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Bonalumi e la forza del colore nella sua prima retrospettiva

Il museo MARCA di Catanzaro presenta la prima mostra personale di Agostino Bonalumi dopo la sua scomparsa avvenuta il 18 settembre 2013 all'età di 78 anni...

Il Museo MARCA di Catanzaro, presenta fino al 31 maggio la prima retrospettiva delle opere dell’artista Agostino Bonalumi

MILANO – Il museo MARCA di Catanzaro presenta la prima mostra personale di Agostino Bonalumi dopo la sua scomparsa avvenuta il 18 settembre 2013 all’età di 78 anni. Curata dal direttore artistico del MARCA di Catanzaro, Alberto Fiz, insieme al figlio dell’artista Fabrizio Bonalumi, la rassegna si configura come un’occasione particolarmente significativa per riflettere sul percorso artistico di Bonalumi in un tracciato che si sviluppa dai primissimi esempi di estroflessioni sino alle continue variazioni realizzate nei decenni seguenti, sempre con il medesimo rigore formale e poetico.

LA MOSTRA – La mostra comprende una selezione particolarmente accurata di 50 opere di grandi dimensioni che spaziano dalle prime esperienze nell’ambito dell’informale per giungere all’indagine dell’ultimo decennio. “E’ con particolare soddisfazione che il MARCA corona la sua attività realizzando, per primo in Italia, un omaggio ad un grande artista che ha segnato la nostra storia recente”, afferma Wanda Ferro, commissario straordinario della Provincia di Catanzaro. La rassegna, che delinea un unico grandioso percorso al primo piano del museo, presenta “Bianco” del 1969, una straordinaria installazione di 13 metri divisa in 13 pannelli esposta una sola volta nel 1973 alla galleria del Naviglio di Milano. Si tratta, dunque, di un’occasione unica per ammirare uno dei lavori che meglio esprimono l’integrazione tra oggetto e spazialità ambientale.

LA PITTURA- OGGETTO – Come afferma Alberto Fiz “Agostino Bonalumi è una figura centrale nell’arte del secondo dopoguerra ed è particolarmente importante riflettere sull’importanza della sua indagine al di là di ogni classificazione. Le sue opere ribaltano il rapporto con il mondo visibile diventando visioni esse stesse. La realtà non è più esterna ma diventa parte integrante dell’immagine che ne possiede l’essenza.” Tra i maggiori protagonisti del secondo dopoguerra, Bonalumi, insieme a Piero Manzoni e Enrico Castellani (la loro prima esposizione risale al 1958), ha imposto la Pittura-Oggetto come segno linguistico di riferimento in netta opposizione alle ricerche di carattere espressionista.

MAESTRO DELLE “ESTROFLESSIONI” – Pur avendo trovato una posizione di primo piano nell’ambito dello spazialismo, Bonalumi è un artista eterodosso che non ha mai fatto della sua ricerca un dogma, trovando sempre una via di fuga autenticamente pittorica rispetto a quelli che potevano sembrare i limiti naturali di un’indagine connotata dagli elementi geometrici e percettivi. Ciò che conta per lui è l’estensione dell’oggetto nello spazio ottenuto attraverso il connubio tra un impianto pittorico che diventa tridimensionale e un’immagine plastica che si pone come trasgressione nei confronti della bidimensionalità.

4 marzo 2014

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