La letteratura mediorientale è un giardino segreto che profuma di poesia, resistenza e nostalgia. Affonda le radici in una delle tradizioni più antiche del mondo, ma continua a fiorire attraverso libri da leggere composti da autentici capolavori e voci moderne spesso nate nel silenzio dell’esilio o nei margini della censura.
È una lingua che sa essere al tempo stesso ferita e canto, intima e universale. I suoi racconti ci svelano un Iran che non sta nei telegiornali: fatto di donne indomite, di città che respirano al tramonto, di anime che cercano luce anche nell’ombra. Leggerla è un gesto di ascolto profondo, un viaggio nella parte più umana e segreta di un popolo.
5 libri da leggere per conoscere la letteratura mediorientale
Fra graphic novel e romanzi familiari, scopriamo cinque capolavori della letteratura mediorientale: alcuni sono bestseller mondiali, libri che hanno fatto conoscere la condizione dei cittadini iraniani e che hanno spinto a importanti riflessioni in merito; altri sono perle rare, ma ancora poco conosciuti in Italia e all’estero.
“Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nafisi
Iniziamo con un libro molto conosciuto e amato, un bestseller mondiale che ha conquistato milioni di lettori, e che ha tanto da dire, ancora oggi: “Leggere Lolita a Teheran” è un’esperienza immersiva, a tratti impegnativa, che non può non farci riflettere.
Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze barbare, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi nell’impresa di spiegare a ragazzi e ragazze, esposti in misura crescente alla catechesi islamica, una delle più temibili incarnazioni del Satana occidentale: la letteratura.
È stata così costretta ad aggirare qualsiasi idea ricevuta e a inventarsi un intero sistema di accostamenti e immagini che suonassero efficaci per gli studenti e, al tempo stesso, innocui per i loro occhiuti sorveglianti. Il risultato è un libro che, oltre a essere un atto d’amore per la letteratura, è anche una beffa giocata a chiunque tenti di proibirla.
“Scrittura cuneiforme” di Kader Abdolah
Passiamo a un poetico romanzo storico che, poco conosciuto in Italia, è una vera gemma della letteratura iraniana.
La Storia dei potenti si intreccia con la vita semplice, spesso sofferta, sempre intensa, degli umili, l’amore di Ismail, carico di nostalgia, per la patria con quello intimo e dolente per il padre, gli ideali di giustizia e libertà con l’impegno a parlare per chi non può più farlo.
E ancora una volta, l’incontro tra Persia e Occidente, tra impervie montagne iraniane e dune olandesi, tra poesia, icastica e lieve, e una lingua sobria ed essenziale, intesse motivi inattesi e preziosi, figure mitiche e fiabesche nella trama della nostra cultura.
“Persepolis” di Marjane Satrapi
Anche questo è un capolavoro della letteratura iraniana che ha saputo conquistare l’ammirazione di lettori di tutto il mondo.
È il 2000 e in Francia sta per scoppiare il caso editoriale del decennio: il fumetto di una giovane autrice iraniana invade le librerie e, con un clamoroso effetto domino, conquista in breve tempo il mercato mondiale.
Persepolis è il racconto irriverente e appassionante della vita a Teheran di Marjane, dall’infanzia fino all’età adulta. Lo sfondo è la Storia di un Paese in rivolta, lacerato da conflitti e contraddizioni: le stesse che tormentano Marjane, innamorata e stanca dell’Iran, attratta dall’Europa ma incapace di tagliare i ponti con la sua terra d’origine.
Un intenso rapporto di odio-amore che, ancora oggi, commuove e diverte lettrici e lettori di tutte le età in ogni angolo del pianeta.
“Donne senza uomini” di Shahrnush Parsipur
Passiamo a un gioiello poco conosciuto in Italia. Quello di Shahrnush Parsipar è un romanzo surreale che racconta con originalità il sogno della libertà.
Iran, 1953. Sullo sfondo tumultuoso del colpo di stato appoggiato dalla CIA, i destini di quattro donne confluiscono in uno splendido giardino di campagna dove trovano indipendenza, conforto e amicizia. La narrazione profonda e sensibile di Shahrnush Parsipur descrive la lotta di ogni donna per esprimere i propri bisogni e desideri.
Essa unisce surrealismo e mitologia persiani all’eredità, complessa e coinvolgente, della letteratura femminile iraniana. Shahrnush Parsipur, acclamata scrittrice iraniana in esilio, racconta in modo elegante e incisivo una penetrante riflessione su un momento cruciale della storia del suo paese che ha condotto direttamente alla rivoluzione islamica e all’Iran che conosciamo oggi.
“Rifugio” di Dina Nayeri
Terminiamo con un libro ricco e vivace, che nasconde il grande pregio di una scrittura – e di una traduzione – evocativa, capace di far immedesimare chi legge nella storia narrata.
Nilu è solo una bambina quando è costretta a lasciare la sua casa, in Iran, e partire per l’America.
L’Oklahoma. Un posto sconosciuto dove, con la madre e il fratello, deve già imparare, così piccola, a ricominciare da capo. Per questo, da quando è arrivata in America, conserva sempre uno zainetto pieno delle sue cose: non si sa mai quando bisognerà scappare di nuovo, né quando, finalmente, comincerà il lungo viaggio per tornare a casa.
A casa, dov’è rimasto suo padre: Nilu è convinta che presto li raggiungerà, e non vede l’ora. Ma Nilu non sa che Bahman è rimasto in Iran perché per lui le radici sono una cosa potente, e che negli anni a seguire, in tutta la sua lunga vita di figlia, vedrà suo padre solo una manciata di volte, nei posti diversi dove la vita la porterà.
Dall’America all’Europa, ad Amsterdam, dove incontrerà rifugiati provenienti da ogni Paese, in un mondo cambiato dall’undici settembre, Nilu cercherà sempre di riavvicinarsi a quel padre rimasto “a casa”. Forse perché, nonostante tutto ciò che è riuscita a ottenere nella vita – lo studio, l’amore, un lavoro che la appassiona -, quello è l’unico modo per tornarci un po’ anche lei, a casa, e trovare finalmente il rifugio che non ha mai avuto.