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Industria culturale, 8 lavoratori su 10 in difficoltà a causa del Coronavirus

E' questo il dato più preoccupante che emerge dall'indagine “Cultura e lavoro (?) ai tempi di COVID-19”, che ha coinvolto 1889 lavoratori nell'industria culturale italiana
Gli effetti del Coronavirus su chi lavora nell’industria culturale? Il 79% dal 21 febbraio ad oggi ha ha già subito conseguenze sulla sua attività, mentre il 18,2% teme di subirle a breve. E’ questo il dato più preoccupante che emerge dall’indagine “Cultura e lavoro (?) ai tempi di COVID-19” condotto online dall’associazione “Mi Riconosci?“.

 

I lavoratori dell’industria culturale

L’inchiesta ha coinvolto 1889 persone, il 38% dei quali lavora nell’ambito del turismo culturale, il 30% nel patrimonio culturale, il 12% in entrambi i due settori appena citati Il 17% del campione coinvolto lavora nello spettacolo e nella produzione creativa, mentre il restante 3% opera in due o più dei settori citati in precedenza.

 

Le perdite in entrata 

Dall’indagine emerge inoltre che ben il 56% parla di aver subito l’interruzione dell’attività lavorativa, oppure l’azzeramento o il crollo delle entrate. Il 61% dei lavoratori nell’industria culturale ritiene di aver perso almeno 800 euro, ma quasi metà degli intervistati dichiara che la perdita corrisponde al 100% delle entrate previste durante il periodo delle misure restrittive. Per il 20% i mancati guadagni corrispondono invece al 50% delle entrate previste.

 

Condizioni lavorative dopo i decreti legge

Fino a quanto si pensa di poter resistere in queste condizioni se non si avrà una inversione di tendenza o un aiuto? Poco più della metà (51%) ritiene di poter resistere senza un’inversione di tendenza o senza aiuti economici al massimo per due mesi. Il 16% di chi lavora nell’industria culturale dichiara di potercela fare per i prossimi tre mesi. Poco meno della metà di chi ha continuato a lavorare dopo i decreti del 9 e dell’11 marzo afferma di averlo potuto fare seguendo le norme del Ministero della Salute. Un’opportunità possibile in massima parte per il 15,03% dei lavoratori, in minima parte per il 10,14%. Preoccupa che il 27,62% del campione confessi di non aver lavorato in condizioni di sicurezza.

 

Le conseguenze per i lavoratori

Quali possibili conseguenze di medio e lungo termine ti preoccupano maggiormente? I lavoratori nell’industria culturale temono soprattutto contrazioni dell’intero settore nel medio e lungo termine (1027), insieme al calo delle committenze (952). A preoccupare sono anche le revisioni al ribasso di salari e compensi (480), il crollo degli investimenti pubblici (396) e di quelli privati (303), la revisione al ribasso dei diritti e delle tutele sui luoghi di lavoro (247).

 

Le misure di governo

Ritieni adeguate le misure intraprese finora dal Governo per far fronte all’emergenza lavorativa e sociale nel settore culturale? Il 78% dei lavoratori nell’industria culturale le ritiene insufficienti. Di parere opposto il 22% che invece approva quanto fatto dal governo Conte. Tra le misure considerate prioritarie dagli intervistati, nonostante la misura più richiesta sia un’estensione degli ammortizzatori sociali, nonché contratti più solidi per tutelare il lavoro, sembra restare intatta una certa fiducia nella capacità delle imprese di creare lavoro, dato che molto ritengono prioritari sgravi fiscali e incentivi statali. In pochi ritengono prioritario l’aumento delle assunzioni pubbliche. 
 
 
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