“Angelus Novus” (1920), il quadro di Paul Klee sulla speranza

20 Novembre 2024

Dipinto reso celebre da Walter Benjamin, "Angelus Novus" è il suggestivo quadro di Klee, che va nel futuro guardando il passato.

Angelus Novus, quadro di Paul Klee sulla speranza

Tra i dipinti più iconici di Paul Klee, Angelus Novus (1920) è un’opera che ha affascinato e influenzato profondamente non solo il mondo dell’arte, ma anche quello della filosofia e della critica culturale. Walter Benjamin, il celebre filosofo tedesco, ha reso celebre questo quadro includendolo nelle sue riflessioni sul progresso e la storia, facendone un simbolo della condizione umana nel vortice delle crisi del Novecento.

“Angelus Novus” e il linguaggio visivo di Paul Klee

L’opera è una litografia dipinta a mano, in cui l’angelo è rappresentato in uno stile che unisce semplicità e complessità. Il corpo è disegnato con linee essenziali, che sembrano fluttuare in una tensione precaria, mentre il volto espressivo, vagamente infantile, appare immobile e sospeso. Le mani dell’angelo sono sollevate, in una posizione che potrebbe suggerire sorpresa, paura o preghiera.

Le tonalità di marrone e ocra, combinate con il fondo neutro e scarno, danno all’opera un senso di antichità e di decadenza, quasi a evocare un frammento di pergamena ritrovato tra le rovine. Questo senso di fragilità visiva si riflette nella figura stessa dell’angelo, che appare vulnerabile e allo stesso tempo pieno di significati enigmatici.

Angelus Novus divenne celebre grazie a Walter Benjamin, che lo acquistò e lo utilizzò come metafora per il suo saggio Tesi di filosofia della storia (1940). Benjamin descrive l’angelo come una figura che guarda al passato con orrore e sgomento, mentre viene spinto in avanti da un vento irresistibile, simbolo del progresso.

Nella sua analisi, l’angelo rappresenta la storia umana: una sequenza ininterrotta di catastrofi che si accumulano, trasformandosi in rovine. L’angelo vorrebbe fermarsi per riparare i danni, ma il vento del progresso lo trascina senza tregua verso il futuro. Questa visione critica e apocalittica del progresso rifletteva le angosce del suo tempo: le guerre mondiali, il declino delle ideologie tradizionali e la disumanizzazione causata dalla tecnologia.

Benjamin definisce così l’immagine dell’angelo: “Ha il volto rivolto al passato. Dove noi vediamo una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe che accumula incessantemente macerie su macerie, scaraventandole ai suoi piedi. Vorrebbe fermarsi, ridestare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta gli impedisce di farlo; lo sospinge irresistibilmente nel futuro, al quale volge le spalle, mentre il cumulo di macerie cresce davanti a lui.”

L’interpretazione di Benjamin, per quanto potente, non esaurisce i significati di Angelus Novus. L’opera di Klee, infatti, è intrisa di ambiguità: l’angelo non sembra né un custode protettivo né un messaggero di speranza. Il suo aspetto stilizzato e quasi meccanico può essere letto come una critica alla modernità, ma anche come un’immagine che sfida ogni interpretazione univoca.

La scelta di un’estetica minimalista e surreale è tipica dell’approccio di Klee, che rifiutava le convenzioni artistiche tradizionali per esplorare nuovi linguaggi visivi. L’angelo diventa così un simbolo universale e senza tempo, capace di evocare emozioni e riflessioni diverse a seconda del contesto storico e personale di chi lo osserva.

La modernità in crisi

Nel contesto del 1920, anno in cui Angelus Novus fu creato, l’Europa era profondamente segnata dalla Prima guerra mondiale e dalle tensioni che avrebbero portato alla Seconda. Klee, come molti artisti del suo tempo, era consapevole del crollo delle certezze culturali e filosofiche che avevano caratterizzato il XIX secolo.

L’angelo di Klee sembra riflettere questa crisi, incarnando la figura di un osservatore impotente di fronte al caos della storia. Tuttavia, non è un messaggero di disperazione assoluta. L’atto di rappresentare l’angelo e di attribuirgli un’identità ambigua suggerisce che, anche nei momenti più bui, l’arte e il pensiero possono offrire un luogo di riflessione e di resistenza.

Oggi Angelus Novus è considerato uno dei simboli più potenti della modernità. Non solo ha ispirato riflessioni filosofiche e artistiche, ma è anche diventato un emblema delle sfide che l’umanità continua ad affrontare: il rapporto tra passato e futuro, la tensione tra progresso e distruzione, e la ricerca di significato in un mondo in costante mutamento.

Paul Klee, con la sua capacità di sintetizzare complessità storiche e psicologiche in un’immagine apparentemente semplice, ha creato un’opera che continua a parlare al presente. Angelus Novus non è solo un dipinto: è un invito a guardare la storia con occhi critici, a interrogarsi sul senso del progresso e a cercare di dare forma al caos attraverso la riflessione e la creatività.

In un mondo che spesso sembra travolto dal “vento della tempesta” di cui parlava Benjamin, l’angelo di Klee rimane un monito e una guida, ricordandoci che, nonostante tutto, l’arte può ancora offrire un luogo di riparo e di speranza.

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