“Modigliani Picasso e le Voci della Modernità” in mostra a Padova

19 Ottobre 2025

Un’eccezionale collezione d’arte proveniente da uno dei più importanti musei del Nord Europa e della Francia è al centro di un nuovo importante appuntamento espositivo in programma a Palazzo Zabarella.

Modigliani Picasso e le Voci della Modernità in mostra a Padova

Un’eccezionale collezione d’arte proveniente da uno dei più importanti musei del Nord Europa e della Francia sarà al centro di un nuovo importante appuntamento espositivo presso Palazzo Zabarella a Padova. Modigliani Picasso e le Voci della Modernità – questo il titolo della mostra – è stata realizzata grazie al dialogo avviato dalla Fondazione Bano con LaM, Lille Métropole Musée d’art moderne, d’art contemporain et d’art brut, che ci offrirà l’opportunità di ammirare 65 opere di 30 artisti d’avanguardia.

Ai protagonisti delle avanguardie storiche e agli artisti più noti, se ne affiancano altri che aprono a scenari artistici inediti più vicini alla contemporaneità. Tra i numerosi capolavori spiccano cinque dipinti di Pablo Picasso e sei di Amedeo Modigliani.

Modigliani Picasso e le Voci della Modernità

Curata da Jeanne-Bathilde Lacourt, Curatrice per l’arte moderna al LaM, la mostra è articolata in sei sezioni in cui il visitatore potrà approfondire l’avanguardia cubista con i dipinti di Picasso come Pesci e bottiglie del 1909, Donna con cappello del 1942, e di Georges Braque come La Roche-Guyon del 1909 o Il Sacro Cuore di Montmartre del 1910, per poi considerare il “Tubismo” di Fernard Léger, rappresentato da ben sei dipinti, e le ulteriori versioni del cubismo testimoniate dalle opere pittoriche di Léopold Survage, Eugène Nestor de Kermadec, Francisco Borès e dalle pietre policrome di Henri Laurens.

Di Amedeo Modigliani sono esposti autentici capolavori quali il ritratto di Moïse Kisling, Ragazzo dai capelli rossi, Nudo seduto con camicia e Maternità. Questi lavori, realizzati in momenti diversi della sua breve ma intensissima carriera, restituiscono la ricchezza espressiva e la profonda emotività che contraddistinguono la sua pittura. In mostra sono compresi ulteriori movimenti e avanguardie artistiche del primo e del secondo dopoguerra, come Joan Miró, André Lanskoy, Youla Chapoval, Joaquín Torres-García, le opere di Alexander Calder, e i dipinti stratificati e materici di Eugène Leroy.

Una narrazione polifonica del Novecento

Le opere di Séraphine de Senlis, Gertrude O’Brady, Augustin Lesage, Dipinto meraviglioso n. 35 di e Joseph Crépin faranno scoprire le vie alternative di un’arte ‘autodidatta’, più spontanea, istintiva, naïf (proprio come erano definiti questi artisti), capace di esprimere altrettanta poesia e spiritualità.

Ci si confronterà infine con l’Art Brut vera e propria attraverso due sculture in granito di Antoine Rabany, che lo stesso Dubuffet (presente in mostra con l’opera Pane filosofico) aveva contribuito a far conoscere e una scultura in legno di Auguste Forestier, che raccontano percorsi creativi alternativi, intrisi di lirismo e profonda spiritualità. L’intento è quello di creare una narrazione polifonica, un’occasione per ammirare capolavori di alcuni dei grandi maestri del Novecento insieme a opere di voci meno note ma ugualmente potenti della modernità.

La proficua collaborazione con il museo LaM di Lille

Il museo LaM, situato a Villeneuve d’Ascq, una città dell’area metropolitana di Lille è un’istituzione chiave della scena culturale europea, che, con una collezione di oltre 8.500 opere d’arte, è il primo museo francese a riunire diversi ambiti artistici offrendo un panorama unico dell’arte del XX e XXI secolo. Si parte dalla donazione di Roger Dutilleul (1872-1956) industriale e appassionato d’arte e uno dei più importanti collezionisti di Modigliani.

In un arco temporale compreso tra i primi anni del Novecento e gli anni Settanta dello scorso secolo, Dutilleul e suo nipote Jean Masurel hanno raccolto un’eccezionale collezione, molto personale e al tempo stesso rappresentativa dei principali movimenti artistici della prima metà del Novecento in Francia. Dopo aver acquisito alcune opere fauviste, Dutilleul rimase colpito dalla pittura di Georges Braque e Pablo Picasso divenendo uno dei primi sostenitori e collezionisti dell’arte cubista; si interessò in seguito ai dipinti “Tubisti” di Fernand Léger.

Anche il nipote Jean Masurel fu un importante collezionista: i suoi gusti rispecchiavano quelli dello zio prediligendo gli stessi artisti: Fernand Léger, Georges Braque, Pablo Picasso, Paul Klee, André Bauchant e, in seguito, Bernard Buffet. Tuttavia, egli mostrò anche interesse verso la pittura astratta e sostenne gli artisti locali del nord della Francia. Fu proprio Jean Masurel a decidere di donare la collezione di famiglia a una comunità pubblica, in un luogo, nella città metropolitana di Lille, che doveva essere circondato da un parco e aperto all’arte contemporanea.

Questo desiderio è il segno distintivo del museo e portò nel 1999 all’ingresso della donazione dell’eccezionale collezione dell’associazione L’Aracine comprendente diverse opere come disegni, dipinti, assemblaggi, oggetti e sculture di oltre 170 artisti francesi e stranieri riconducibili all’Art Brut. Era stato l’artista Jean Dubuffet nel 1945 a coniare il concetto di ‘Art brut’, in un periodo in cui stava iniziando a mettere insieme una collezione d’arte altamente eclettica che mostrava il suo interesse verso opere realizzate negli ospedali psichiatrici o da persone emarginate.

Oggi riconosciuta come un fenomeno chiave dell’arte del XX secolo, l’Art Brut – in inglese “outsider art”- si è ampliata e diffusa in tutto il mondo. Essa viene a legarsi all’interesse e all’apprezzamento nei confronti dell’arte autodidatta espressi dagli stessi Roger Dutilleul e Jean Masurel.

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