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La lettera di Carlo Emilio Gadda a Gabriele D’Annunzio

MILANO – Da convinto interventista qual era, Carlo Emilio Gadda allo scoppio della prima guerra mondiale partƬ come volontario nei reparti territoriali delle truppe alpine, venendo dislocato nelle zone arretrate del fronte sull’Adamello e sulle alture vicentine. Fu fatto prigioniero e deportato a Celle (Hannover, Germania). Dall’esperienza della guerra e della prigionia, dopo la rotta di Caporetto, uscirĆ  il Giornale di guerra e di prigionia, pubblicato solamente nel 1955, con aggiunte nel 1965. Scritto come un diario e senza un preciso impianto letterario, l’opera ĆØ una denuncia forte e amara dell’incompetenza con cui era stata condotta la guerra e del degrado della vita dei prigionieri. Nel maggio del 1915, unitamente ad altri due amici, Gadda spedƬ all’indirizzo di D’Annunzio un accorato appello a favore della propria partenza per la Guerra.

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A colui che ha instituito ed accresciuto nel nostro spirito la coscienza della vita nazionale, noi chiediamo conforto di consentimento e di opera in un’ora angosciosa della vita, perchĆ© non venga disconosciuto un nostro antico diritto. Una prescrizione ministeriale ci vuol trattenere agli studi durante il mese di giugno che vedrĆ  l’inizio fervoroso delle lotta: ora, ĆØ impossibile che la nostra anima possa venire costretta dagli interessi non generosi d’un bilancio di convenienze future, mentre altri ha posto d’onore e di gloria nella linea di combattimento. A colui che ha raccolto e affinato nella Sua tutte le nobili voci, tutti i voti piĆ¹ puri e piĆ¹ fervidi della nazione, chiediamo aiuto perchĆØ il calcolo di insufficienti valutatori delle nostre energie e delle necessitĆ  del nostro spirito non prevalga sulla nostra fede. Luogo d’onore e non d’ignominia ci deve essere assegnato. Tre studenti del Politecnico di Milano porgono a Gabriele D’Annunzio il loro deferente saluto.”

 

Emilio Fornasini

Carlo Emilio Gadda

Luigi Semenza

 

Maggio 1915

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