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Lettera d’amore di Martina Simeoli

Caro amore mio,

non ho mai potuto chiamarti così di persona, cercherò di farmi passare questo prurito almeno per lettera.
Dal momento esatto in cui sei entrato in scena sul palcoscenico della mia vita ho capito che lo saresti stato.

Ricordo tutto di quell’attimo: è stato come una goccia, più forte delle altre che avevano fino ad allora riempito il vaso, ed in un secondo la mia vita è cambiata. La misura era colma, non c’era più bisogno di aggiungere altro. Non ero più solo io il centro del mio mondo, c’era un’altra forza d’attrazione che mi teneva incatenata.

Eri tu, amore mio.
Amore. Puro, disinteressato, totale, un sentimento che mi spinge sempre a migliorarmi, ad essere sempre la versione migliore di me stessa, per poterti stupire, ancora una volta. Per te ho preso la patente, per te ho cominciato a prendermi delle libertà che mi obbligavano a litigare (odio doverlo fare!), per te ho studiato, corso, organizzato, chiamato, lavorato, non mi sono lamentata. Per te che sei la motivazione tanto forte che mi spinge a farlo ancora e sempre, quella che mi fa ritrovare la voglia dopo ogni delusione.

Per te, amore mio.
A te però tutto questo non è mai bastato per convincerti fino in fondo, né riesci ad ignorarlo e puoi sparire per diventare il mio Grande Rimpianto. Siamo sempre lì, io e te, a guardarci negli occhi, a leggerci nel pensiero completandoci le frasi, a comprenderci perfettamente l’un l’altra, a sfiorarci le mani piano, per paura che un gesto forte possa far esplodere qualcuna delle mine antiuomo che abbiamo piazzato nel nostro territorio comune.
Non so se ci sia mai stato un qualsiasi tipo di ‘noi’. Ci sono stati giorni, molto felici, durante i quali mi è sembrato che si, lo eravamo. Ci sono stati mesi, molto lunghi e bui, durante i quali eri così lontano da sentirmi sola su questa terra.

E poi il ritorno. Arrivi, mi guardi, è ancora come quel primo incontro. Elettricità, appartenenza, riconoscimento, siamo a casa.
So perfettamente che quando inali il mio profumo che adori, ti senti al sicuro dai mali del mondo, un mondo che dopotutto può essere ancora morbido e caldo, tutto contenuto nelle mie manine piccole che ti diverti sempre a guardare.

Poi l’incantesimo si spezza, tu torni ad essere irrequieto e nulla più ti basta. Hai bisogno di fare, di sfuggire ad una realtà che non senti tua, di trovare la tua dimensione perfetta ed io non sono inclusa. Non sai cosa vuoi per te, figurarsi volerlo in due. Il mio sogno costante è tutto rivolto a quel giorno in cui sarai finalmente in pace con te stesso, sarai sicuro della tua vita e potrai pensare che il domani, dopotutto, si può cominciare a guardarlo insieme. Ti prego, non leggere un’accusa in queste parole: la grande stima che ho di te nasce da questo tuo desiderio, è il tuo marchio di fabbrica, la particolarità che ti distingue da una massa informe e che dice al mio infinito egocentrismo che tu, solo tu, puoi camminarmi al fianco.
Si, solo tu, amore mio.

Da poco hai cambiato città, hai un buon lavoro, nonostante non sia quello che desideravi e stai provando a far quadrare le cose. Io sono rimasta lontana e ti guardo da dietro, pregando tutti i giorni un dio, in qualsiasi modo tu preferisca chiamarlo, che posi sempre lo sguardo su di te e ti tenga al sicuro. Ti immagino in giro per il centro, in quella grande piazza, in metro, a casa o mentre lavori e mi torna in mente quell’ultimo abbraccio sull’uscio di casa tua. M’avevi chiesto di restare quando gli altri hanno cominciato ad andare. Ultimi preziosi minuti solo io e te, che ancora una volta ricordo con precisione fotografica.

Mi manchi. Come mancano l’aria e l’acqua ad un avventuriero che attraversa una tempesta di sabbia. Sei bisogno vitale.
Mi manchi, amore mio.
Sono arrivata ad un punto di questa lettera in cui il mio cuore si è talmente ingrossato che tra poco, sono certa, esploderà. E’ troppo gonfio di dolore e lacrime versate. Le lacrime stanno svuotando a poco a poco il vaso che tu, ultima goccia, hai riempito. Chissà cosa troverò sul fondo quando saranno finite.

Magari te, finalmente, amore mio?

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