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Art-Therapy, quando l’Arte diventa protagonista negli ospedali

Alcuni ospedali hanno fatto dell'arte un vero e proprio mezzo di terapia per i propri malati e in alcuni casi, hanno addirittura accumulato un notevole corpus di opere. L'arte fa bene, guarisce e ormai piรน di una rivista scientifica, avvalora questo dato...

L’Art-Therapy è una forma di psicoterapia che utilizza la creazione artistica come mezzo per esprimersi, liberarsi e trasformarsi; che sia tramite la pittura, la musica, il ballo, il teatro o la scultura, questo metodo cura grazie alla potenza dell’Arte. Da Milano a Los Angeles, numerosi sono anche gli artisti che hanno voluto migliorare i notoriamente grigi e tristi spazi ospedalieri: da Jeff Koons a Bros, oggi vi proponiamo i principali ‘interventi d’arte’ 

MILANO – Alcuni ospedali hanno fatto dell’arte un vero e proprio mezzo di terapia per i propri malati e in alcuni casi, hanno addirittura accumulato un notevole corpus di opere. L’arte fa bene, guarisce e ormai più di una rivista scientifica, avvalora questo dato. Oggi vi parliamo di quegli ospedali che hanno investito nell’arte (e continuano a farlo), rendendo meno triste e grigio il soggiorno tra le corsie.

INSTALLAZIONI LUMINOSE – Il reparto di oncologia del Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, cioè l’ospedale delle star di Hollywood ospita ad esempio più di 4.000 opere (dipinti, sculture, disegni, litografie) da Pablo Picasso a Claes Oldenburg, da René Magritte a Frank Stella, da Joan Mirò a William de Kooning, da Paul Cezanne a Jackson Pollock, da Vasilij Kandinskij a Jean Arp, da Alberto Giacometti a David Hockney.

L’ultima opera acquisita è dell’artista digitale Jennifer Steinkamp che ha realizzato “Florence Nightingale”: nella sala d’attesa del reparto, due computer sono collegati a un proiettore che riflette sulla parete l’immagine di rami in fioritura che fluttuano lentamente, regalando un senso di pace e tranquillità.

A proposito di Light Arts, occorre citare anche l’intervento di Ferdinando Farina all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino: “Passing on Ice Light” è un’installazione luminosa su plexiglass, dove una linea si muove sul ghiaccio in modo centripeto e irregolare, avvolta da un suono tagliente e veloce. E’ il segno di una giovanissima Carolina Kostner, già pattinatrice. L’opera fa parte di un progetto più ampio, “Drom”, che in svedese significa “sogno”.

JEFF KOONS – Nel reparto di radiologia dell’ Advocate Children’s Hospital a Oak Lawn, nell’Illinois, l’artista chiamato a ravvivare la sterile stanza contenente il macchinario per la TAC pediatrica, è addirittura Jeff Koons. Balloon Dog, Hanging Heart, Donkey e Monkeys sono solo alcuni dei personaggi iconici di quest’artista, che, come lui stesso ha spiegato, forniscono ai piccoli pazienti un modo per trasformare il loro disagio in gioia e meraviglia.

TORINO ALL’AVANGUARDIA – Dopo l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino che aveva fatto da apripista ad iniziative di umanizzazione degli ambienti ospedalieri tramite operazioni artistiche, anche l’Ospedale Sant’Anna (sempre a Torino) si apre all’arte. Il Dipartimento Universitario di Discipline Ginecologiche e Ostetriche, ospita infatti la sede operativa della Fondazione Medicina a Misura di Donna, che nel 2012 ha lanciato il Premio “Anna e le altre”, per la realizzazione di un’opera simbolica per l’Ospedale. La vincitrice del Premio è Cornelia Badelita, classe 1982.

DANIEL BUREN – Anche Daniel Buren come altri artisti (il già citato Jeff Koons o Sol Lewitt, con cui collaborò alla realizzazione di opere d’arte per l’Ospedale di Pistoia nel lontano 2005) si è dedicato ad abbellire gli spazi di ospedali e cliniche. Uno degli ultimi, coloratissimi lavori, si intitola “From One Courtyard to Another: Labyrinth – Work in Situ, 2014” e si trova nel neoclassico Hospicio Cabañas, a Guadalajara in Messico. Ora l’ex-ospedale per le persone disagiate della città è patrimonio dell’UNESCO, anche perché contiene alcuni murales del celebre artista José Clemente Orozco.

LA STREET ART DI BROS – In questa breve carrellata di artisti che hanno messo la propria creatività ed arte al servizio degli altri, soprattutto di persone meno fortunate, è impossibile non citare uno degli ultimissimi progetti: lo street artist milanese Bros e i ragazzi dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Il progetto fa parte di un’iniziativa di più ampio respiro, B.Live che coinvolge anche la musica e la moda. Il responsabile del Progetto Giovani dell’istituto oncologico milanese, il dottor Andrea Ferrari spiega così la collaborazione con Bros: «I ragazzi esprimono la loro forza attraverso l’arte. Dietro la musica, la moda, e ora i graffiti, troviamo le loro paure, le loro speranze, il loro coraggio, ma anche la loro normalità di adolescenti che vogliono vivere la vita come i loro coetanei.»

14 settembre 2014

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