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Giornate FAI di primavera 2023, i luoghi da non perdere

Sono tornate le Giornate FAI di primavera! Questo weekend, il primo della bella stagione, rappresenta un'occasione unica per riscoprire il patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese.

È arrivata la primavera, e con essa anche le attese Giornate FAI, un’occasione per riscoprire il patrimonio artistico e culturale di un Paese, l’Italia, che offre luoghi meravigliosi a testimonianza di una storia antica e ricchissima. Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha salutato le Giornate FAI di primavera sottolineando l’importanza di abitare con più consapevolezza il nostro Paese:

“Le Giornate del Fai di Primavera sono un’occasione imperdibile per riscoprire e vivere una parte di quell’immenso patrimonio culturale e paesaggistico che, spesso, non è visitabile o è poco conosciuto. Sabato 25 e domenica 26 marzo gli italiani sono invitati a cogliere quest’opportunità che, grazie all’impegno di migliaia di volontari del Fai, di studenti, delle istituzioni, delle associazioni, degli enti pubblici e dei singoli privati coinvolti, permette di accedere a oltre 750 luoghi di 400 città: una parte importante di quel grande museo diffuso che è l’Italia. Un momento prezioso in cui la cultura unisce la Nazione in un percorso di conoscenza e presa di coscienza indispensabile”.

Alcuni luoghi del FAI da non perdere

Ma andiamo a scoprire alcuni dei luoghi valorizzati dalle Giornate FAI quest’anno:

“Il centro storico di Inzago” (MI)

Iniziamo con il centro storico di Inzago, un luogo FAI perfetto da visitare con una bella giornata per godersi l’atmosfera primaverile.

La storia più antica di Inzago si snoda attorno a due piazze: la Maggiore, e di Vona. Nella seconda metà del Quattrocento il naviglio Martesana andò a delimitare l’abitato sud dove si insediarono alcune delle tante ville storiche che ad Inzago sono disperse nell’edificato. A nord scorre la roggia Crosina, derivata dal Naviglio a Cassano per azionare un complesso di mulini ed irrigare i giardini locali, poi prolungata sino a Gessate. Ne permangono ancora suggestivi scorci.

L’interesse di questo itinerario consiste in alcune particolarità: un esteso nucleo di edifici storici, molto omogeneo, risalenti prevalentemente al periodo rinascimentale, anche se con rielaborazioni successive; l’Oratorio dei SS Rocco e Ambrogio presenta un affresco seicentesco con una rara rappresentazione di Ultima Cena secondo il rito ebraico del Seder; l’Alzaia del Naviglio offre una vista attraente sulle Ville storiche con i loro giardini, e sui luoghi connessi alla vita quotidiana di un tempo, come i lavatoi o i punti di attracco delle numerose imbarcazioni che solcavano il Naviglio; Palazzo Piola presenta inconsuete decorazioni della prima metà dell’Ottocento, con figure umane su carta ritagliate ed incollate su riquadri.

Inoltre, sarà allestita nell’androne una Mostra fotografica che presenterà le immagini dei decori, compresi gli affreschi, prima e dopo il restauro.

“Palazzo della Banca d’Italia” a Firenze

Se invece vi trovate in Toscana e desiderate visitare un luogo del FAI in cui si incontrano storia e architettura, vi segnaliamo l’apertura del Palazzo della Banca d’Italia a Firenze.

Il palazzo ottocentesco della Banca d’Italia su via dell’Oriuolo –via Buia fino al 1861, anno in cui fu allargata ,è il più rappresentativo dei tre nuclei che costituiscono l’intero complesso finanziario il cui fronte sud affaccia su Borgo degli Albizi. L’area su cui sorge l’edificio era della famiglia Pazzi che qui aveva vasti orti il cui portale d’accesso, su via dell’Oriuolo, era sovrastato dall’arme di famiglia, opera di Donatello oggi custodita nell’atrio del palazzo Pazzi – Quaratesi.

La visita alla sede della Banca d’Italia dal grande atrio caratterizzato da un imponente soffitto ligneo a cassettoni in stile neorinascimentale sorretto da quattro colonne in pietra serena. Da qui inizieremo a salire il monumentale scalone ellittico –capolavoro di Cipolla– il cui dinamismo ascendente dei rampanti elicoidali viene fortemente accentuato dalla luce che piove dal grande lucernario soprastante.

Ai due piani superiori si potranno ammirare gli arredi, le decorazioni di Girolamo Magnani e Luigi Busi e avremo la possibilità di visitare vari ambienti, tra cui il Salone delle assemblee degli azionisti, l’Ufficio del Direttore della sede, la Sala del Consiglio di reggenza e il Salone delle Assemblee. All’interno dei locali sono collocate importanti opere d’arte tra cui spicca una Madonna in trono, scultura policroma in legno del XVI secolo. sabato ore 10.30 e ore 15; domenica ore 10.30 e 15 visite effettuate da personale della Banca, per Iscritti FAI su prenotazione.

“Real Osservatorio Vesuviano” di Ercolano

Famosa insieme a Pompei per via degli scavi archeologici, Ercolano custodisce anche uno splendido osservatorio che quest’anno è meta delle Giornate FAI di primavera.

Costruito per volontà di Ferdinando II, il Real Osservatorio fu fondato nel 1841, divenendo così il primo e più antico istituto vulcanologico. Posto sulla collina del Salvatore – accanto a una chiesetta e un eremo, che già nel ‘600, offrivano riparo a coloro che si avventuravano sul vulcano – rappresenta ancora oggi un centro d’avanguardia per lo studio e il monitoraggio del Vesuvio.

La sede storica conserva un importantissimo Museo, al cui interno si trovano numerose strumentazioni scientifiche, cui si affianca una sede moderna, dove è possibile, attraverso delle installazioni multimediali, rendersi conto del ruolo svolto dal Vesuvio e dai diversi vulcani italiani per il nostro paese.

“Giardino segreto di Villa Pennisi” di Acireale

Andiamo in Sicilia per l’ultimo suggerimento sulle visite delle Giornate FAI, con uno splendido giardino “segreto” che si trova ad Acireale.

Il giardino “segreto” di Villa Pennisi sorge nel cuore della città: “segreto” perché da fuori non puoi vederlo e non ne sospetti nemmeno l’esistenza. Come uno scrigno prezioso, la sua parte più bella la custodisce all’interno, oltre il grande portone che si affaccia sul piazzale della vecchia stazione. È oltre quella facciata che si apre un’oasi di verde meravigliosa che in passato faceva parte del Grande Hotel des Bains,nato per ospitare i clienti delle contemporanee Terme di S. Venera.

Il giardino nasce dall’idea del barone Agostino Pennisi di Floristella di realizzare, nelle proprietà di famiglia tra la stazione ferroviaria e le fonti termali, il Grande Hotel des Bains, annesso alle Terme, un grande albergo di lusso avrebbe accolto gli ospiti che venivano in città per le cure termali. A seguito di un incendio, nel 1880, l’edificio in parte distrutto, venne ricostruito e trasformato in residenza privata. Oggi, il giardino, viene aperto per visite su prenotazione ed eventi.

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