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Luoghi del cuore FAI: ecco i primi dieci in classifica

Oggi è stato annunciata la classifica provvisoria dei primi 10 luoghi del cuore FAI 2020. Ecco, quali sono i luoghi del cuore più votati dagli Italiani

Cosa accomuna un borgo vicino a La Spezia raggiungibile con una scalinata di 1.200 gradini e la strada immersa nella natura che costeggia il Mar Piccolo di Taranto? O ancora una bianca parete rocciosa a picco sul mare in provincia di Agrigento e un eremo del XIII secolo a Sulmona? Luoghi così diversi e distanti l’uno dall’altro ma tutti protagonisti di una grande storia d’amore. Quella che lega gli italiani alle bellezze culturali e paesaggistiche del loro territorio e che FAI promuove con la decima edizione dei Luoghi del Cuore. 

I luoghi del cuore

Lanciato il 6 maggio, dopo due mesi di isolamento forzato e in un momento molto delicato per l’Italia, il censimento ha riscosso fin dai primi giorni un enorme successo. A una settimana dal via erano arrivati al FAI più di 100.000 voti e oggi, dopo due mesi e mezzo, sono oltre 650.000 la maggior parte dei quali effettuati tramite il sito del progetto. Una dimostrazione tangibile del fatto che i cittadini hanno interpretato questa iniziativa non solo come un modo per riavvicinarsi virtualmente a luoghi cari legati alla vita quotidiana o a preziosi ricordi personali, ma anche come una ripartenza culturale e sociale che ha permesso di riappropriarsi di un orizzonte positivo, in cui proiettare desideri, speranze e un rinnovato impegno civico. 

La classifica

A oggi ecco i luoghi ai primi posti della classifica provvisoria:

  1. Castello di Sammezzano a Reggello (FI)
  2. Ponte dell’acquedotto a Gravina in Puglia (BA)
  3. Città di Bergamo
  4. Circumarpiccolo a Taranto
  5. Cuneo-Ventimiglia-Nizza: la Ferrovia delle Meraviglie
  6. Eremo di Sant’Onofrio al Morrone a Sulmona (AQ)
  7. Bacino del Rio Grande ad Amelia (TR)
  8. Chiesa di San Michele Arcangelo di Pegazzano a La Spezia
  9. Borgo di Monesteroli (SP)
  10. Scala dei Turchi a Realmonte (AG)

Castello di Sammezzano a Reggello (FI)

Tenuta di caccia in epoca medicea, nel 1605 la proprietà venne acquistata dagli Ximenes D’Aragona. La veste attuale risale alla seconda metà dell’Ottocento e si deve al marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes: eclettico protagonista della vita culturale e politica fiorentina, riprogettò il castello in stile orientalista, rendendolo un edificio senza pari in Italia e con pochi confronti anche a livello internazionale. Ne fece una rievocazione di capolavori architettonici di arte moresca, trasformando in particolare 13 sale del primo piano in sogni decorativi e arricchendo il parco che circonda il castello, di ben 190 ettari, con numerose specie arboree. Trasformato con le sue 140 stanze in hotel di lusso, il complesso venne acquistato nel 1999 dalla Sammezzano Castle srl, che intendeva farne un grandioso resort. Il progetto si è arenato per problemi economici e dopo una serie di aste giudiziarie mai aggiudicate, tra 2015 e 2017, il castello è tornato da pochi mesi proprietà della società citata, uscita da una procedura di fallimento. Set del film Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone, Sammezzano è di fatto in stato di grave abbandono e privo di tutti gli arredi storici: mancano i vetri a molte finestre, ci sono problemi al tetto, anche se qualche intervento è stato realizzato dal commissario liquidatore negli anni scorsi, e le statue del parco sono state rubate. Già vincitore del censimento del FAI 2016, ma senza che nessun intervento potesse essere realizzato con il contributo “I Luoghi del Cuore” di 50.000 euro messo a disposizione per il primo classificato (rimasto congelato per via della situazione proprietaria), il castello rientra anche tra i 7 most endangered sites in Europe nominati dall’Associazione Europa Nostra. I voti per il censimento 2020 vengono raccolti dai comitati “Savesammezzano” e “FPXM”, che da anni si battono per la tutela e la valorizzazione del sito e che si sono nuovamente mobilitati per chiederne il recupero e la fruizione, auspicando che possa diventare di proprietà pubblica. La raccolta voti è sostenuta dalla cantante Irene Grandi.

Ponte dell’acquedotto a Gravina in Puglia (BA)

Importante struttura ad archi, alta 37 metri, lunga 90 e larga 5,5, che collega le sponde del torrente Gravina. Fu costruito per permettere l’attraversamento del Crapo (l’antico nome del torrente Gravina) e consentire ai fedeli di raggiungere la Chiesetta della Madonna della Stella. Poco si sa circa la data della sua costruzione, ma le fonti ne attestano l’esistenza almeno dal 1686. Reso probabilmente instabile dal sisma del 1686, il ponte crollò col terremoto del 1722. Fu la famiglia Orsini di Roma, che si era trasferita nel feudo di Gravina, a ordinare, intorno a metà Settecento, la ricostruzione e la trasformazione del ponte in acquedotto, per portare oltre le mura della città le acque di due sorgenti. La struttura portante che lo collegava alle due fontane ancora oggi esistenti ai due lati del ponte era costituita da 25 archi. Resi pericolanti da un’alluvione nel 1855, furono sostituiti da una spalliera in tufo. La struttura, ancora oggi percorribile, è discretamente conservata; avrebbe bisogno di migliore illuminazione e di recupero del basolato per migliorarne la fruibilità. Il comitato “Ponte dell’Acquedotto nel Cuore”, nato per volontà del Club Lions di Gravina in Puglia e di associazioni locali, attraverso la raccolta voti al censimento si pone l’obiettivo di vedere valorizzato il manufatto.

Città di Bergamo

Situata ai piedi delle Prealpi bergamasche all’imbocco delle valli del Serio e del Brembo, è nettamente distinta in due centri. La città vecchia o Bergamo Alta, arroccata sul colle di San Virgilio, dall’aspetto tipicamente medievale con vie strette e tortuose, palazzi antichi e le mura venete, nominate dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, trasformate oggi in camminamenti; e la città nuova o Bergamo Bassa, ai piedi della prima, con vie larghe, giardini, edifici pubblici, progettata dall’urbanista Piacentini. La città alta è la parte artisticamente più ricca: nella piazza Vecchia e nella piazza del Duomo sono raccolti i monumenti più insigni, quali la Chiesa di Santa Maria Maggiore, una delle testimonianze del romanico lombardo, il Duomo e la Cappella Colleoni, con la stupenda facciata policroma, di epoca rinascimentale. La raccolta voti per questa città che ha pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane a causa del Covid-19 è sostenuta dall’attore Alessio Boni.

Circumarpiccolo a Taranto

Molto votata anche in questa edizione del censimento FAI, è una strada silenziosa e immersa nella natura, che circonda i due golfi del Mar Piccolo di Taranto, una laguna costiera che si estende per poco più di 20 km quadrati, a nord della città. Percorrendo la strada, che come dice il suo nome circonda ad anello questo bacino, si abbraccia un panorama ricco di fascino, con gli aironi e i fenicotteri che popolano la Palude La Vela, un’area naturale protetta in riva al mare. L’ambiente dell’oasi è palustre con canneti, macchia mediterranea e acquitrini costellati di orchidee spontanee. Da sempre il Mar Piccolo ha ospitato gli allevamenti delle “Cozze Nere” di Taranto, un’eccellenza gastronomica, il cui gusto inimitabile è reso tale dalle sorgenti d’acqua dolce (i Citri) e dall’apporto di due brevi corsi d’acqua, il Cervaro e il Galeso. Salvaguardare la Circumarpiccolo dalle fonti di inquinamento e dal degrado, arginare l’antico corso d’acqua Galeso e qualificare la zona quale Parco Naturalistico è ciò che ha spinto i cittadini, guidati dal comitato “2020 – A difesa del Mar Piccolo”, a votarla in questa e nelle precedenti edizioni de “I Luoghi del Cuore”.

Cuneo-Ventimiglia-Nizza: la Ferrovia delle Meraviglie

Una straordinaria opera dell’ingegno umano che sfida i limiti fisici – in meno di 50 km in linea d’aria supera un dislivello di mille metri – per creare un ardito collegamento tra territori e nazioni, pensata e realizzata quasi due secoli fa per unire l’Italia alla Francia, il Piemonte alla Liguria, i monti al mare, la pianura alla costa. Nonostante la sua spettacolarità e l’utilità per tutte le persone che ne usufruiscono, dagli anni Ottanta del Novecento la linea ferroviaria non è stata sufficientemente valorizzata e sostenuta. Malgrado i considerevoli investimenti per la sua messa in sicurezza, è mancata una vera e propria politica di rilancio, con un inevitabile declino e una drastica riduzione delle corse (attualmente 2 al giorno), ma anche un’incombente minaccia di chiusura, acuita dalla doppia gestione italiana/francese. Eppure questa è la “Ferrovia delle Meraviglie”, inserita nel 2016 dalla rivista tedesca Hörzu tra le dieci linee ferroviarie più belle del mondo. I tre comitati: “Amici del Treno delle Meraviglie”, “Amici della Ferrovia Cuneo Ventimiglia Nizza” e “Amis du Train des Merveilles” auspicano, attraverso l’attivazione a “I Luoghi del Cuore”, un potenziamento della linea ferroviaria e la sua valorizzazione. La ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza rientra nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.

Eremo di Sant’Onofrio al Morrone a Sulmona (AQ)

Luogo di grande valore spirituale dove, si narra, l’eremita Pietro da Morrone fu raggiunto nel 1294 dai messi papali che gli annunciarono l’elezione al soglio pontificio come Celestino V, da cui abdicò dopo pochi mesi, con “il gran rifiuto” citato da Dante nell’Inferno. Ancora oggi si può visitare la grotta che fu rifugio del Santo Eremita e i devoti, seguendo un rito apotropaico, vi si stendono per guarire i dolori articolari. L’eremo risale al XIII secolo: dal suo straordinario belvedere la vista domina l’Abbazia di Santo Spirito a Morrone, lo storico campo di prigionia 78 e l’intera Valle Peligna. L’obiettivo della raccolta voti del comitato “Custodi dell’Eremo di Celestino V” al censimento “I Luoghi del Cuore” 2020, dopo le difficoltà seguite al terremoto del 2009 e al disastroso incendio del Monte Morrone che lambì l’eremo nel 2017, è quello di restaurare gli affreschi trecenteschi della cappella presente nella struttura e mettere in sicurezza l’accesso alla grotta nella quale Pietro da Morrone, poi Celestino V e infine San Pietro Confessore, visse per gran parte della sua permanenza sulla montagna. Il bene rientra nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.

Bacino del Rio Grande ad Amelia (TR)

Luogo di suggestiva bellezza, un tempo risorsa economica, oggi ambientale, turistica e sociale. Incastonato tra i Monti Amerini e con essi Sito di Interesse Comunitario, il Rio Grande è un torrente tributario del Tevere che nei pressi della città di Amelia incontra due sbarramenti: una prima diga di monte, detta la Para, che ha generato il Lago Vecchio, e una seconda di valle, detta dei Finestroni, dalla quale, ricevuto l’afflusso del fosso di Macchie con cui costituisce un ulteriore bacino lacustre, si getta nella valle sottostante. Le dighe sono di grande valore: una è probabilmente tra le poche sopravvissute di epoca romana, l’altra è di origine duecentesca e tra le più antiche dighe ad arco sopravvissute. Grazie ai due bacini, Amelia disponeva di una notevole riserva idrica, venuta meno a causa del loro progressivo interramento, iniziato negli anni Settanta del Novecento con il tamponamento degli scarichi di una delle dighe. I materiali di sedimentazione, non più trattenuti, vengono riversati nel Rio Grande. La mancata manutenzione idraulica ha ridotto l’invaso a pochi centimetri d’acqua e in estate l’alveo è del tutto arido Il ripristino della funzionalità idrica del bacino, auspicato dal comitato “Un voto per il Rio Grande” potrebbe consentire il recupero di orti e vivai oggi scomparsi, che per secoli hanno ravvivato le sponde, ma anche il ripopolamento di specie lacustri in passato presenti, ponendo le basi per la nascita di un’oasi naturale e faunistica. La raccolta voti è sostenuta dall’attrice Maddalena Crippa.

Chiesa di San Michele Arcangelo di Pegazzano a La Spezia

Costruita nel 1348 come ampliamento di un edificio preesistente, fu più volte rimaneggiata nel corso dei secoli. Subì danni durante la Seconda Guerra Mondiale e venne usata come magazzino nel dopoguerra; ulteriori utilizzi impropri hanno provocato un progressivo degrado del bene. Già votata ai censimenti 2012 e 2014, la chiesa, a cui gli abitanti del quartiere Pegazzano sono molto legati, ha beneficiato di un contributo messo a disposizione da FAI e Intesa Sanpaolo nell’ambito del Bando per la selezione degli interventi che viene lanciato al termine di ogni censimento, grazie al quale è stato reso possibile il restauro di due altari settecenteschi, parte di un processo di recupero complessivo che ha già riguardato l’abside e ha permesso la riapertura al pubblico. I lavori devono però essere completati e per tenere alta l’attenzione sui bisogni di questo luogo il comitato “Salviamo San Michele Vecchio di Pegazzano” ha scelto di attivarsi nuovamente in occasione de “I Luoghi del Cuore” 2020.

Borgo di Monesteroli (SP)

Minuscolo borgo in provincia di La Spezia inserito nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Si raggiunge attraverso una scalinata di oltre 1.200 gradini, che scendono dalla collina sovrastante, passando tra boschi e vigneti per poi aprirsi in una discesa mozzafiato. Proprio i vigneti sono parte della ragion d’essere del borgo: nelle sue cantine, infatti, veniva vinificata l’uva raccolta, trasportata a spalle in gerle lungo la ripida scalinata. Soltanto il rumore del vento e delle onde rompe il silenzio in questo borgo aggrappato alla roccia, sul filo del mare. A Monesteroli non abita nessuno, non è arrivata la linea elettrica, né il metano. Solo piccoli pannelli solari e un acquedotto irriguo permettono una fruizione meno spartana. Oggi, per salvare questo luogo serve mettere in sicurezza una frana, manutenere il sentiero che congiunge il borgo con il crinale e il mare e ricominciare a coltivare i terreni: questo è l’intento con il quale si è attivato il comitato “Per Monesteroli”, nato dall’idea di un gruppo di amici. La raccolta voti è sostenuta dal comico Dario Vergassola, dal giornalista Emilio Casalini e dall’attore Clayton Norcross.

Scala dei Turchi a Realmonte (AG)

La grande scogliera di marna bianca, vero e proprio monumento naturale, si protende sul mare tra Agrigento e Porto Empedocle, separando due spiagge sabbiose. È una parete rocciosa che riproduce la forma di una scala dal profilo smussato, curvo e irregolare. Il suo nome risale al XVI secolo, quando i pirati Saraceni, impropriamente chiamati Turchi, la utilizzavano come punto di approdo per saccheggiare i paesi limitrofi. L’intera costa dove insiste la Scala dei Turchi è stata catalogata come zona a rischio idrogeologico, ma ciononostante l’area è da tempo oggetto di abusivismo. Nell’ultimo ventennio ci si è però mossi verso la sua riqualificazione. Dagli anni Ottanta del Novecento una delle spiagge ai suoi piedi era deturpata dallo scheletro di cemento di un complesso alberghiero mai concluso. Grazie alla mobilitazione al censimento del 2008, il FAI ha agito in favore del bene affiancando Legambiente in una battaglia legale, che nel 2013 ha portato all’abbattimento dell’ecomostro. Inoltre FAI e Intesa Sanpaolo hanno sostenuto la demolizione di un altro edificio abusivo su uno dei terrazzi rocciosi in cima alla Scala. È seguita la riqualificazione dell’area, trasformata in belvedere pubblico in collaborazione con il Comune. Il comitato “Realmonte-Città della Scala dei Turchi” sta nuovamente raccogliendo voti per tutelarla.

Come votare

È possibile votare fino al 15 dicembre 2020
1. Sito www.iluoghidelcuore.it
2. Con moduli cartacei di raccolta voti dedicati a ogni “luogo del cuore”, scaricabili dal sito www.iluoghidelcuore.it

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