Sei qui: Home » Arte » Ambientalisti versano liquido nero nella fontana di Trevi

Ambientalisti versano liquido nero nella fontana di Trevi

I giovani ambientalisti, per sensibilizzare sulla loro causa, si sono posizionati in piedi dentro alla fontana di Trevi, urlando "il nostro paese sta morendo",

Circa una decina di attivisti hanno gettato un liquido nero, carbone vegetale, nella fontana di Trevi, al centro di Roma. Con uno striscione per la campagna “non paghiamo il fossile”, anche considerato quello che sta accadendo “in Emilia Romagna“, i giovani ambientalisti, per sensibilizzare sulla loro causa, si sono posizionati in piedi dentro alla Fontana, urlando “il nostro paese sta morendo”, tra gli insulti dei passanti e dei turisti. A interrompere l’azione, la Polizia Locale sul posto.

Attacco ambientalista alla fontana di Trevi

“Quello degli attacchi ai monumenti da parte degli eco-vandali sta diventando un rituale stanco che, purtroppo però, ha un costo economico per i cittadini e forse provoca anche danni. Non è un caso che le centinaia di turisti presenti davanti alla Fontana di Trevi abbiano espresso il loro disappunto per questo ennesimo atto sconsiderato. Ci costituiremo parte civile anche in questo processo. Sono sicuro che il Parlamento vorrà presto varare il provvedimento che farà pagare a costoro gli ingenti costi che ogni volta la collettività sostiene”.

Lo ha dichiarato il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha appreso del blitz nel corso del vertice sull’emergenza Emilia Romagna convocato questa mattina al Collegio Romano. Il Ministro, accompagnato dai Direttori generali Musei, Massimo Osanna, e Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Luigi La Rocca, ha voluto immediatamente recarsi sul posto per verificare i danni subiti dal monumento, per poi confrontarsi con il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, in una successiva conversazione telefonica.

Le motivazioni

“Sono Mattia, ho 19 anni e ho deciso di fare disobbedienza civile perché la tragedia orribile vissuta in questi giorni in Emilia Romagna è un’avvisaglia del futuro nero che attende l’umanità, fatto di siccità alternata ad alluvioni sempre più frequenti e violente. Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale stiamo per superare la soglia di 1,5°. Questo significa che i nostri figli potrebbero morire di fame e di sete. E che potremmo essere in tempo per vederlo. Secondo la Banca d’Italia, per di più, una casa su quattro è a rischio alluvione in Italia, con danni stimabili in 3 miliardi ogni anno. L’unica possibilità per evitare che accada è fermare le emissioni legate ai combustibili fossili. Il nostro Governo, invece, continua imperterrito a regalare all’industria del fossile finanziamenti pubblici per decine di miliardi di euro ogni anno. Noi abbiamo deciso di ribellarci a chi ci sta condannando a morte. E invitiamo genitori, nonni, fratelli e figli preoccupati a unirsi a noi”, ha dichiarato l’attivista.

© Riproduzione Riservata