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Lettera di Annalisa Amato

Cara amica mia,
quante volte ho scritto questa frase negli ultimi quindici anni? Centinaia? Non saprei, ma certamente cosi tante da averne perso il conto ormai.
Ed ora che non ci sono più lettere a viaggiare tra le nostre due lontane città, ora che non ci sono parole da regalarci l’un l’altra come conforto o semplice presenza, ora che non ci sono più sguardi silenziosi né sigarette divise sui gradini di casa né abbracci pieni di lacrime ad ogni tua partenza, ora mi manchi.

Mi manchi ma non posso dirtelo.
Perché la ferita che mi hai procurato è infetta di rabbia e brucia, se solo sapessi quanto brucia… Brucia un po’ di più ogni volta che vedo le foto di te fra le sue braccia o ripenso alle sue parole appassionate mentre mi diceva di voi. E se anche smettesse di bruciare, niente potrebbe risanarla. Avrò sempre addosso i segni di questi ultimi tre mesi, i segni della tua scelta compiuta senza esitazione e mai seguita da una briciola di rimorso. Non sarò mai più la stessa ragazza ingenua e spensierata che hai conosciuto, che nelle persone vede il buono nonostante tutto. La tua scelta mi ha cambiata.

Potremmo parlarne da qui all’eternità, la tua risposta ad ogni mia accusa sarà sempre la giustificazione con cui mi hai voltato le spalle uscendo da casa mia. Non hai deciso tu di provare quei sentimenti. Anzi, sei stata corretta a parlarmene prima che succedesse qualcosa. Certo. Solo che per me resterà sempre, appunto, una giustificazione. Inutile, squallida. Non si sceglie di provare certe sensazioni, lo so, ma so anche che si può scegliere se assecondarle e viverle, pugnalando cosi la propria migliore amica oppure chiudere occhi e cuore in nome di ciò che provi per colei che chiami ‘sorellina’ e che hai persino tatuato sulla pelle.
Tu hai scelto. E la tua scelta non è stato il mio cuore. E’ stato il tuo. Solo il tuo.

Mi manchi amica mia, ma non te lo dirò.
Continuerai a mancarmi in silenzio, in ogni luogo che ci ha viste insieme, ogni volta che prenderò carta e penna per scrivere a qualcuno, ogni volta che alla radio passerà la nostra canzone, quella con cui chiudevamo puntualmente ogni nostra lettera e che tu hai scelto di scrivere sul braccio pensando a me.
Non farai che mancarmi sempre, ovunque, comunque.
O forse mi mancherà solo l’amica che pensavo tu fossi… un’idea di cristallo andata in mille pezzi e che in nessun modo potrebbe mai tornare a ricomporsi. Sarebbero troppe le crepe, troppi i vuoti da colmare.
Per questo scelgo di andar via.
Per questo scelgo di chiudere a doppia mandata questa porta che tu avevi lasciato socchiusa sperando di sentirmi di nuovo bussare, prima o poi.
Non lo farò, non posso.

Ogni scelta ha il suo prezzo, piccolo o grande che sia.
Il prezzo della tua scelta eravamo noi.
Spero per te che ne sia valsa davvero la pena.

A.

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