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Tiziano Vecellio, l’artista innovatore maestro del colore tonale

Il 27 agosto del 1576 scompariva Tiziano, uno fra i più grandi artisti della storia italiana. Legato alla Scuola Veneziana, il pittore è anche conosciuto come maestro del tonalismo.

Tiziano Vecellio, meglio conosciuto solo come Tiziano, è stato uno dei più importanti artisti della storia italiana, ammirato e studiato in tutto il mondo. Nato a Pieve di Cadore nel 1480, morì a Venezia il 27 agosto 1576.

Il primato del colore

Artista innovatore e poliedrico, maestro con Giorgione del colore tonale, Tiziano Vecellio fu uno dei pochi pittori italiani titolari di una vera e propria azienda, accorto imprenditore della bottega oltre che della sua personale produzione, direttamente a contatto con i potenti dell’epoca, suoi maggiori committenti. Il rinnovamento della pittura di cui fu autore, si basò, in alternativa al michelangiolesco «primato del disegno», sull’uso personalissimo del colore.

Tiziano usò la forza espressiva del colore materico e poi, entrando nella piena maturità, abbandonò la spazialità bilanciata, il carattere solare e fastoso del colore del Rinascimento, assumendo il dinamismo proprio del manierismo e giocando con libertà nelle variazioni cromatiche in cui il colore era reso ‘più duttile, più sensibile agli effetti della luce’.

La prima opera di Tiziano

La prima opera ufficiale che Tiziano esegue per la Repubblica è costituita dagli affreschi sulla facciata di terra del Fondaco dei Tedeschi. Il pittore esegue il lavoro tra il 1507 e il 1508. Due anni dopo, nel 1510, si fa portavoce dell’autocelebrazione della città di Venezia, eseguendo la ‘Pala di San Marco’ per la chiesa di Santo Spirito in Isola e nella quale San Marco, incarnazione della Serenissima, svetta su un trono al centro dell’opera, più alto di tutti.

L’Assunta

Per celebrare la vittoria militare di Venezia, a Tiziano viene commissionata una grandiosa pala per l’altare maggiore della basilica francescana di Santa Maria Gloriosa dei Frari. È la notissima ‘Assunta’, che l’artista consegna il 18 maggio del 1518. Questo lavoro, collocato entro una monumentale edicola marmorea e caratterizzato da un uso inedito del colore, segna l’inizio del trionfo tizianesco per quanto riguarda le commissioni religiose. Le pale d’altare, pertanto, diventano un suo marchio distintivo.

Il rapporto con Filippo II

Dal 1548 al 1550 e oltre, a fasi alterne, l’artista comincia a seguire Filippo II nelle varie località imperiali, soprattutto Augusta, eseguendo per lui una serie sconfinata di ritratti e dipinti di vario titolo, spesso di soggetto religioso e mitologico. Egli stesso, forse per la prima volta, viene ritratto dal pittore Lucas Cranach. Nel 1559, viene collocato sull’altare dei Crociferi della Chiesa dei Gesuiti, il magnifico ‘Martirio di San Lorenzo’, commissionato a Tiziano nel 1548.

Nel 1564 il pittore invia a Filippo II il dipinto ‘L’ultima cena’, mentre due anni dopo, con il Tintoretto e Andrea Palladio, viene eletto membro dell’Accademia del disegno di Firenze. Sono questi gli anni in cui la fama dell’artista comincia ad essere oscurata da quella di Jacopo Tintoretto, più giovane di lui e meno assetato di committenze, tanto da offrire molti dei suoi lavori alla corte veneziana, spesso senza pretendere alcuna parcella. Tiziano Vecellio muore il giorno 27 agosto del 1576 nella sua casa di Biri Grande, a Venezia.

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