avvisò… Certo, questo lo ricordo bene e ricordo che era Aprile, alcuni giorni prima del 9, data importante per noi due, tanto che mi ero affrettata a scriverti la mia lunga lettera dove includere gli auguri per il tuo anniversario di matrimonio…Pioveva, avevo appena terminato di lavorare e con non pochi sensi di colpa mi fermai a scriverti su un tavolino di un bar, perché a casa mi aspettava il compito di mamma, avevo due piccolini bisognosi di attenzioni. Alcune settimane dopo, il 28 aprile, ti affrettavi a spedirmi la tua (l’ultima…), lettera d’ auguri, per i miei 33 anni. Eravamo nel 1996 e quella tua ultima, la ricevetti il giorno della tua cremazione.

Ora penso…Penso a tutte le lettere che ci siamo scritte fin da bambine, lettere che mettevano a nudo le nostre insicurezze, i nostri sogni, e ancora, i nostri ragionamenti per risolvere problemi sempre condivisi, l’ infondere coraggio…Per andare avanti. Conservo lettere dove ci immedesimavamo nei personaggi dei cartoni animati e quelle dei nostri primi amori…Le delusioni…Il tuo matrimonio…Il mio…E i figli! Tutti quei pensieri, quelle notti in bianco, quelle lettere macchiate di pappe! Sognavamo di invecchiare insieme e così…Ora mi scorre davanti ogni nostra epoca epistolare…Non lo sapevamo, il destino ci é stato avverso. Mi consolo con le tue vecchie lettere, ma non trovo ragione quando in nessuna di loro ci trovo nascosto qualche silenzioso tuo addio…Nemmeno nell’ultima…lì ci sta un lungo augurio…Lì ci sta VITA.

Ma nessun congedo, nessun saluto sottinteso per sempre…Ciò non mi da pace. Da quel giorno, non so più chi sono, ricordo quello che ero, attraverso le tue lettere…E mi sento cieca e sorda per non aver saputo cogliere nessuna avvisaglia sul tuo tempo che volgeva alla fine. Ora, i tuoi figli sono cresciuti…Perdendo te, ho perso anche loro…Sono rimasta alle loro prime esplorazioni, alle loro prime pappe e sillabe…Rivederli davanti a me in un giorno d’ estate, così grandi e quasi uomini, mi si è stretto il cuore…Quante cose ci siamo perse? In che mondo sei ora? Sembri intrapolata lì, tutta nelle tue lettere: i Natali, le feste, gli amori…Quante volte avrò riletto quei fatti quotidiani che mi riportavi con il tuo umorismo contaggioso? Lì, su quei fogli sempre più sbiaditi, la tua vita riverbera, luce riflessa sul mare del tempo, mi sembra tutto così vivido..Reale, come lo è stato, ma…Passato.

Eppure, quando leggo, mi assale la stessa euforia che mi investiva quando aprivo una busta appena consegnata dalle mani del postino. Dolcissima, a quale indirizzo invio questa lettera? Ci sarà un mondo parallelo, dove noi due continuiamo a scriverci, dove i tuoi figli hanno una madre intenta a scrivere e un marito che guarda e magari brontola? Un mondo dove ci si sorprende in tarda età e magari stiamo dettando le lettere ai nostri nipotini perché le mani ci tremano…Oh, si…lo voglio proprio credere. In qualche luogo, siamo intente a scriverci. Questo invece, è un limbo sperduto, qui sono io sola, in una sala d’attesa…

A volte, ho la sensazione di muovermi per inerzia, anche se la vita mi scuote…E lotto…Ma lo so…So che molto è mancato e che nulla è stato più uguale, perché la mia vita era stata forgiata assieme alla tua…E spezzato un pezzo di quella forgiatura ne é uscito un essere strano. È terribile quel desiderio di calare un velo su questo vissuto spezzato e che tutta quella carta con la quale ci siamo scritte torni a noi, assieme alle nostre ceneri corporee e poi, catturate dal vento, portate al di là del tempo, oltre le sofferenze, oltre la morte, raggiungano la luce.
Tutto questo, per dirti quanto mi manchi, mia dolcissima…E quanto sei viva, dentro di me.

Tua Laura

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