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Claudia della pagina facebook Art’è, “Quel che cerco in un’opera d’arte è la sua capacità di emozionarmi”

Art'è è una pagina Facebook, un luogo d'incontro per chi ama la musica, la poesia, la pittura, la fotografia, la letteratura, il teatro e tutte le forme attraverso le quali la ''bellezza'' si manifesta rendendo...

Proseguiamo quest’oggi con il nostro ciclo di interviste ai protagonisti del panorama artistico, direttori di riviste, editori ma anche blogger. Il mondo dell’arte passa infatti altresì dai social network, Facebook in primis, con community da migliaia di utenti. Quest’oggi abbiamo intervistato Claudia, fondatrice della pagina Art’è

MILANO – Art’è è una pagina Facebook, un luogo d’incontro per chi ama la musica, la poesia, la pittura, la fotografia, la letteratura, il teatro e tutte le forme attraverso le quali la ”bellezza” si manifesta rendendo migliore la nostra vita.

Art’è: Galleria d’arte. Una community di quasi 42.000 persone. Quando e come nasce questo progetto?
Art’è nasce per gioco due anni fa. Ho sempre amato le arti figurative e, segnatamente, la pittura e l’Arte moderna. Quello con l’Arte è sempre stato un rapporto istintuale non supportato, cioè, da conoscenze specifiche, dal momento che i miei studi (giuridici) mi hanno portato da tutt’altra parte. Da utente di Facebook un po’ insofferente ai tanti (troppi) contenuti (per così dire) “ludici”, ho cercato di utilizzare questo medium per gratificare il mio palato ricercando e visitando fanpages che si occupassero di Arte (sono un’appassionata di poesia e letteratura, musica e, per l’appunto, di pittura). Ho collezionato “likes” a pagine tematiche che visitavo con regolarità e mi capitava sempre più spesso di pensare che io avrei approfondito questo o quello, che mi sarebbe piaciuto veder pubblicato questo o quell’artista e soprattutto, che mi sarebbe piaciuto conoscere ancor più quel mondo che mi attraeva da sempre ma del quale sapevo davvero poco. E così nasce Art’è: solo io, mi son detta, posso cercare quel che mi piace, studiarlo, approfondirlo, emozionarmi e (perché no? ) magari condividere con altri questa passione…

Arte ed emozione. Nel post sul compleanno di Art’è parli sostanzialmente di questo. Riesci a spiegarcelo? Cos’altro ti emoziona? Quale può essere il ruolo della cultura nella vita delle persone?
Da profana della materia quale sono, ho ritenuto per lungo tempo che la Bellezza di un’opera fosse rappresentata esclusivamente dalla sua capacità di emozionarti, stupirti, spingerti a riflettere su (o a rifletterti all’interno di) un dipinto, un testo, una musica e che poco c’entrassero con tutto questo le pre-conoscenze le quali avrebbero potuto, al contrario, filtrare questo rapporto diretto ed immediato con l’opera, viziandolo. La mia visione nel tempo è cambiata (ti dicevo infatti di quella voglia di crescere nella conoscenza) : contestualizzare un dipinto mettendolo in relazione col momento storico, con le vicissitudini personali e “professionali” dell’artista, compararlo con tutto quel che l’ha preceduto, individuare al suo interno i germi di quel che verrà… è un altro modo di vedere l’opera. Non rappresenta un pre-giudizio ma accresce la tua capacità di “entrarci dentro” e di stupirti, di riflettere o rifletterti nell’opera: quel che in una parola chiamo “emozione”. Vedi? Ci ritorno… è quel che cerco in un’opera d’arte: la sua/mia capacità di emozionarmi.

Qual è il ruolo della cultura nella nostra vita, mi chiedi? Mi piacerebbe che fosse “enorme” nella vita di tutti. E’ un po’ quel che ti dicevo poc’anzi a proposito dell’approccio con l’Arte, che può essere generalizzato ad ogni aspetto della conoscenza. Conoscere, avere voglia di sapere, vedere, imparare, lungi dal rappresentare una pregiudiziale nella conoscenza o interazione con la realtà, costituisce invece, a mio avviso, uno strumento indispensabile per un diverso approccio con la realtà. Potrei ripetere le stesse parole che ho usato prima: accresce la tua capacità di “entrarci dentro”. Comprenderla, elaborarla (col necessario ausilio, beninteso, di cuore e cervello…)

Ad oggi, sono solo i grandi nomi dell’arte ad attrarre folle di visitatori all’ingresso delle gallerie o dei musei. Come mai?
Da appassionata e visitatrice di Musei e Gallerie d’Arte te lo dico in breve: mancanza di cultura dell’Arte, in un Paese, come il nostro, che non la promuove in alcun modo.
Il sistema scolastico se ne occupa pochissimo, il servizio pubblico televisivo non se ne occupa praticamente per nulla. In altre parole se non hai genitori che sono appassionati d’Arte e ti trascinano per Musei e Gallerie da quando sei in fasce e se non hai una sorta di vocazione personale ed allora sei tu a cercarli, è davvero improbabile che tu riesca a trovare attorno a te stimoli che ti spingano in questa direzione.
I grossi nomi? Beh… quelli li conosciamo tutti: sia per le scarse nozioni di storia dell’arte che ci trasciniamo dietro, sia per sentito dire.

Qual è, ad oggi, la reale situazione dell’Arte in Italia?
Terribile! Se per situazione dell’Arte intendi gestione del patrimonio artistico-culturale del Paese. Ed ancora terribile se ti riferisci invece al fatto che l’Arte e la sua fruizione continuano ad esser considerati vezzi oziosi per pochi . “Con l’Arte non si mangia” diceva qualcuno, non molto tempo fa. E, ahinoi, non era il gestore di un fast-food. Era un ministro del nostro Paese. Mi pare che questo la dica lunga…

I giovani e l’arte: che rapporto c’è? Secondo te, quali potrebbero essere gli strumenti e le iniziative più adatte per avvicinare questi due mondi? In particolare, che ruolo hanno riviste, blog e community del settore?
Quanto detto sino adesso vale, a maggior ragione, per i giovani e i giovanissimi. C’è bisogno di “comunicare” l’Arte, renderla fruibile ed appetibile ad un pubblico che si muove ad altre velocità e con altri mezzi. Il libro tematico e la rivista specialistica attraggono solo coloro che sono già interessati all’Arte. Credo che, nell’immediato, il web sia la prima delle risposte (forse perché credo poco che la sede-principe, ossia la scuola, e ancor meno il servizio televisivo pubblico, forniranno risposte serie in questa direzione, quanto meno nel breve periodo).
Faccio un esempio: in occasione degli esami di maturità, Art’è ha condiviso l’iniziativa promossa da una bella pagina d’arte invitando i ragazzini alle prese con gli esami a chiedere consigli per le loro tesine d’arte.
Sollecitati dalle mamme che li hanno informati dell’iniziativa, molti giovanissimi son diventati fan delle nostre pagine. In maniera interessata, dirai (cercavano aiuti e consigli, e qualche furbetto sperava pure che la tesina gliela facessimo noi). E probabilmente si sono avvicinati per questo. Ma molti di loro son rimasti: vedo i loro likes e a volte pure i loro commenti a margine di un dipinto condiviso. Timidi approcci che a mio avviso sono possibili grazie al “linguaggio” facile che una fanpage che operi sul web deve necessariamente adottare. Nessun tecnicismo, molte immagini, didascalie semplici e brevi, aneddoti e curiosità a corredo dell’immagine… com’è giusto che faccia una pagina che non pretenda di redigere trattati scientifici e voglia rivolgersi ad un pubblico variegato e composito come quello di un social network.

9 luglio 2014

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