L’arte espressiva di Jean-Marie Barotte in mostra a Milano

11 Ottobre 2024

In mostra a Milano l'attesa retrospettiva dell'artista italofrancese Jean Marie Barotte: il suo pensiero diviene materia, la forma diviene poesia.

L'arte espressiva di Jean-Marie Barotte in mostra a Milano

La mostra dedicata all’opera dell’artista italofrancese Jean-Marie Barotte è in programma alla Fabbrica del Vapore di Milano fino al 31 ottobre 2024. L’esposizione, curata da Chiara Gatti e Marco Bazzini, con la direzione artistica di Maria Cristina Madau, è organizzata in collaborazione con il Fonds Barotte Madau e l’associazione T.Art.

Questa mostra, arricchita da una profonda riflessione filosofica, rappresenta un viaggio attraverso l’eredità artistica e intellettuale di Barotte, svelando la complessità del suo linguaggio pittorico e la sua meditazione sulla vita e l’arte.

La mostra alla Fabbrica del Vapore non è solo un’occasione per esplorare l’opera di Jean-Marie Barotte, ma anche per riflettere sull’eredità filosofica e spirituale che ha lasciato. La sua ricerca inesausta sui mezzi della pittura e il suo dialogo con la letteratura e la filosofia rendono le sue opere un ponte tra l’arte e il pensiero.

La mostra è accompagnata da un catalogo monografico edito da Silvana Editoriale, che raccoglie contributi critici di Marco Bazzini, Chiara Gatti e altri studiosi, offrendo uno sguardo approfondito su un artista che continua a interrogare e ispirare anche dopo la sua scomparsa.

La mostra

L’allestimento della mostra presso la Fabbrica del Vapore è progettato per immergere il visitatore nell’universo di Barotte, trasformando lo spazio espositivo in un labirinto di stanze interconnesse. Piccoli studioli claustrali e wunderkammer, simbolo del flusso dei pensieri, evocano il viaggio interiore che caratterizza le opere dell’artista. Questa esperienza sensoriale conduce lo spettatore verso l’abisso della riflessione esistenziale, offrendo una visione intima e al contempo universale del pensiero di Barotte.

La retrospettiva ripercorre il percorso artistico di Jean-Marie Barotte dal 1987, anno in cui nasce la serie Au commencement était le signe, fino a Tout se tient en équilibre précaire, opera realizzata nel dicembre 2020, poco prima della sua scomparsa. Le opere in mostra riflettono la meditazione dell’artista sulla vita e sul silenzio. Attraverso l’uso di materiali impalpabili e la sua peculiare tecnica del “nero fumo”, Barotte crea una pittura poetica e densa di rimandi filosofici. La cenere, residuo del fuoco, diventa per l’artista un simbolo della continuità della vita, della morte e della memoria.

La sopravvivenza artistica: una riflessione sulla fine e sull’inizio

Maria Fratelli, direttrice della Fabbrica del Vapore, sottolinea l’importanza di questa retrospettiva come celebrazione della “sopravvivenza” di Barotte, non solo come artista, ma come pensatore. La mostra offre un’occasione unica per riattivare il pensiero filosofico dell’artista attraverso le sue opere pittoriche, trasformando la sua scomparsa in un nuovo inizio per la sua leggenda artistica.

Per Chiara Gatti, la retrospettiva invita a riflettere sul linguaggio della pittura contemporanea come frutto di una rilettura del passato in chiave attuale, richiamando tecniche pittoriche del XVII secolo, soprattutto nell’uso del chiaroscuro.

Il curatore Marco Bazzini pone l’accento sul piccolo formato delle opere di Barotte, che trasmettono il gesto minimo dell’artista, più sussurrato che tracciato. Questo “silenzio visivo” permette di guardare oltre l’immediatezza del reale, riportando l’osservatore a uno spazio di cura e attenzione verso l’altro. La superficie pittorica diventa così un luogo di contemplazione e di incontro con l’invisibile, dove ogni segno, colore e luce rivela una dimensione intima e profonda.

La formazione culturale e artistica di Jean-Marie Barotte

Nato a Parigi nel 1954 da padre francese e madre italiana, Jean-Marie Barotte trascorre una parte significativa della sua vita a Milano, dove viene a contatto con la vivace scena culturale della città. Un momento cruciale della sua formazione è l’incontro con il regista e pittore Tadeusz Kantor, figura chiave del teatro di ricerca.

In questo ambiente stimolante, Barotte matura il desiderio di sviluppare un proprio linguaggio espressivo, iniziando la sua carriera artistica con il disegno durante le tournée teatrali. Questi schizzi, creati in stanze d’albergo in giro per il mondo, costituiscono il punto di partenza del suo percorso artistico che culminerà nella pittura.

Filosofia e letteratura: l’anima della pittura di Barotte

Il mondo interiore e creativo di Barotte trae ispirazione da profondi riferimenti letterari e filosofici. Le opere di Edmond Jabès, Paul Celan, San Juan de la Cruz e Jacques Derrida influenzano il suo approccio alla pittura, che si trasforma in una continua ricerca esistenziale e intellettuale.

Un esempio significativo di questo dialogo tra filosofia e arte è la serie ispirata alla “Noche oscura del alma” di San Juan de la Cruz, in cui Barotte esplora il passaggio dall’oscurità alla luce. I suoi “neri vellutati” evocano un bagliore nascosto che indica una via verso la trascendenza, riflettendo sul confine tra la vita e la morte.

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