Sei qui: Home » Arte » Futurismo e Graffitismo, due epoche a confronto in mostra a Milano

Futurismo e Graffitismo, due epoche a confronto in mostra a Milano

La mostra ospitata alla Fabbrica del Vapore è un'occasione imperdibile per approfondire e conoscere il Futurismo e il Graffitismo del Novecento in un dialogo tra epoche

Milano ospita fino al 30 marzo 2025 un evento culturale di straordinaria rilevanza: la mostra Visions in Motion – Graffiti and Echoes of Futurism, un progetto innovativo che mette in relazione due movimenti artistici che hanno profondamente segnato l’arte del Novecento. L’esposizione, che si tiene presso la Fabbrica del Vapore, offre un percorso mai realizzato prima in Italia, unendo il Futurismo italiano, nato agli inizi del XX secolo, e il Graffitismo americano, esploso negli anni ’70.

Curata dall’esperto d’arte contemporanea americano Carlo McCormick, con il supporto di Edoardo Falcioni e Maria Gregotti, la mostra rappresenta una vera e propria sfida curatoriale, pensata per esplorare un dialogo tanto audace quanto sorprendente tra due correnti apparentemente distanti per epoca e contesto culturale. Attraverso 150 opere di 39 artisti, si indaga la continuità concettuale ed estetica tra il dinamismo futurista e la ribellione visiva del Graffitismo, entrambi accomunati dalla capacità di rivoluzionare il concetto stesso di arte, abbattendo confini e ridefinendo i luoghi e i mezzi di espressione.

Prodotta da Navigare srl in coproduzione con la Fabbrica del Vapore e il Comune di Milano, Visions in Motion non è una semplice mostra, ma un’esperienza immersiva che attraversa temi universali come il movimento, il colore, la ribellione e l’identità urbana. “La mission della nostra società – ha dichiarato Fabiola Lacagnina di Navigare – è portare la bellezza al cuore delle persone, creando ponti di dialogo tra epoche diverse, cosa che questo progetto riesce a fare in modo straordinario”.

L’iniziativa rappresenta non solo un tributo alla creatività e all’innovazione, ma anche un’occasione per riflettere sul potere dell’arte come linguaggio universale, capace di superare barriere temporali e culturali. Grazie a un approccio curatoriale che intreccia passato e presente, Visions in Motion offre un nuovo modo di leggere due movimenti che, pur nati in contesti diversi, condividono la stessa carica di rottura e trasformazione.

Visions in Motion non è solo una celebrazione di due movimenti artistici, ma un invito a riflettere sul potenziale dell’arte come strumento di dialogo tra epoche e culture. Con questa mostra, Milano si conferma capitale culturale capace di creare ponti inediti tra passato e futuro, accogliendo artisti e visioni che continuano a plasmare il nostro modo di vivere e pensare l’arte.

Visions in Motion – Graffiti and Echoes of Futurism

La mostra

La continuità tra Futurismo e Graffitismo non si limita alla loro ossessione per il dinamismo, ma si estende a una comune volontà di rivoluzionare il concetto di arte. I futuristi, con opere come quelle di Umberto Boccioni, trasformavano il movimento in espressione plastica, catturando la metamorfosi del corpo umano. Allo stesso modo, i graffitisti come Jean-Michel Basquiat (SAMO) e Keith Haring rappresentavano il cambiamento sociale e culturale attraverso la potenza dei loro segni e simboli.

Secondo il curatore Carlo McCormick, il Graffitismo è stato a lungo sottovalutato nelle sue potenzialità dialogiche: “Questa mostra dimostra come molti artisti graffitisti riconoscano l’influenza del Futurismo, soprattutto nell’estetica della velocità e del dinamismo”.

Il percorso espositivo si sviluppa in cinque sezioni tematiche: Dinamismo, Colore, Città, Ribellione, Eco, a cui si aggiunge la sezione documentale Ephemeras. Qui si mettono in relazione artisti come Balla, Sironi, Dudreville, Basquiat, Zephyr e Crash, evidenziando le reciproche influenze. Tra le opere più attese, spicca Visions in Motion, un’installazione inedita realizzata dal writer newyorkese John “Crash” Matos appositamente per l’esposizione milanese.

Anche il ruolo femminile trova spazio, con opere della futurista Adriana Bisi Fabbri e della graffitista Lady Pink, simbolo di resilienza e talento in contesti dominati dalla presenza maschile.

Il colore come strumento di trasformazione

Un altro elemento chiave condiviso dai due movimenti è il ruolo rivoluzionario del colore. I futuristi, come Giacomo Balla e Fortunato Depero, utilizzavano cromie vibranti per esprimere il ritmo e l’energia della modernità. Parallelamente, i writer americani, tra cui Futura 2000 e Lady Pink, impiegavano tonalità accese per contrastare il grigiore urbano, trasformando le città in tele viventi cariche di protesta e vitalità.

“La mostra”, spiega la co-curatrice Maria Gregotti, “offre uno sguardo innovativo sul Futurismo, non accademico, ma come fonte d’ispirazione per gli artisti contemporanei, evidenziando anche il ruolo delle donne nei due movimenti”.

Fabbrica del Vapore: un ponte tra passato e futuro

Maria Fratelli, direttrice della Fabbrica del Vapore, sottolinea la visione innovativa della mostra: “Non è un’esposizione cronologica, ma un intreccio di confronti estetici e concettuali. È affascinante vedere come il Graffitismo, nato come arte di strada, sia ora studiato e celebrato”.

La sezione documentale Ephemeras chiude il percorso espositivo, raccogliendo manifesti, documenti e testimonianze che offrono uno sguardo approfondito sui due movimenti e i loro protagonisti.

© Riproduzione Riservata