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La lettera del caporale Henry Floch alla moglie

MILANO – La Grande Guerra continua a occupare un posto di primissimo piano sia dal punto di vista della storiografia, sia da quello della memoria collettiva. I soldati diventano testimoni e protagonisti del loro tempo, restituendoci con i loro racconti di vita vissuta un drammatico e vivido spaccato degli anni bui della prima guerra mondiale. Vediamo ora la toccante lettera del caporale francese Floch alla moglie prima di essere fucilato.

“Mia cara Lucia,

Quando questa lettera ti sarà pervenuta, io sarò morto fucilato. Ecco perché: Il 27 novembre, verso le 5 di sera, dopo due ore di violento bombardamento, in una trincea della prima linea, mentre stavamo finendo la nostra zuppa, dei tedeschi sono penetrati nella trincea e mi hanno fatto prigioniero con due miei compagni. Io sono riuscito ad approfittare di un momento di rissa e di disordine per scappare dalle mani dei tedeschi. Ho poi seguito i miei compagni e ho raggiunto le nostre linee. A causa di ciò, sono stato accusato di abbandono del posto in presenza di nemici. Siamo passati in ventiquattro davanti al Consiglio di Guerra. Sei sono stati condannati a morte, tra questi sei ci sono io. Non sono più colpevole degli altri, ma c’è bisogno di un esempio. Il mio portafogli ti arriverà con quello che c’è dentro. Ti devo fare i miei ultimi saluti in fretta, con le lacrime agli occhi, l’anima in pena. Io ti domando umilmente in ginocchio perdono per tutta la tristezza che ti causerò e per l’imbarazzo nel quale ti metterò….Mia piccola Lucia, ancora una volta, scusa. Mi confesserò all’istante e spero di rivederti in un mondo migliore. Muoio innocente del crimine di abbandono del posto che mi è imputato. Se invece di scappare fossi rimasto prigioniero dei tedeschi, avrei avuto la vita salva. E’ il destino.

Il mio ultimo pensiero è a te, fino alla fine.”

Henry Floch

 

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