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Addio a Pinuccio Sciola, lo scultore che suonava le pietre

Il mondo dell'arte e della cultura dice addio al grande scultore sardo Pinuccio Sciola, scomparso oggi a Cagliari all'età di 74 anni

MILANO – Lo scultore sardo Pinuccio Sciola è scomparso all’età di 74 anni. A darne notizia è stato il sito dell’Unione Sarda. L’artista era celebre in tutto il mondo per la sua attività nella promozione dei murales a San Sperate, paese del quale era originario, e per le sue sculture realizzate con’pietre sonore’, esposte in diverse città del mondo, tra cui Barcellona, L’Havana, Shangai, Berlino, Città del Messico, Budapest, Stoccarda.

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LA VITA – Nato il 15 marzo 1942 da una famiglia di contadini, in un piccolo paese, San Sperate, diventato grazie a lui un vero e proprio paese museo, si affermò come artista all’Istituto d’arte di Cagliari. La sua carriera è costellata da incontri con grandi artisti come Kirchner e Kokoschka. Sciola fu abile, quasi senza volerlo, a trasformarsi in un’artista unico. Unì la sua passione per l’arte e per la musica. Una nuova forma d’arte che l’ha portato ad essere conosciuto in diverse parti del mondo, anche oltreoceano. Le sue “pietre sonore” hanno catturato l’immaginario di migliaia di persone. La sua prima mostra fu allestita nel 1961 a Milano; poi a Barcellona nel 1968 e nel 1973 a Città del Messico dove lavorò con il maestro Siqueiros e introdusse nell’isola l’arte dei murales. Nel 2014, Sciola aveva curato la scenografia della ‘Turandot’, andata in scena al Teatro Lirico di Cagliari.

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LE PIETRE SONORE – Le pietre sonore sono sculture simili a grandi menhir, che risuonano se strofinate con le mani o con piccole rocce. Per renderle capaci di riprodurre il suono, le sculture erano realizzate applicando alcune incisioni parallele sulla roccia. Scolpiva in modo che queste potessero emettere un suono se percorse con altre pietre più piccole o addirittura con le mani. Un’arte unica nel genere di un’artista forse irripetibile.

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