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Un McDonald’s alle Terme di Caracalla, il Mibac ha bocciato il progetto

Il Mibac ha bocciato il progetto di un McDonald's alle Terme di Caracalla tutelando così il sito archeologico e il vivaio ad esso vicino

MILANO – McDonald’s è arrivato veramente dappertutto. Lo troviamo nei posti più impensabili e talvolta più belli al mondo ed è diventato un luogo di aggregazione e di incontro dove poter “cenare” in compagnia oppure dove semplicemente sgranocchiare al volo qualcosa. Ma questa volta pare proprio aver scelto il luogo sbagliato dove aprire il nuovo punto ristoro: le Terme di Caracalla. Il Mibac (ministero per i Beni e le attività culturali) ha bocciato la proposta.

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McDonald’s è ovunque, persino alle Terme di Caracalla

Le Terme di Caracalla sono uno dei luoghi più belli e unici al mondo, nonché un’area archeologica parte del patrimonio dell’UNESCO. E McDonald’s, proprio li, voleva metterci le mani. Il progetto è stato per molto tempo al centro di numerosissime polemiche da parte del Campidoglio, della Sovrintendenza e del Primo Municipio, fino a quando anche i cittadini non si sono uniti per impedire che il monopolio del colosso americano arrivasse anche li.

Domus Augustana dalle Terme di Caracalla

Ecco che allora il Mibac ha preso in mano le redini della situazione ed è intervenuto per annullare, in autotutela, la procedura autorizzativa per la costrizione del punto ristoro, salvando così dal “gigante dei panini” anche i 35 mila metri quadri del vivaio di via Baccelli, altro luogo storico di Roma, attualmente di proprietà di Eurogarden.

Vince l’amore per l’arte

Il progetto originario “del Mc” (come si usa chiamarlo in gergo comune) doveva comprendere una superficie di 800 metri quadrati. In questo enorme spazio avrebbero preso vita i classici attributi di un qualsiasi altro McDonald’s: un McDrive e un McCafé con l’aggiunta esclusiva di una serra di 180 mq per “mantenere il legame con il vivaio”. Il tutto avrebbe ospitato, tra esterno e interno, 250 posti a sedere e vi avrebbero lavorato tra le 50 e le 80 persone. Tuttavia, a parte le ragioni di tutela del sito archeologico, il progetto è stato al centro di polemiche anche per via dei volumi di traffico previsti intorno al ristorante.

 

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L’amore per il patrimonio artistico ha quindi vinto sul monopolio del marchio americano, salvando da una possibile rovina l’incredibile scenario storico e artistico delle Terme di Caracalla (costruite da Caracalla sul Piccolo Aventino tra il 212 ed il 216 d.C) che ci hanno restituito meravigliose opere d’arte come le tre gigantesche sculture Farnese (il Toro, la Flora e l’Ercole), magnifici mosaici, i busti degli Antonini, le statue di Minerva, di Venere, di una vestale, di una baccante, e tante altre opere minori.

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Via: Corriere della Sera

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