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Marc Le Mené, i nudi ritratti che fanno eco a Dostoevskij in mostra a Parigi

Alla Galleria Pascal Gabert a Parigi, è possibile ammirare la mostra ''Autoportraits'', attraverso gli scatti di Marc Le Mené, fotografo e artista multimediale francese, che per l’occasione presenta...

Fino al 5 luglio, alla Galleria Pascal Gabert di Parigi, è possibile ammirare i lavori di Marc Le Mené, fotografo francese, surrealista per scelta ma vicino a Dostoevskij col cuore

MILANO – Alla Galleria Pascal Gabert a Parigi, è possibile ammirare la mostra ”Autoportraits”, attraverso gli scatti di Marc Le Mené, fotografo e artista multimediale francese, che per l’occasione presenta una raccolta di ritratti e alcune foto della serie ”Chambre Mental”, sequenza di immagini realizzate tra il 1998 e il 2002.

LA MOSTRA – La mostra parigina prende in esame la poetica dell’artista in tutte le sue sfaccettature, mostrando le serie di ritratti e autoritratti, così come alcune immagini tratte dal progetto la “Chambre Mentale” (Camera Mentale), cioè un dispositivo, una scatola cubica a cinque lati, di cui uno aperto, che ricrea al suo interno una specie di camera oscura ma con una prospettiva accelerata. Marc scatta preferibilmente in notturna, cosicché sia visivamente molto accentuato il contrasto tra buio e luce, immagini costruite e complesse, oppure ritratti nudi che rivelano tutta la fragilità del soggetto. A partire dagli anni ’80 prende se stesso come modello, per poi distanziarvisi con ironia ma sempre mantenendo elevati i suoi standard estetici. Le sue immagini ricordano da un lato alcuni scatti di Mapplethorpe o di Man Ray e dall’altro la malinconia tipica degli scritti di Dostoevskij, accentuata dall’imperante bianco e nero.

BIOGRAFIAMarc Le Mené è un fotografo francese, classe 1957. I suoi lavori sono tutti divisi per Serie, da quelle degli Autoritratti, scattati tra il 1975 e il 1985, fino alle Nature Morte, o ai Nudi. Fotografo dell’irrealtà poetica, contrappone fantasia, sogno e rigore formale nell’elaborazione di un lavoro estremamente personale che non deve nulla all’attualità pur essendone in verità espressione. Immagini sospese a metà nel tempo, una sorta di Magritte dell’obiettivo, che utilizza il mezzo fotografico non per esplorare la realtà che lo circonda, ma quasi per affrescarne una nuova. Marc ha esposto in numerose collettive e in altrettanti personali nei musei più famosi del mondo, uno su tutti il Centre Georges Pompidou.

16 giugno 2014

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