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Lettera di Alessandro Reale

L’unica volta che ho perso il senso del tempo, che ho dimenticato chi fossi perso in un abbraccio senza identità, svegliandomi e riconoscendo solo te, prima del mio cuore, sentendomi una sola cosa in te, lontano dal senso dell’io.

Solo il tuo sorriso e una domanda ‘come ha fatto a passare un giorno intero nel tempo di un bacio?’ e il corpo leggero senza gambe in una felicita calda che m’accompagnava ad un sonno felice e il calore del sole anche se pioveva, perché il sole eri tu, e i silenzi mai provati fatti di gioia e conforto, e quella sensazione che tutto finalmente avesse un senso, di felicita e gioia, che nessuno ce l’avrebbe portato via perché eravamo una cosa sola.

Che stupidi che eravamo, che bambini… Ho sempre cercato di starti vicino, di capirti, forse ho sbagliato questo: non dovevo capire, come non capisco adesso com’é possibile che tu non ci sei ma io ti sento dentro di me.

Non ci vedremo mai più ma resterai sempre dentro di me. Grazie di avermi amato, porterò sempre il tuo ricordo nel cuore come un bene prezioso che m’hai donato.

Grazie Tesoro.

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