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Gala-Dalì una passione surreale

Nel 1929 la moglie del poeta Paul Éluard fuggì col giovane pittore. Comincia così la storia di una delle coppie più celebri della storia dell'arte

MILANO – Quando Gala e Dalì si incontrano per la prima volta è amore a prima vista. Lui è un giovane talentuoso, lei la moglie del poeta Éluard, che tanto ha contribuito al movimento surrealista. Comincia così la storia di una delle coppie più celebri della storia dell’arte. 11 anni di differenza e quel ruolo di musa-madre-agente che ha reso celebre il loro rapporto.

L’ESTATE DEL 1929 – E’ il 1929, Dalì con Buñuel ha appena realizzato il film surrealista Un chien andalou (Un cane andaluso) e un gruppo di “fan” vuole conoscere l’artista in Catalogna. Sono René Magritte con la moglie, Camille Goemans, che sarebbe poi divenuto il mercante dell’artista, e Paul Éluard, padre spirituale del movimento, con la moglie Gala. Una donna che si rivela essere l’incarnazione dell’ideale del pittore, tanto che pochi giorni dopo Dalì dichiara il suo amore lungo la scogliera di Capo Creuso a Helena Diakonova – questo il vero nome.

UN AMORE TRAVOLGENTE – Gala, insoddisfatta dalla relazione inquieta con il marito, troppo sottomesso al suo spirito forte, lo lascia per il genio spagnolo. Il poeta francese tenta di riconquistare quella donna dal fascino magnetico, considerata rigida e fredda ma irresistibile. Le rose, le poesie e le lettere non riportano Gala in Francia. Lei sceglie Salvador, i due vanno a vivere insieme e dopo la morte di Éluard si sposano in chiesa. Non una storia facile, la dedizione per la sua musa non impedisce al pittore di tradirla (e viceversa) e i litigi non mancano ma non viene meno quell’amore dipendenza totalizzante. Fra le tante liason, celebre la sua relazione con Amanda Lear, una carissima amica della moglie Gala.

LA CURA – Così l’artista sintetizzava la passione per Gala: “Così lei mi levò l’abitudine a delinquere e guarì la mia follia. Grazie! Voglio amarti! Volevo sposarla. I miei sintomi isterici scomparvero uno dopo l’altro come per magia. Fui nuovamente padrone della mia risata, del mio sorriso, della mia mimica. Al centro del mio spirito crebbe una nuova forma di salute, fresca come un bocciolo di rosa.”

LA GRADIVA – Nel 1982, alla morte di Gala l’uomo sprofonda nella depressione rintanandosi nel castello di Pùbol che aveva comperato per lei. “Poteva essere la mia Gradiva (colei che avanza), la mia vittoria, la mia donna. Ma perché questo fosse possibile, bisognava che mi guarisse. E lei mi guarì, grazie alla potenza indomabile e insondabile del suo amore: la profondità di pensiero e la destrezza pratica di questo amore surclassarono i più ambiziosi metodi psicanalitici.”

 

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