Il nostro è un Paese ricco di lingue e tradizioni. Una tra queste riguarda i dialetti italiani: veri e propri patrimoni linguistici da tutelare e tramandare, perché rappresentano l’identità di un territorio, la sua unicità-
Secondo un’indagine dell’Unesco, in Italia oggi vengono parlate 31 lingue tra l’italiano ed i vari dialetti. I dialetti italiani più parlati e ricordati sono: il veneto, il napoletano, il friulano, il piemontese, il sardo, il lombardo, l’emiliano ed il romagnolo, il siciliano e il ligure.
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La ricchezza delle espressioni dialettali italiane
Così come l’Italiano, anche il dialetto è ancora oggi una lingua viva. Prendendo spunto dalle considerazioni del ricercatore Massimo Cerruti sul sito Treccani, l’uso del dialetto può differire in relazione alle principali variabili sociali: età, istruzione, sesso. Sono più propensi all’uso del dialetto gli anziani, gli incolti, gli uomini; meno i giovani, i colti e le donne.
Rispetto al passato, oggi il dialetto non è più inteso come la varietà di lingua dei ceti bassi, simbolo di ignoranza o di esclusione sociale. Parlare un dialetto, oggi, viene spesso valutato in maniera positiva; rappresenta una risorsa comunicativa in più nel repertorio individuale, da affiancarsi all’italiano, da utilizzare quando occorre e capace di aumentare il potenziale espressivo di una persona.
Ecco, quindi, che possiamo dire oggi che i dialetti italiani oggi rappresentano una ricchezza, non più un ostacolo comunicativo.
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