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5 mostre da non perdere a settembre 2022

Arte, libri, fotografia... 5 mostre imperdibili in arrivo a settembre!

Il mese di settembre sta arrivando, e porta molte novità sul fronte delle mostre d’arte e fotografia. In questo articolo vi segnaliamo 5 mostre da non perdere che apriranno i battenti proprio il prossimo mese. Scopriamole insieme!

5 mostre da non perdere a settembre 2022

1. “Cleo Fariselli. Veneri”, presso l’OGR di Torino

L’innovativo spazio dell’OGR di Torino ospiterà, dal 2 all’8 settembre, “Veneri”, una mostra a cura dell’artista Cleo Fariselli e di Almanac. La gravidanza, il parto e la maternità sono i temi al centro del progetto Veneri di Cleo Fariselli, in mostra dal 2 all’8 settembre nel Duomo di OGR Torino, l’hub dell’innovazione, della cultura e dell’arte contemporanea sito in corso Castelfidardo 22, Torino. 

Per questa mostra, Almanac presenterà un’inedita serie di dipinti ad olio su tavola dell’artista prodotta durante la sua recente maternità. I suoi 9 mesi di attesa e la nascita sono stati i punti di partenza in quanto esperienze trasformative non solo a livello fisico e personale, ma anche concettuale e filosofico.

Fariselli ha esplorato questa esperienza in un’ottica diversa, indagando negli aspetti emancipativi e positivi, in contrasto con la narrativa a cui siamo abituati che ne conferisce un’aura passiva e di sacrificio per la donna. Le opere in mostra sono state pensate come figure apotropaiche allo scopo di convogliare energie primordiali durante la cruciale esperienza del parto.

Condensazioni di sensazioni istintive ed impulsi vitali riecheggiano la forma e, secondo Fariselli, forse anche la funzione delle statuette di veneri preistoriche. Durante il periodo della mostra verranno organizzate da Almanac una serie di attività in risposta ai lavori in mostra per riflettere sulla necessità di un rinnovato rapporto con la natura e sul ruolo semiologico ed immaginifico di rituali, miti e tradizioni arcaiche in relazione al nostro presente. 

2. “Bookolica 2022”, presso La Maddalena, Olbia-Tempio

Non è propriamente una mostra e non comincia propriamente a settembre, ma “Bookolica“, che aprirà i battenti il 30 agosto, ci è sembrata un’interessante iniziativa di cui parlare. 

Dal 30 agosto al 4 settembre 2022 torna in Sardegna “Bookolica – il festival dei lettori creativi” per una quinta edizione ricca di novità, a partire dalle località del festival. Quest’anno infatti “Bookolica” si fa policentrica: Scano di Montiferro, Torralba, La Maddalena e Tempio Pausania saranno i comuni che ospiteranno il programma sempre più variegato e multidisciplinare della kermesse letteraria, con importanti nomi del panorama culturale come lo scrittore Walter Siti, il giornalista Sacha Biazzo e la reporter delle Iene Roberta Rei.
 
Dall’urgenza ambientale al giornalismo d’inchiesta, dai fumetti fino alle questioni di genere: numerosi saranno gli argomenti di attualità e cultura che verranno affrontati durante il festival da più angolature attraverso momenti di dialogo tra intellettuali, autrici e autori, giornalisti e giornaliste, ma anche con un ricco programma di presentazioni di libri, laboratori per bambini e bambine, performance teatrali, spettacoli partecipati.
 
Altra novità di questa quinta edizione è il legame con il digitale: tradizionalmente legato al territorio, da quest’anno “Bookolica” si fa “phygital”, per diventare accessibile a tutte e tutti attraverso la rete internet. L’obiettivo di questo ibridismo digitale è quello di connettere la parte “fisica” dei luoghi e lo spazio virtuale, attraendo una community sempre più ampia che impari, conosca e cresca insieme.

3. “Anatomie squisite. Yuval Avital”, presso i Musei Civici di Reggio Emilia

Fra le mostre che verranno inaugurate a settembre c’è anche “Anatomie squisite“, che aveva già affascinato gli spettatori nei mesi scorsi, e che riapre dal 2 settembre fino al prossimo novembre per permettere a chi non ne ha ancora avuto l’occasione di immergersi nel viaggio disegnato da Avital.

La mostra segna un duplice punto di partenza nell’indagine di Avital sull’Uomo-Animale: da una parte chiede “che cos’è un corpo, un organo? Come percepiamo un insieme di cose come un corpo? Quali sono i confini tra l’anatomia scientifica e quella d’arte?”; dall’altra, nella logica che unisce le mostre in programma, rappresenta la prima tappa, quella dell’infanzia – e cioè il gioco, il sogno, lo stupore, il subconscio. 

L’Anatomia, il Corpo e i suoi Organi si spiegano tramite il modus operandi della mostra, a partire dalla mise en espace espositiva: un puzzle ibrido frutto dell’allestimento d’artista, in cui opere d’arte si innescano con animali mummificati, reperti archeologici, manufatti antichi o comuni.

“Anatomie squisite”, infatti, è creata in stretto dialogo tematico e suggestivo con le collezioni dei Musei Civici (includendo oggetti conservati nei magazzini e solitamente non esposti al pubblico) e in particolare con la celebre Collezione Spallanzani, una delle fonti di ispirazione principali del “Bestiario della Terra”, con le sue creature reali o assemblate.

Come in un’operazione di macro-innesto, Avital interviene, trasformandoli, anche sugli spazi dei Musei: dalle pareti e dai pavimenti dei corridoi fuoriescono vene e arterie, realizzate in dialogo con le professionalità sceniche e sartoriali della Fondazione i Teatri di Reggio Emilia. 

Creando ‘parentele’ o ‘meta-corpi’ inaspettati e inusuali, connessi tra loro tramite simmetrie cromatiche, semantiche, strutturali o fantasiose, l’artista invita il pubblico a costruire la propria narrazione. La riflessione su cosa sia un corpo e sul concetto di ibridazioni complesse, reali e metaforiche, diventa dunque un gioco di rimandi dove qualcosa cresce e prolifera, in una stratificazione continua di frammenti del mondo circostante e di quello immaginifico. Sicuramente, fra le mostre da non perdere quest’autunno!

4. “Rä di Martino. Là dove muore, canta”, presso la Torre Matta di Otranto

La quarta delle mostre che vi presentiamo oggi è frutto di una grande ricerca che vede protagonista l’attore, filosofo, scrittore e drammaturgo pugliese Carmelo Bene.

L’artista Rä di Martino negli ultimi mesi ha esplorato l’Archivio Carmelo Bene, custodito nel Convitto Palmieri di Lecce, dove sono conservati i materiali documentari che testimoniano l’intenso lavoro intellettuale del Maestro costituito da video, tracce audio, fotografie, manoscritti e circa seimila volumi della sua biblioteca personale un tempo ospitata nella casa romana di Bene. 

Il risultato di questo percorso – di conoscenza, studio e rielaborazione che ha portato alla genesi di una video installazione – sarà in mostra nella Torre Matta della città adriatica, eletta come buen retiro da Carmelo Bene (1937-2002) per lunghi anni. 

L’appuntamento espositivo – promosso dal Polo biblio-museale di Lecce, dal Comune di Otranto e dal TPP – Teatro Pubblico Pugliese, in collaborazione con AMA – Accademia Mediterranea dell’attore nell’ambito di C’era una volta un genio, progetto vincitore dell’Avviso pubblico Fondo Cultura 2021 del Mic Ministero della cultura –, si inserisce nell’ambito del percorso che il Polo promuove con diversi partner nell’ambito del ventennale dalla morte di Bene (Vent’anni senza Bene). 

5. “Alfredo Müller. Il trionfo della grafica nella Parigi della Belle Époque”, a Sesto Fiorentino

Eccoci arrivati all’ultima delle 5 mostre che verranno inaugurate a settembre 2022. La mostra “Alfredo Müller”, organizzata su tre sedi a Sesto Fiorentino (Rifugio Gualdo, il Centro Espositivo Antonio Berti e La Soffitta Spazio delle Arti), presenta la più vasta raccolta di opere grafiche dell’artista Alfredo Müller finora esposta in Italia e all’estero, leggendo la sua produzione nel contesto artistico dell’epoca e affiancando le sue opere a quelle dei più grandi protagonisti dell’età d’oro della grafica e della stampa d’arte in Francia, un fenomeno di cruciale importanza che ebbe ripercussioni in tutt’Europa e oltreoceano.

Il pittore livornese Alfredo Müller (Livorno, 1869 – Parigi, 1939) emigrato con la famiglia a Parigi nel 1895 a seguito del crac finanziario del padre, fu per circa un decennio un abile incisore parigino, diventando presto un capofila del rinnovamento dell’acquaforte a colori nella capitale della Belle Époque.

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