Quando il nudo è scandaloso? Che cosa è il genio? Perché attrae l’eros nell’arte? Il dibattito sul tema censura e “politicamente corretto” ha attraversato il mondo dell’arte per secoli. Di recente, vi abbiamo proposto le 10 opere d’arte più celebri censurate.
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Abbiamo chiesto al noto critico d’arte Luca Nannipieri di riflettere sulla libertà dell’arte di rappresentare anche l’osceno e l’immorale. A lui, inoltre, è dedicato il libro scritto da Valentina Neri, dal titolo: “Luca Nannipieri, l’arte ha bisogno di carezze“, volume nel quale si analizzano proprio questi temi di forte interesse artistico e sociale.
Può un’opera d’arte rappresentare anche l’osceno e l’immorale?
Nell’arte, anche il nudo apparentemente più pervertito, più ammiccante verso la fanciullezza, anche il nudo ritenuto più depravato, vizioso, ai confini della pedofilia, deve essere accettato. Guai a pensare che l’arte debba esprimere ciò che la morale vuole. L’arte non deve mai soggiacere alle convenzioni della morale. Gli artisti, nelle opere, devono sondare l’insondabile, l’inaudito, devono perlustrare i territori oscuri che la nostra mente non ha ancora ispezionato. Devono anche tentare il pensiero più scabroso, il quale, nel momento in cui viene cristallizzato in un’opera, è tutto fuorché scabroso, tutto fuorché illecito.
La letteratura e il cinema sono costellati di desideri di omicidi, stupri, violenze, tradimenti, soprusi, ingiustizie, perversioni. Non bisogna condannare Shakespeare, Dostoevskij, Hitchcock per gli omicidi che hanno narrato. Così come, nella pittura, è assolutamente sciocco condannare moralmente Paul Gauguin, Balthus, o il recente Falk Gernegross, perché hanno toccato nei loro quadri quella parte ambigua del desiderio umano verso la fanciullezza, verso le prime forme di bellezza giovanile, ovvero bambini, ragazzi e ragazze di dieci, undici, dodici, tredici anni, quattordici anni, ripresi in pose di indefinibile, invitante magnetismo.
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E’ sciocco condannare questi artisti dall’alto di un tribunale moralistico e conformista. L’arte, nel mostrare quei bambini, quei fanciulli e fanciulle, immortalati nel loro incanto di cerbiatto, invita a una considerazione profonda sull’umano, non invita alla pedofilia, non invita allo stupro. Nessun arte invita a un atteggiamento criminale. Leggere i gialli di Agatha Christie non è un invito a uccidere. Guardare i quadri di Balthus non è un invito a copulare bambini o ragazzi. Pensare di togliere dai musei e dalle collezioni, secondo uno strabismo gretto e analfabeta, le opere che ammiccano a un’ipotetica perversione sessuale sui più piccoli o sulla fanciullezza, è assolutamente insensato, perché significa voler far diventare l’arte ciò che l’arte non è mai stata.
L’arte è incondizionatezza, è assenza di alcuna inibizione nell’atto creativo, se non quella che ti muove la tua coscienza di creatore. Poi, ovviamente, se l’individuo-artista violenta un bambino di 8 anni va arrestato. L’atto creativo, in quanto atto creativo, non deve avere limiti, perché perlustra nella sua siderale innocenza le recondite costellazioni della mente dell’uomo.
Luca Nannipieri