Sei qui: Home » Arte » 5 mostre d’arte da non perdere in Italia ad Aprile 2024

5 mostre d’arte da non perdere in Italia ad Aprile 2024

Vi proponiamo un interessante itinerario artistico, in Italia, con 5 proposte di mostre d’arte assolutamente da non perdere.

Il mese di Aprile è iniziato: le temperature si fanno sempre più miti, le giornate si allungano e una buona idea per trascorrere il tempo libero è sicuramente quella di visitare le diverse mostre ed eventi culturali interessanti in programma da nord a sud lungo lo Stivale.

5 mostre d’arte in Italia da visitare ad aprile

Vi proponiamo un interessante itinerario artistico, in Italia, con 5 proposte di mostre d’arte assolutamente da non perdere.

Giacomo Matteotti (1885 –1924) Una Storia di tutti – Rovigo, Palazzo Roncale

È un Matteotti a tutto tondo quello che emergerà, dal 5 aprile al 7 luglio, nella mostra per il Centenario di Matteotti, mostra che sarà uno dei momenti più alti delle Celebrazioni nazionali nei 100 anni dalla morte dello statista rodigino.

Il percorso espositivo propone un confronto tra il contesto sociale e culturale dell’epoca e le idee, e gli episodi, della vita di Matteotti, così da evidenziare le influenze e le peculiarità delle sue scelte, dando la possibilità al visitatore di inquadrare la sua azione nelle corrette coordinate spaziali e temporali.

Canova Quattro Tempi, fotografie di Luigi Spina, Museo Gypsotheca Antonio Canova – Possagno (Tv)

Dal 20 aprile al 29 settembre, il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno ospita la mostra nata dal progetto di ricerca fotografica “Canova Quattro Tempi” di Luigi Spina.

Il racconto, frutto di quattro campagne fotografiche realizzate anno dopo anno, è iniziato nel 2019 e ha dato vita ad altrettante pubblicazioni edite da Five Continents. Accompagnate da testi di Vittorio Sgarbi.

L’ultima di queste ha di recente vinto la medaglia d’oro come miglior libro d’Arte attribuita dall’ICMA – International Editorial-Design & Research Forum.

Per la mostra Luigi Spina ha selezionato 32 fotografie in bianco e nero di grande formato, tra le più rappresentative dei temi amorosi, mitologici, eroici presenti nella Gypsotheca di Possagno. Proponendoli   in dialogo con le opere di Canova esposte nell’Ala Gemin della Gypsotheca stessa.

Le immagini catturano l’attimo creativo dell’Artista, quello in cui l’idea si trasmuta   in forma e in gesso. Il momento in cui la genialità si misura con i limiti della materia, cercando di plasmarla, modificarla, assoggettarla alla forma desiderata.

I MONDI DI MARCO POLO. Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento, Palazzo Ducale – Venezia 

La mostra dal 6 aprile al 29 settembre 2024, negli splendidi ambienti del Palazzo Ducale, si articolerà in diverse sezioni.

Marco Polo (1254-1324) è certamente stato il più illustre viaggiatore medievale e non solo. Non l’unico. Prima e dopo di lui altri avevano intrapreso con successo il viaggio verso Oriente.

Ma Polo, in virtù della sua straordinaria opera “Il Milione”, è stato indubbiamente il più illustre e soprattutto conosciuto personaggio che abbia viaggiato da Occidente a Oriente e ne abbia lasciato ampia e documentata narrazione.

Celebrare Marco Polo e il suo itinerario a 700 anni dalla morte è un’occasione importante per raccontare la sua impareggiabile e ineguagliabile vita e conoscenza, di quelle terre e popolazioni lontane, ma anche per capire quali sono, oggi, le relazioni fra questi diversi mondi e come le “vie della seta” non abbiano smarrito importanza e attualità.

A partire dall’illustrazione della realtà cittadina e mercantile veneziana nella prima metà del Trecento e il ruolo del viaggio nella cultura commerciale veneta, prima e dopo l’esperienza dei Polo.

UZBEKISTAN: l’Avanguardia nel deserto. la Forma e il Simbolo Venezia, Ca’ Foscari Esposizioni

L’Avanguardia nel deserto: una storia mai raccontata.

La mostra “Uzbekistan. L’Avanguardia nel deserto” presenta per la prima volta al pubblico italiano e del mondo occidentale una pagina straordinaria e ancora poco nota dell’arte della prima metà del XX sec.

Il progetto espositivo, che si dispone nella sede prestigiosa di Ca’ Foscari Esposizioni a Venezia sarà in mostra dal 17 aprile al 29 settembre 2024.

La mostra mette insieme, in un arco cronologico dalla fine dell’Ottocento al 1945, circa 100 opere (soprattutto dipinti su tela e su carta, cui si aggiungono emblematici reperti della tradizione tessile uzbeka) provenienti dal Museo Nazionale di Tashkent e dal Museo Savitsky di Nukus, quello che la stampa internazionale indica da qualche anno, non impropriamente, come “il Louvre del deserto”.

È la prima esposizione nella storia a stabilire delle precise relazioni tra le due più importanti raccolte d’arte del Novecento presenti in Uzbekistan: si tratta di un elemento fondamentale per comprendere la profondità di una vicenda artistica come questa.

La mostra presenta come sottotitolo “La forma e il simbolo”. Il primo termine rinvia all’influenza esercitata sulla pittura del Centro Asia dall’Avanguardia storica russa mediante le opere in parte inviate a Tashkent, in altra parte raccolte da Savickij a Nukus: una selezione di segni di straordinaria qualità, mai in precedenza inviati fuori dei confini dell’Uzbekistan, tra cui 4 opere di Kandinskij (due olii e due disegni su carta): Lentulov, Maškov, Popova, Rodčenko, Rozanova sono solo alcuni dei protagonisti di uno scenario, quello della nascita dell’astrattismo, da tempo riconosciuto come uno dei fondamenti dell’arte mondiale del Novecento.

A queste si aggiunge un’ampia selezione di opere dell’Avanguardia Orientalis.

Sono l’esito di un dialogo culturale e artistico profondissimo: da una parte le secolari tradizioni delle sete sfavillanti e la raffinata palette delle decorazioni architettoniche che riprendono i colori del cielo e degli scenari naturali, l’incedere degli animali e i suoni di una lunga vicenda musicale; dall’altra l’esigenza non più rinviabile di un codice pittorico nuovo, mai in precedenza sperimentato nell’Oriente islamico.

È proprio questo rapporto a conferire uno spessore simbolico alle opere su tela e su carta che sono esposte.

Si tratta inoltre di un dialogo interculturale, che mette insieme artisti uzbeki, kazaki, armeni, russi d’Oriente, siberiani, quasi tutti formatisi a Mosca e a Pietrogrado, ma tutti radicati in una terra che scoprono e in cui scelgono di vivere e lavorare.

L’Avanguardia Orientalis è pertanto un’Avanguardia inclusiva, di confronto e collaborazioni, di incontri e di comuni ascendenze.

È una storia spesso avventurosa, che la mostra di Venezia ha scelto di declinare ponendo su un piano di pari dignità i segni pittorici e grafici e quelli delle arti applicate, con una selezione di manufatti tessili che da una parte rivelano insospettabili consonanze con le moderne frontiere dell’arte, e insieme trasmettono, dall’altra, un patrimonio culturale profondamente simbolico, legato ad antichi culti e a pratiche millenarie.

ZENG FANZHI: Near and Far/ Now and Then – Scuola Grande della Misericordia – Venezia 

La mostra avrà luogo all’interno della storica Scuola Grande della Misericordia, dal 17 aprile al 30 settembre 2024, con un allestimento progettato dall’architetto Tadao Ando.

Verranno qui esposti gli sviluppi più recenti della pratica artistica di Zeng Fanzhi.

Near and Far/Now and Then presenterà per la prima volta al pubblico due cicli di opere recenti dell’artista: nuovi dipinti astratti e opere su carta fatta a mano e trattata con inchiostro, grafite, gesso, polvere d’oro e pigmenti minerali, mai esposte prima d’ora.

La mostra farà luce sull’ambiziosa pratica pittorica di Zeng di ridefinire l’astratto attraverso esercizi di rappresentazione figurativa, e viceversa.

I nuovi dipinti a olio dell’artista sono il risultato di decenni di ricerca sulla teoria del colore, che attinge, sfidandole, alle pratiche impressionista e puntinista, dove le immagini si materializzano solo attraverso l’attenta collocazione di singoli segni di colore.

Qui gli strati delle pennellate creano elementi figurativi facilmente riconoscibili da lontano, ma che si dissolvono nella materialità del dipinto a olio se osservati da vicino.

Le variazioni di tonalità di un colore cedono il passo a schemi intrecciati di colore, spesso con più di trenta tipi di pigmenti brillanti, in una sola immagine.

L’esposizione fornirà uno sguardo approfondito sulla sua padronanza del medium, della sua tecnica bagnato su bagnato, e dell’enfasi sulla mera materialità della pittura, che definisce il suo lavoro.

In un mondo ormai inondato da immagini elaborate digitalmente, Zeng sfida chi osserva le sue opere a riconoscere la superiorità della pittura come arte e mestiere secolare.

Le opere su carta fatta a mano danno una nuova direzione al lavoro di Zeng, che combina, con ambizione, le iconografie cristiana, buddista e della pittura dei letterati.

© Riproduzione Riservata