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Le 5 opere più famose di Gustav Klimt

Nel giorno dell'anniversario del grande artista, vi proponiamo la classifica delle 5 opere più conosciute di Gustav Klimt

Gustav Klimt è uno dei pittori più innovativi e rappresentativi di fine ‘800 – ‘inizio ‘900: con le sue opere ci ha mostrato un’idea differente di donna e di passione, sapendo interpretare abilmente la Belle Époque. Nato il 14 luglio 1862 a Baumgarten, Vienna, Austria e scomparso il 6 febbraio 1918 a Vienna, ripercorriamo insieme le cinque opere più conosciute di Gustav Klimt.

Gustav Klimt, Le 5 opere più celebri 

Tutte e cinque si caratterizzano per una spiccata sensualità ed eleganza, nonché da un denso simbolismo e da un massiccio utilizzo dell’oro, che le impreziosisce ulteriormente.

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Giuditta e la testa di Oloferne (1901)

Giuditta I è considerata come la prima opera del periodo aureo di Gustav Klimt, contraddistinto da un linguaggio di forte astrazione simbolica e dall’uso massiccio dell’oro. Racchiusa in una cornice di legno scabro (realizzata dal fratello Georg, scultore, falegname e scaricatore di porto), il soggetto viene utilizzato quale metafora del potere di seduzione delle donne, che riesce a vincere anche la forza virile più bruta. In clima simbolista la figura di Giuditta si presta ovviamente alla esaltazione della femme fatale crudele e seduttrice, che porta alla rovina e alla morte il proprio amante. Dietro la testa di Giuditta è rappresentato un paesaggio arcaico e stilizzato di alberi di fico e viti, tratto da un fregio assiro del Palazzo di Sennacherib a Ninive.   1

 

Le tre età della vita (1905)

Questo dipinto di Gustav Klimt vinse il premio all’Esposizione d’Arte Internazionale di Roma del 1911 e l’anno seguente fu acquistato dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. La tela unisce il decorativismo geometrizzante a un’inattesa introspezione psicologica nelle espressioni delle tre figure: la drammatica premonizione della fine nella vecchiaia, la tenerezza protettiva nella giovane donna e l’abbandono sicuro del bambino.

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"Le tre età della donna" di Klimt, l'opera che celebra il legame madre-figlio

“Le tre età della donna” di Klimt, l’opera che celebra il legame madre-figlio

L’abbraccio fra la mamma e la bambina ne “Le tre età della donna” ha sempre colpito per la sua tenerezza diventando uno dei simboli artistici del rapporto mamma-figlio

Il bacio (1907-1908)

Quest’opera, in pieno accordo con i canoni dello stile Liberty, è dipinta su tela con decorazioni e mosaici (Klimt aveva un debole per i mosaici di Ravenna) in color oro sullo sfondo. L’uomo, in piedi, si piega per baciare la donna che sta inginocchiata sul prato tra i fiori e sembra accettare il bacio, partecipando emotivamente. La faccia della donna è racchiusa fra le mani dell’amante, il quale ha il braccio di lei sul collo. Klimt ha vestito, ed è curioso da notare, i suoi personaggi con la lunga tunica che era solito portare. Le forme geometriche sono abbastanza allusive, sul vestito dell’uomo vi sono raffigurati dei rettangoli posizionati in verticale, sul vestito della donna sono raffigurati dei cerchi concentrici, tutte e due le forme geometriche ricordano il sesso dei soggetti che indossano quelle tuniche. Nella parte d’oro che ricopre l’uomo vi sono figure rettangolari e in bianco e nero, mentre la donna sembra essere punteggiata con mazzi di fiori ed è caratterizzata da forme rotondeggianti e prive di ogni possibile spigolo.

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Il Bacio di Klimt – guarda il Video

L'amore e l'estasi dell'abbandono ne "Il bacio" di Gustav Klimt

L’amore e l’estasi dell’abbandono ne “Il bacio” di Gustav Klimt

Il bacio di Gustav Klimt è uno dei capolavori più significativi della carriera artistica del celebre pittore austriaco, un’opera manifesto dell’amore

Danae (1907-1908)

Klimt affronta un soggetto tratto dalla mitologia greca antica: Danae fu fecondata nel sonno da Zeus, trasformatosi in pioggia d’oro. La fanciulla è rappresentata rannicchiata in primo piano, ripiegata su sé stessa, avvolta in una forma circolare, che rimanda alla maternità e alla fertilità universale. Serenità e pace si leggono sul volto e nella posizione fetale della fanciulla. Danae diviene una fanciulla persa nel sonno e nella dimensione onirica, totalmente dimentica di sé e in balìa dei propri istinti sessuali. In nessun altro dipinto di Klimt la donna è così interamente identificata con la propria sessualità. Il corpo completamente abbandonato di Danae è circondato e ricoperto dai capelli, da un velo orientaleggiante e sulla sinistra da una pioggia d’oro. Nello scroscio della pioggia d’oro, che riecheggia di preziosismi bizantini, Klimt aggiunge un simbolo, un rettangolo verticale nero, che rappresenta il principio maschile.

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La vergine (1912-1913)

Del ritmo vorticoso, l’opera raffigura un gruppo di corpi femminili che paiono aggrovigliati. Al centro di essi domina una donna (probabilmente la vergine, che dà il titolo dell’opera), vestita con un abito adornato di motivi a girali, che distende le braccia in atteggiamento estatico. Questo gesto allude al ‘risveglio’ dei suoi sentimenti ed al suo desiderio sessuale. L’associazione della bellezza a pose così innaturali vuol essere un’allusione alla fugacità della vita, un riflesso della decadenza della società contemporanea.

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