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Lettera di Antonella Piscopo al padre

Caro papà,

e’ per te questa lettera. E’ un anno che mi hai lasciata ed io ancora non riesco a realizzare a metabolizzare la tua non presenza.
Porto con fatica avanti i compitini per il dopo, che mi hai assegnato. Nella nostra casa tutto parla di te, ed io metto la stessa attenzione che ci mettevi tu nel curare ogni cosa.

Papà, tanti sono stati i litigi, perchè volevo a tutti i costi farti ragionare su cosa era giusto e non, ma niente da fare eri fermo nelle tue convinzioni.
Convinzioni che oggi sono anche mie, perchè ero io ad avere torto su tutto e tutti.
Hai scelto me per accompagnarti nella malattia, hai scelto me come tua ancora di salvezza, forse io con il mio sorriso, il mio ottimismo , riuscivo a darti quella marcia in piu’ di cui avevi bisogno.

I ricordi sono impressi nella mia mente, ricordi che mi fanno sorridere pensando a noi due in auto con te che mi raccontavi le “tue memorie”, e ricordi di un padre, di un uomo diventato all’improvviso fragile davanti all’epilogo della sua vita.

Papa’ penso di esserti stata vicino in maniera amorevole e mai ti ho fatto mancare un’attenzione, un pensiero carino, ma avrei tanta voglia di gridarti che avevi ragione tu su ogni cosa…

Te lo dico, sussurando, ogni volta che vengo a trovarti in cimitero e spero e prego che tu possa ascoltarlo e possa perdonare questa tua figlia testarda, che nonostante sia ormai una donna, moglie e madre non smette di guardare il mondo con gli occhi ingenui di una bambina.

Papà mi manchi, avro’ cura di te anche adesso che non ci sei piu’ accanto a me. Ti voglio bene

la tua figliola Antonella

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