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Biennale di Venezia, artisti chiedono esclusione di Israele

La richiesta è contenuta in una lettera diretta alla Fondazione della Biennale, che ha già raccolto oltre 8mila sottoscrittori. Tra i firmatari artisti di fama mondiale

Migliaia di artisti, oltre ad istituzioni e enti culturali, hanno chiesto l’esclusione di Israele dalla prossima Biennale d’Arte di Venezia, in programma dal 20 aprile al 24 novembre.

La richiesta è contenuta in una lettera diretta alla Fondazione della Biennale di Venezia, che ha già raccolto oltre 8mila sottoscrittori. Tra i firmatari della lettera, artisti come Nan Goldin, che già dall’inizio delle ostilità ha espresso il suo supporto alla popolazione palestinese, Mike Parr, scaricato dal suo gallerista a causa di una performance sul conflitto tra Israele e Palestina.

La lettera alla Biennale di Venezia

“Mentre il mondo dell’arte si prepara a visitare il diorama dello stato-nazione ai Giardini – si legge nell’appello indirizzato alla Fondazione della Biennale di Venezia -, affermiamo che è inaccettabile ospitare uno Stato impegnato nelle atrocità in corso contro i palestinesi a Gaza. No al Padiglione del Genocidio alla Biennale”.

“Le richieste di riconoscimento delle atrocità commesse da nazioni partecipanti alla Biennale non sono senza precedenti – si legge nella lettera – Dal 1950 al 1968, a causa della condanna globale dell’apartheid e degli appelli al boicottaggio, il Sudafrica fu scoraggiato dall’esporre ed escluso dalla Biennale durante l’assegnazione dei padiglioni. Nel 1968, sulla base della risoluzione 2396 delle Nazioni Unite, fu introdotto il divieto ufficiale e l’intimazione a sospendere “gli scambi con il regime razzista”. Il Sudafrica fu riammesso solo dopo l’abolizione del regime d’apartheid nel 1993”.

“Le principali organizzazioni internazionali, palestinesi e israeliane per i diritti umani sostengono da tempo che l’occupazione israeliana della Palestina, della Cisgiordania, di Gerusalemme Est e della Striscia di Gaza – considerata illegale dalla Risoluzione ONU 242 del novembre 1967 – costituisce, insieme al trattamento riservato allə palestinesi all’interno dei confini del 1948, un crudele sistema di apartheid e un crimine contro l’umanità”.

Gli autori della lettera, riuniti sotto il nome collettivo di ANGA (Art Not Genocide Alliance) per legittimare la loro posizione fanno riferimento a quanto accaduto in occasione della guerra tra Russia e Ucraina. “La Biennale e la curatrice dell‘esposizione internazionale rilasciarono pubblicamente numerose dichiarazioni a sostegno del diritto del popolo ucraino all’autodeterminazione, alla libertà e all’umanità.

La condanna pubblica della Biennale per ‘l‘inaccettabile aggressione militare da parte della Russia’ includeva l’impegno ad evitare ‘qualsiasi forma di collaborazione con coloro che hanno compiuto o sostenuto un attacco così grave’ e il rifiuto di ‘accettare la presenza, in qualsiasi dei suoi eventi, di delegazioni ufficiali, istituzioni o persone legate a qualsiasi titolo al governo russo’.”

“Le curatrici e l’artista del padiglione israeliano hanno rilasciato una dichiarazione superficiale che sostiene la necessità dell’arte in tempi bui, insistendo su una ‘bolla di libera espressione e creazione in mezzo a tutto ciò che sta accadendo’. Un altro doppio standard – continua la lettera indirizzato alla Fondazione della Biennale di Venezia – Mentre il padiglione israeliano prende vita, il bilancio delle vittime del genocidio a Gaza e in Cisgiordania aumenta ogni giorno. Mentre il team curatoriale israeliano progetta il cosiddetto ‘Padiglione della fertilità’ riflettendo sulla maternità contemporanea, Israele ha ucciso più di 12.000 bambinə, distrutto strutture mediche e reso impossibile l‘accesso alle cure riproduttive.”

La posizione del Ministro Sangiuliano

Sulla questione relativa alla partecipazione di artisti israeliani alla biennale di Venezia è intervenuto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “È inaccettabile, oltre che vergognoso, il diktat di chi ritiene di essere il depositario della verità e con arroganza e odio pensa di minacciare la libertà di pensiero e di espressione creativa in una Nazione democratica e libera come l’Italia.”

Secondo il Ministro Sangiuliano, Israele non solo ha il diritto di esprimere la sua arte alla Biennale di Venezia, ma “ha il dovere di dare testimonianza al suo popolo proprio in un momento come questo in cui è stato duramente colpito a freddo da terroristi senza pietà. Allo Stato di Israele, ai suoi artisti e a tutti i suoi cittadini va la mia più profonda solidarietà e vicinanza. La Biennale d’arte di Venezia sarà sempre uno spazio di libertà, di incontro e di dialogo e non uno spazio di censura e intolleranza. La cultura è un ponte tra le persone e le nazioni, non un muro di divisione”.

Photocredits: Ylbert Durishti

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