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La lettera d’amore di Sigmund Freud a Martha Bernays

MILANO РIl lungo fidanzamento tra Sigmund Freud e Martha Bernays, durato quattro anni e tre mesi, ha dato corpo ad una raccolta epistolare costituita da ben novecento lettere, questa ̬ tratta dal blog Pensieri Riflessi. La lettura della voluminosa raccolta fu consentita ad Ernest Jones verso la fine del 1951 dopo la morte di Freud.

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UN COLPO DI FULMINE – I due futuri coniugi si incontrarono in casa della famiglia di Freud: questi, rincasando, rimase talmente colpito dalla presenza di Martha, da indurlo ad intrattenersi con i suoi familiari, in presenza della giovane donna, contrariamente a quanto era solito fare. Da quel giorno le inviò quotidianamente una rosa rossa accompagnata da un biglietto da visita, dove si dilettava a scrivere un motto in latino, in spagnolo, in tedesco o in inglese. Il matrimonio con Martha Bernays fu rimandato più volte a causa di difficoltà che apparivano a Freud insuperabili e quando, il 13 maggio 1886, riuscì a sposarsi, visse l’avvenimento come una grossa conquista. Un anno dopo (1887) nacque la prima figlia, Mathilde, seguita da altri cinque figli. Leggiamo insieme questa lettera che racconta il loro amore.

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“Mio dolce tesoro,
guarda un po’, non ti capisco. Essere così assolutamente buoni da consentire tutto a tutti, e essere incapaci di prendersela con qualcuno non è davvero una virtù. Non sono un filisteo, e non posso che stimarti per il fatto che anche tu non lo sei, ma non riesco a capire come, dopo tutto quello che è accaduto con Elise e ancora dopo le ultime cose, abbia potuto pensare di farle l’onore di una tua visita. Voglio risparmiare a me la predica che tu puoi fare a te stessa per questo motivo, ma davvero questo episodio mi riporta di colpo ai nostri tempi cattivi, per i quali credevo non esistessero più le condizioni. Una persona deve poter pronunciare un giudizio, altrimenti resta quel che da noi, in viennese, si dice “un buon diavolo”. Questo è esattamente lo stato d’animo che quasi mi avrebbe indotto a lasciarti al signor Fritz Wahle quando avanzò su di te diritti di vecchia data, che tu non riuscisti a respingere né con una parola né con un gesto. Insomma non ho voglia di pensare a quel che è stato e avrebbe potuto essere, e non dovresti far nulla per farmelo ricordare. Che c’entra il fatto che ora tutto per te è deciso e che questo rapporto non può danneggiarti? Una ragazza non si abbassa di proposito alla leggerezza e alla mancanza di carattere che la tua amica ha sempre fatto intuire e infine ha dimostrato abbondantemente. Non mi importa nulla del decoro, di cui Elise del resto non si cura, ma solo della sua assoluta fragilità e inconsistenza morale. Lascia che sia quello che è, una povera ragazza che cerca un marito dove può trovarlo, e sii felice per lei se l’ha trovato. Ma non ti mettere al suo livello, continuando ad avere con lei rapporti amichevoli. Non dire che sono troppo duro: tu sei troppo molle; e io debbo intervenire, perché
ciò che uno di noi fa viene sempre attribuito anche all’altro. Mi hai procurato una cattiva giornata, piccola Martha; scrivimi subito che ti dispiace un po’ . So che ciò ti succede per compassione, ma una persona, oltre alla compassione per gli altri, deve avere il rispetto per sé. Non potevo lasciartela passare senza rimproveri, e non credere che mi dispiacerà. Va’ pure, mio povero dolce tesoro, ti trovi così male a casa tua, che vuoi partire a queste condizioni? Fammi almeno sapere che sta succedendo. Che cosa ti ha allontanato da me? Non sono forse ancora il tuo confidente, puoi forse separare la tua fiducia dal tuo amore? Aspetta e vedrai che, quando arriverò, ti abituerai di nuovo ad avere un padrone. Rigido, è vero, ma non ne puoi avere un altro che ti ami di più e che si preoccupi di te più intensamente. Del resto lo sai, e sai anche che maledico il tempo miserabile che manca fino a settembre, quando potrò cogliere un bacio dalla mia dolce, buona principessina, che non riesce neppure a indignarsi di ciò che mi fa indignare.

Tuo Sigmund”

Vienna, domenica 5 luglio 1885

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