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“Amor vincit omnia” di Caravaggio, il trionfo dell’amore sulle arti

Tra le opere più suggestive di Caravaggio troviamo il quadro "Amor vincit omnia", dipinto senza tempo e con un messaggio sempre attuale

Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (nome tratto dal paese lombardo che gli ha dato i natali), nasce il 29 settembre del 1571 da un architetto a servizio del marchese di Caravaggio, Francesco Sforza. I dipinti di Caravaggio dimostrano un’eccezionale sensibilità nell’osservazione della condizione umana fisica ed emotiva, accentuata dalla grande fedeltà al modello dal vivo e dall’uso scenografico della luce, considerate al tempo caratteristiche rivoluzionarie in totale contrapposizione alla prassi accademica raffaellesca.

Animo particolarmente irrequieto, nella sua breve esistenza Caravaggio affrontò gravi vicissitudini. Tra le sue opere più suggestive, abbiamo scelto di presentarvi il quadro “Amor vincit omnia”, dipinto commissionato dal marchese Vincenzo Giustiniani per 300 scudi.

Amor vincit omnia

Amor Vincit Omnia è un dipinto a olio su tela (156×113 cm) realizzato tra il 1602 e il 1603. È conservato nella Gemäldegalerie, una delle raccolte museali componenti gli Staatliche Museen di Berlino. Il titolo deriva dalla locuzione latina “Omnia vincit amor”, “L’amore trionfa su ogni cosa”. Il quadro, da un punto di vista iconologico, rappresenta la vittoria dell’amore sulle arti, qui riconoscibili nella partitura, nei libri e negli strumenti musicali ai piedi del fanciullo.

Come modello, posò il garzone preferito di Caravaggio, Cecco Boneri. Il quadro divenne subito, insieme al Suonatore di liuto, il quadro più bello e più celebre della collezione Giustiniani.

Iconografia dell’opera di Caravaggio

Nelle ali di aquila che sono indossate dall’Amore, è possibile vedere quelle che Orazio Gentileschi, pittore suo amico, prestò al Merisi e delle quali parla nella sua deposizione al processo Baglione. Il modello, ripreso “dal naturale”, era un ragazzo, un monellaccio romano che viveva con lo stesso pittore e che forse era il suo amante.

Sempre nell’ambito iconografico, la presenza dello scettro fra gli oggetti posati a terra indicherebbe la sovranità Giustiniani sull’isola di Chio, ceduta dopo l’assedio turco nel 1566, mentre il globo stellato, ravvisabile appena sotto la coscia di Amore, potrebbe suggerire un rapporto del marchese con l’astronomia e l’astrologia. Naturalmente la penna e il libro sono indici simbolici delle qualità letterarie; il compasso e la squadra alluderebbero alle doti di architetto dilettante.

Gli oggetti che vediamo in terra, una armatura, corone d’alloro, uno spartito musicale, strumenti da carteggio e strumenti musicali, stanno a significare il rifiuto dei piaceri terreni, ma anche i molti interessi del marchese Giustiniani, come indicherebbe la presenza di una V maiuscola stampata sullo spartito.

L’amore vince su tutto

Questo quadro di Caravaggio rappresenta un’opera senza tempo a partire già dal nome: “l’amore vince su tutto”,  un passo di Virgilio, “Omnia vincit amor et nos cedamus amori” (Egloghe X, 69) che in italiano si traduce in “L’amore vince tutto, arrendiamoci anche noi all’amore”. L’amore è il sentimento principe della vita di ognuno di noi: l’amore, quello vero con la A maiuscola. Provate, solo per un attimo, ad immaginare la vita senza amore. L’irrazionalità del sentimento amoroso ha quasi sempre la meglio sulla ragione, ci consente di abbattere barriere, superare ostacoli all’apparenza insormontabili, superare i propri limiti. Se questo era il messaggio dell’opera di Caravaggio, non possiamo non ritenerlo più che mai attuale.

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