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Mario Puccini, il “Van Gogh involontario” in mostra a Livorno

Mario Puccini fu un grande interprete della corrente dei macchiaioli e definito, nel 1913, un “Van Gogh involontario”

Con la nuova mostra Mario Puccini “Van Gogh involontario”, Livorno vuole celebrare il valore storico artistico, ponendo al contempo una riflessione su opere mai presentate prima o raramente esposte in passato. La mostra sarà visitabile al Museo della città di Livorno, dal 2 luglio al 19 settembre 2021.

Mario Puccini “Van Gogh involontario”

La mostra nasce dalla riscoperta di una importante collezione di dipinti di Mario Puccini che permette di seguire lo sviluppo della carriera artistica di Puccini dal suo esordio, a partire dai rari ritratti della fine degli anni Ottanta dell’Ottocento, in cui si evidenzia il legame con l’ambiente artistico fiorentino di fine secolo e con i maestri Fattori e Lega. Oltre centoquaranta opere divise in otto sezioni. “La mostra è l’occasione – afferma la curatrice – per far dialogare i capolavori della citata collezione con una serie di altri selezionatissimi dipinti provenienti da diverse raccolte e da prestigiose istituzioni museali come la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e le Gallerie degli Uffizi, per illustrare il percorso dell’artista nella sua completezza”.

Il commento di Nadia Marchioni

“Il suo aggiornamento in senso europeo – afferma la curatrice – era probabilmente già avviato nel 1910, grazie al confronto diretto con i dipinti di Van Gogh, Cézanne, Gauguin osservati, fra gli altri, alla celebre Prima Mostra fiorentina dell’Impressionismo e stimolato dagli esempi di Alfredo Müller e Plinio Nomellini. Da questo momento la carriera artistica di Puccini fiorì grazie allo stesso Sforni, a Mario Galli ed altri raffinati collezionisti che commissionarono e acquistarono le sue opere. L’esposizione dell’opera di Puccini, assecondando la cronologia, segue anche un criterio tematico, con i dipinti più rappresentativi fra tutti i generi prediletti dall’artista: ritratti, nature morte, vedute del porto di Livorno e, soprattutto, paesaggi, nei quali il lirismo cromatico raggiunge vertici di altissima sensibilità”.

Le otto sezioni

La prima sezione è dedicata agli esordi di Puccini in un contesto tardo ottocentesco dove giganteggiavano le figure di Fattori e Lega. La seconda documenta l’interruzione artistica forzata del pittore ventiquattrenne dovuta alla crisi psichica che portò al suo ricovero. La terza sezione è dedicata al legame profondissimo che unì Puccini al maestro Fattori, la quarta mostra il ritorno alla pittura, in una veste completamente mutata. La quinta sezione prosegue l’indagine sul dinamico panorama culturale cittadino, presentando due importanti e vasti dipinti eseguiti da Puccini. La Sesta mostra nuovi paesaggi: le rare opere eseguite a Digne, Versilia e Seravezza. La settima analizza l’umanità prediletta di Puccini e l’ottava presenta una scelta di ritratti e nature morte.

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Mario Puccini

Mario Puccini nacque a Livorno nel 1869. Considerata la personalità di maggior temperamento ed estro tra i Postmacchiaioli, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1884. Esordì nel 1887 con uno Studio di testa presentato alla Società d’Incoraggiamento. Diplomatosi nel 1892, partecipò ad alcune esposizioni fiorentine. Dal 1893 al ’98 subì però numerosi ricoveri in ospedali psichiatrici a causa di gravi crisi depressive. Nel 1912 fu ospite, a Digne, del fratello Amedeo; in questo periodo firmò i suoi lavori con il soprannome “Pochein”. Rientrato in Italia partecipò a numerose rassegne espositive a Genova, Firenze e Roma. Mario Puccini morì nel 1920 nell’Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze, per una polmonite a lungo trascurata.

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