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“Giacartina”, il personaggio che insegna l’arte ai bambini

Giamina è una docente di storia dell'arte che invoglia i bambini ad interfecciarsi al mondo dell'arte in modo semplice, educativo e divertente

MILANO – Giacartina è un nome simpatico, che ispira fiducia e soprattutto curiosità. Nel pronuciarlo sembrerebbe il nome di uno di quei personaggi animati che riescono ad insegnarci qualcosa con assoluta leggerezza e che invogliano a non frenare la curiosità. E’ stata questa la prima impressione che abbiamo avuto nel conoscere il pensiero e il cuore di questo singolare personaggio e, infatti, la nostra constatazione non è andata tanto lontana dalla realtà. Si perchè dietro al personaggio di Giacartina, si nasconde una donna che ha trovato il modo per alimentare la sua passione per il mondo dell’arte, invogliando soprattutto la curiosità dei più piccoli. Stiamo parlando di Giamina Croazzo, una docente di storia dell’arte al liceo e che cura una rubrica d’arte per bambini in un portale a loro dedicato. Noi di Libreriamo abbiamo voluto intervistarla perchè incuriositi dal suo progetto.Ogni settimana viene presentato con l’aiuto di un personaggio inventato, realizzato di volta in volta, un artista e viene proposta un’attività ad esso ispirato. Da quelle che sono le risposte alle nostre domande, vengono forniti anche spunti di riflessione su quello che è l’interesse per l’arte da parte di bambini e adolescenti.  Di seguito vi riportiamo la nostra intervista.

Chi si nasconde dietro Giacartina?

Una persona che desidera avvicinare i bambini all’arte con una formula che li coinvolga! E che crede che l’arte possa migliorare e addolcire il mondo, fornendo gli strumenti per aiutare a comprenderla per poi reinterpretarla. Per questo ogni settimana Giacartina racconta di un artista, facendo irruzione nei suoi dipinti o prendendo in prestito elementi del suo immaginario che, come per magia, entrano nel suo mondo. Oppure ancora ‘vestendosi’ dello stile di quell’artista!

Da quando è nata la passione per il mondo dell’arte? C’è un’artista contemporaneo che ama particolarmente?

Al liceo chiesi alla mia professoressa quale fosse il percorso per diventare insegnanti di storia dell’arte. L’ho così studiata all’università e approfondita in seguito, specializzandomi e diventando docente. Ho sempre affiancato a quella scolastica la didattica nel museo, prima a Firenze e poi a Catania, guidando bambini e adulti di ogni età, cercando di incuriosire e stimolare i visitatori e proponendo attività di laboratorio. Cercando, però, di stemperare l’alone di severità che circonda l’arte, raccontandola in maniera leggera, ma mai banale. Ed è, questa, una chiave che mi fa amare un artista come Alexander Calder, con la sua poetica giocosa e l’equilibrio quasi magico delle sue sculture. La sua fantasia è vicina a quella dell’ultimo Matisse (a cui ho dedicato la prima puntata della rubrica) e entrambi si aprono a una libertà di espressione come solo un bambino sa fare.

Quanto reale interesse mostrano, secondo lei, i bambini e i ragazzi per l’arte? E quanto sono importanti gli stimoli da parte della famiglia e della scuola?

Vedo spesso disinteresse da parte degli adolescenti per la storia dell’arte. A scuola è materia che, benché si presti a collegamenti con diversi campi, viene percepita come avulsa da tutto il resto, mentre una sinergia a livello didattico con gli altri insegnamenti (storia, geografia, letteratura, tecnologia) potrebbe renderla non solo più interessante per i ragazzi, ma soprattutto strumento formativo per la creazione di cittadini consapevoli del valore del nostro patrimonio. Ancora meglio se alla conoscenza teorica si affianca quella diretta, con la visita ai musei. E se è vero che i primi insegnanti sono i genitori, anche la famiglia svolge un ruolo fondamentale nel costruire la sensibilità artistica dei futuri adolescenti. Si possono sfruttare, fuori casa, le attività didattiche dei luoghi d’arte e di cultura e, a casa, abbandonarsi a letture che con un approccio ludico avvicinano al mondo dell’arte (ci sono bellissimi libri illustrati che lo fanno) o ancora sperimentare approcci artistici con i propri figli. Credo sia un buon modo per mantenersi giovani!

Da dove è scaturita l’idea del progetto “In Arte Giacartina” su Kids Trip?

Giacartina, il mio alter ego di carta, è nata un anno fa. Non sono un’illustratrice, né ho particolari doti nel disegno, ma ho preso a realizzare la me di carta per prendermi meno sul serio e guardare con distacco e divertimento la vita quotidiana e, naturalmente, l’arte, dato che ne fa parte. E poiché arte e didattica dell’arte per me sono un tutt’uno, quasi spontaneamente ho pensato a un progetto che coinvolgesse i più giovani fruitori dell’arte: i bambini. Per questo ho proposto la rubrica a Kids Trip, piattaforma integrata di servizi rivolti ai bambini e alle loro famiglie, pensata per i genitori che amano fare attività con i propri figli. Seguo e apprezzo il loro progetto fin dall’inizio e sono felice che abbiano accolto con entusiasmo il mio! Le puntate che propongo ogni settimana hanno il loro stesso approccio: sono pensate ‘a misura di famiglia’. I bambini insieme a un genitore, a uno zio, al nonno, possono leggere il racconto dell’artista, discuterne, approfondire cercando immagini sul web che possano rispondere alle loro curiosità. L’adulto che li affianca può così cogliere gli stimoli che possono emergere durante il racconto, e il bambino può poi liberare la propria creatività, sperimentando e scoprendo.

Il suo è un valido progetto per i bambini specialmente perché permette di dedicarsi ai lavoretti manuali che stimolano la loro creatività. Cosa si sente di dire ai genitori che preferiscono far giocare i propri figli con gli smartphone?

Non mi piace il termine ‘lavoretto’ perché mi fa pensare a qualcosa che limita – d’altronde è un diminutivo! – la libertà di espressione. Spero invece che le attività che suggerisco portino a risultati personali e diversi per ogni bambino! Riguardo allo smartphone, beh, da quando sono mamma so bene che dare in mano un cellulare ai figli o permettere loro di stare per lungo tempo davanti a un televisore significa alleggerire il ‘carico di lavoro’! Non demonizzo né l’uno né l’altro, ma devono rimanere dei supporti utili: ad esempio ci sono delle buone app che il bambino può esplorare, anche ispirate al mondo dell’arte. L’importante è selezionare e vigilare!

Potete conoscere il suo pogetto su kidstrip oppure sulla pagina Facebook

Photocredits: Giacartina, www.facebook.com

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