Rinoceronti, elefanti, fenicotteri, gorilla popolano aiuole, piazzette, porticati di Cernobbio. Sono le monumentali installazioni artistiche di Stefano Bombardieri fino al 5 ottobre negli spazi della Galleria GALP con la mostra “Il viaggio del rinoceronte e il paradosso del tempo“, a cura di Anna Lisa Ghirardi.
In una galleria a cielo aperto, il rinoceronte e altre figure animali, rappresentate in insolite azioni e collocate in un suggestivo contesto, esplorano il limite tra ciò che è reale e ciò che sembra impossibile: quasi un invito a lasciarsi trasportare in una dimensione nuova. Stefano Bombardieri ha fatto di queste opere mastodontiche il simbolo della sua ricerca artistica.
Promossa dal Comune di Cernobbio e dalla Galleria GALP, l’esposizione intreccia arte contemporanea e spazio urbano, trasformando la città in un paesaggio surreale, in un dialogo tra arte e ambiente, tra visibile e invisibile e la cittadina comasca, con il suo suggestivo lungolago, le ville storiche e le eleganti piazze, diventa il luogo ideale per questo incontro.
Il viaggio del rinoceronte rappresenta un percorso sia fisico che simbolico
Attraverso la figura del rinoceronte, possiamo compiere un itinerario iconografico nel mondo dell’arte, da Albrecht Dürer a Salvador Dalì fino a molteplici artisti contemporanei. L’ispirazione di Bombardieri parte dal mondo di Fellini: in particolare il rinoceronte malato d’amore, che nel film E la nave va viene trasportato su un transatlantico, diventa nell’immaginario dello scultore un emblema potente e taumaturgico.
Dai primi anni Novanta, l’animale diventa l’immagine più nota del suo repertorio e icona del logo di produzione, quasi un alter ego dell’artista. Il rinoceronte, nella sua opera, è simbolo di forza ma anche di precarietà (è, infatti, un animale in pericolo di estinzione), nonché metafora di evoluzione interiore. L’artista, inoltre, collega il viaggio del rinoceronte al paradosso del tempo, concetto che ha interessato pensatori di diverse epoche, da Agostino d’Ippona fino ai filosofi contemporanei, i quali hanno cercato di esplorare la natura e le contraddizioni del tempo, unendo le visioni filosofiche alle teorie fisiche moderne.
Stefano Bombardieri. Stazione di posta a Villa Bernasconi
La mostra diffusa si allargherà ancora a partire da mercoledì 9 luglio, giorno in cui Villa Bernasconi a Cernobbio ospita l’inaugurazione
di “Stefano Bombardieri. Stazione di posta a Villa Bernasconi”, un nuovo progetto espositivo che si inserisce nel più ampio percorso della mostra diffusa “Stefano Bombardieri. Il viaggio del rinoceronte e il paradosso del tempo”, a cura di Anna Lisa Ghirardi, promossa da Galleria Galp e Comune di Cernobbio.
L’apertura si svolge in concomitanza con l’Art Nouveau Week e prevede una “Conversazione con l’artista”, un incontro pubblico che vede protagonista Stefano Bombardieri in dialogo con la curatrice Anna Lisa Ghirardi e la giornalista Valentina Tosoni, firma di Repubblica e autrice del podcast Storie dell’Arte.
“Stazione di posta a Villa Bernasconi non è solo una tappa espositiva, ma un vero e proprio nodo concettuale”, afferma Anna Lisa Ghirardi. “Un luogo di confine tra movimento e attesa, tra ciò che è immobile e ciò che fluisce”. Con questa nuova proposta Bombardieri ci guida in un viaggio dove oggetti, animali, pensieri e immagini si fermano per ripartire verso nuove direzioni.
La poetica temporale è un tema centrale nell’opera di Bombardieri
Il tempo è il filo della vita e il viaggio del rinoceronte è metafora dell’esistenza da Il peso del tempo sospeso/Rhino dove la collocazione dell’animale rappresenta l’esperienza di un blackout percettivo fino al video Il viaggio del rinoceronte e Il paradosso del tempo, realizzato appositamente per questa mostra, in cui l’animale è sospeso e bloccato, mentre sullo sfondo scorrono velocemente immagini di luoghi, creando un viaggio nello spazio che attraversa sovrapposizioni geografiche e temporali.
Gli animali di Bombardieri non si presentano come semplici rappresentazioni iperrealistiche, ma diventano totem contemporanei che invitano a riflessioni su tematiche globali come l’urgenza ecologica, il rapporto tra uomo e natura, questioni filosofiche inerenti al dolore e al senso dell’esistenza. E la loro presenza monumentale nello spazio pubblico diventa un’occasione per riconsiderare il nostro rapporto con il tempo: in un’epoca caratterizzata dalla velocità e dalla frenesia, le opere di Bombardieri appunto impongono una pausa, una riflessione. In un primo momento esse colpiscono per la loro monumentalità e il loro aspetto quasi ludico, ma poi ci trattengono con la profondità delle loro domande.
Chi è Stefano Bombardieri
Nato a Brescia nel 1968, Stefano Bombardieri inizia a lavorare nell’atelier del padre, lo scultore Remo Bombardieri, affinando la conoscenza dei materiali e delle tecniche. La sua ricerca spazia tra scultura monumentale, arte povera, concettuale e video-installazione. Dal 1990, espone in spazi pubblici e gallerie, privilegiando il dialogo con il paesaggio urbano. Le sue installazioni sono presenti in numerose città italiane e internazionali, tra cui Ferrara, Bologna, Saint-Tropez e Potsdam. Ha partecipato alla 52ª e alla 54ª Biennale di Venezia e ha insegnato Scultura Pubblica Monumentale all’Accademia Santa Giulia di Brescia.