A Noto รจ stata inaugurata durante le festivitร pasquali, al Convitto delle Arti, la mostra “La Sicilia di Caravaggio” che illustra il rapporto tra la Sicilia e il pittore Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.
Lโesposizione, realizzata da Mediatica srl e promossa da Cittร di Noto, dal sindaco Corrado Figura, e patrocinata dal MIC – Ministero della Cultura e dallโAssessorato Regionale alla Cultura della Sicilia, propone una lettura del caravaggismo in Sicilia attraverso 29 opere di 20 artisti siciliani o operanti in Sicilia nella prima metร del 1600 e il dipinto San Giovanni Battista alla fonte, attribuito a Caravaggio, e proveniente dal National Museum of Art Heritage Malta.
La mostra, curata dal Professor Pierluigi Carofano in collaborazione con Nicosetta Roio, si avvale dei prestiti di numerosi musei siciliani e internazionali oltre che di collezionisti privati e intende evidenziare la risposta che gli artisti del periodo seppero dare alla grande rivoluzione pittorica di Caravaggio, che restรฒ sullโisola dal 1608 al 1609, in seguito alla sua fuga dal carcere di Malta.
“La Sicilia di Caravaggio”
Il percorso espositivo
Il percorso espositivo si compone di tre sezioni, con la prima dedicata a quegli artisti attivi in Sicilia e nel Viceregno spagnolo che conobbero di persona Caravaggio e che possono essere considerati caravaggeschi di prima e seconda generazione.
Tra questi, spiccano i nomi di Giovanni Bernardo Azzolino, Mario Minniti, del quale la mostra presenta 3 opere, tra cui lโ Ecce Homo, in prestito dal Mdina Cathedral Museum Malta, e quelli di Alonzo Rodriguez, Fabrizio Santafede, Battistello Caracciolo, Hendrick de Somer, ma anche di Jusepe de Ribera, del quale รจ presente in mostra il Martirio di San Bartolomeo, proveniente dal Museo Diocesano di Nicosia, e di Carlo Sellitto, presente con lโopera Santa Lucia, in prestito dal Museo Regionale di Messina.
A questi si aggiungono, poi, la Flagellazione di Cristo attribuita a Fabrizio Santafede, del Museo Regionale di Palazzo Abatellis, e il San Giovanni Battista, di Giovanni Battista Caracciolo, prestito del Museo Regionale Agostino Pepoli di Trapani.
Con la seconda sezione, ci si avvicina ad artisti che hanno prediletto un naturalismo edulcorato in chiave barocca e classicista. Si distingue, tra questi, Pietro Novelli, di cui sono esposte 3 opere provenienti da Palermo, insieme ad Andrea Vaccaro, Luca Giordano e Mattia Preti.
La vera sintesi tra luminismo caravaggesco e decise aperture verso il Barocco si realizza in Sicilia nellโopera di Matthias Stomer, autore di due lavori monumentali come la Lapidazione di Santo Stefano (Seminario Arcivescovile Palermo) e la Morte di Catone (Museo Civico Castello Ursino Catania).
La terza e ultima sezione รจ dedicata al Caravaggio. Il progetto espositivo si sofferma, in questa parte, sulla presenza dellโartista in Sicilia. A quel contesto e periodo risale la celebre Nativitร , trafugata a Palermo nel 1969 e mai ritrovata.
La mostra ne presenta la pregiata copia dipinta da Paolo Geraci e proveniente dal Museo Civico Castello Ursino Catania. Quella di Geraci รจ una testimonianza diretta, risalente al 1627-28, quindi fedele al modello nelle dimensioni, composizione e soprattutto cromia.
Infine, lo splendido San Giovanni Battista alla fonte, attribuito al Caravaggio e in prestito dal National Museum of Art Heritage Malta.
A completamento della mostra, il percorso presenta uno spazio multimediale e immersivo, intitolato Caravaggio Experience, in cui i visitatori potranno entrare virtualmente nei piรน noti dipinti del Maestro, in una scenografia di luci e specchi che esaltano lโuso di luci e ombre delle opere di Caravaggio.
Intervista al curatore Pierluigi Carofano
Che rapporto aveva Caravaggio con la Sicilia, rispetto all’opera della “Nativitร ” dipinta dal copista Paolo Geraci?
“La Sicilia di Caravaggio” รจ una esposizione che si propone di indagare e porre allโattenzione del grande pubblico il rapporto o meglio la risposta che gli artisti siciliani e forestieri operosi nellโisola, sino almeno alla metร del Seicento, seppero dare delle sconvolgenti novitร stilistiche proposte dal Merisi nel corso del suo breve soggiorno siciliano (1608-1609).
Ciรฒ non vuol dire che non vi siano momenti per meglio contestualizzare il rapporto diretto di Caravaggio con la Sicilia e in questa direzione va lโesposizione della copia di Paolo Geraci della famosa Nativitร di Palermo dipinta da Caravaggio intorno al 1600 e trafugata nel 1969.
Molti critici d’arte mettono in dubbio la paternitร dell’opera San Giovannino alla fonte, lei puรฒ farci chiarezza a tal riguardo?
Quella di Geraci รจ una testimonianza diretta, quanto mai preziosa in quanto risalente al 1627/28, quindi fedele al modello nelle dimensioni, composizione e soprattutto cromia.
Cosรฌ come la presenza in mostra del San Giovannino alla sorgente, recentemente restaurato e quindi perfettamente leggibile, (MUZA, National Community Art Museum, Heritage Malta), forse eseguito nei momenti convulsi della fuga di Caravaggio da Malta alla volta di Siracusa (con lโaiuto dellโamico fidato Mario Minniti?) consentirร agli studiosi di confrontarsi su unโopera che a metร del secolo scorso godeva di un consenso pressochรฉ unanime da parte della critica in merito alla paternitร di Caravaggio (forte anche delle autorevoli opinioni di Roberto Longhi e di Cesare Brandi) e che ancora in tempi non troppo lontani vantava del parere favorevole di un autentico โcaravaggistaโ come Ferdinando Bologna.
La scoperta negli anni Novanta di una versione simile di formato orizzontale (in collezione privata) da parte di Mina Gregori, attribuita anchโessa a Caravaggio, ha di fatto progressivamente scemato lโinteresse nei confronti del quadro maltese.
Ma la questione รจ tuttโaltro che conclusa ed รจ lo stesso Museo di Malta a favorire il dibattito tra studiosi che potrebbe essere celebrato in una giornata di studi proprio sfruttando lโoccasione della mostra.
Ci puรฒ descrivere brevemente l’opera caravaggesca?
Quel che รจ certo รจ che lโinvenzione del dipinto puรฒ essere uscita soltanto dalla fervida mente del Caravaggio per la straordinaria trovata, modernissima, di rappresentare con rapidi tocchi di pennello un ragazzo assetato che con un gesto spontaneo si precipita, chinato, a bere da una sorgente con una espressione da โragazzo di stradaโ.
Sottoposto nel 2021 ad una pulitura quanto mai necessaria, il San Giovannino alla sorgente presenta brani di rara qualitร pittorica come la preparazione bruno rossastra (probabilmente bolo e terre brune) stesa rapidamente che traspare in varie zone del dipinto; inoltre, nellโincarnato del san Giovannino si notano le caratteristiche pennellate ad andamento circolare impiegate da Caravaggio per rappresentare negli incarnati il punto di massima luminositร .
Alcune correzioni (non pentimenti) sono visibili nella capigliatura.