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Mythos, il festival teatrale per indagare la rinascita sociale della donna

La terza edizione del progetto ideato da Vittorio Vaccaro e Ilaria Amè, in collaborazione con Micaela Palmieri, è in programma dal 16 al 21 ottobre al Teatro San Babila di Milano

MILANO – Raccontare, attraverso il teatro, la nascita del mito, tramandare attraverso suoni, immagini ed emozioni, le origini dell’uomo. Nasce così MYTHOS, il progetto teatrale ideato da Vittorio Vaccaro e Ilaria Amè, in collaborazione con Micaela Palmieri, giunto alla terza edizione, in programma dal 16 al 21 ottobre al Teatro San Babila di Milano.

Raccontare il mito

Il racconto mitico non dipende dall’invenzione personale né dalla fantasia creatrice, ma dalla trasmissione e dalla memoria. Raccontare il mito vuol dire ripercorrere la storia umana nella sua interezza, sociale e politica, significa soddisfare il bisogno di fornire una spiegazione a fenomeni naturali o risposte a interrogativi sull’esistenza e sul cosmo, arrivati fino al tempo presente. Vuol dire, anche e soprattutto, indagare quelle zone nascoste dell’uomo che si rivelano quando è posto dinnanzi ai più antichi misteri dell’esistenza. Questa introduzione racconta in qualche modo il principio di un’idea che ha portato alla realizzazione di un festival per due stagioni. Un palcoscenico ricco di ospiti, artisti, cantanti, attori, relatori e ricercatori universitari che si sono alternati per cercare di raccontare come il mito è arrivato fino ad oggi.

La figura femminile

Con la terza edizione, Mythos vuole solcare una strada un po’ più precisa, più puntuale, capace di dare un segnale forte alla contemporaneità, un percorso di denuncia e di consapevolezza su alcuni temi dei giorni nostri che si potessero sposare con un tema apparentemente lontano ma invece estremamente vicino, come il tema sulla figura femminile, la Donna, che oggi vive quasi una sorta di rinascita sociale, ma che da sempre è stata considerata una figura subordinata al così detto “sesso forte”, oppressa da alcune convenzioni sociali come l’essere madre e badare a tutti quei lavori scomodi e umili, senza possibilità alcuna di poter avere ruoli importanti nella società. È anche vero che la storia nel tempo ha saputo raccontare figure femminili che sono riuscite a riscattare quel sesso considerato “Il sesso debole” e che hanno, in qualche modo, rieducato, la società ad avere un atteggiamento paritario tra uomo e donna. Non esagero dicendo che il percorso sociale del gentil sesso è passato da sguattera a mito moderno. Oggi dalla tv, alle riviste, ai blog, mitizzano la figura della Lei: donna in carriera, mamma sprint, donna emancipata, donna autosufficiente, indistruttibile, efficiente. Molti gli esempi da fare, dalla musica, alla politica, dalla sanità, alla tv, dal cinema al volontariato, letteratura, sport, economia. Una sorta di: Donne, mamme, carriera. Dei Miti 2. Mythos diventa così un palcoscenico dove raccontare la nuova figura femminile, che con fatica e sacrificio ha costruito, lottando contro qualsiasi opposizione sociale maschilista.

Le domande

Una domanda, a questo punto, appare necessaria: sono finiti i pregiudizi da parte del mondo maschile? È tutto risolto? Le donne hanno davvero raggiunto la serenità in questa società che ha livellato, apparentemente, i due sessi, sullo stesso piano? Tante le risposte e tanti i pensieri che ruotano attorno ad un argomento apparentemente semplice che si porta dietro tante sfumature e dinamiche, che mettono in luce l’altra parte della medaglia, quel lato grigio, che per quanto se ne possa parlare risulta sempre poco trattato, malgrado gli sforzi dei media, di personaggi noti che cercano di sensibilizzare il pensiero pubblico, quel lato ancora troppo in ombra che si fatica a riconoscerlo come un problema moderno della nostra società, cioè, la Violenza contro le Donne! Mythos, la Donna 2.0 verrà sviluppato all’interno di una settimana presso uno dei teatri più storici d’Italia, considerato il salotto di Milano, il teatro San Babila. La location accoglierà giornalisti, scrittori, musicisti, testimoni diretti di violenze subite, verranno proiettati documentari, video e creato un percorso, una sorta di istallazione all’interno dello spazio teatrale. Il programma con gli ospiti è consultabile a questo link.

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