Sei qui: Home » Storie » La lettera d’amore di Dino Campana a Sibilla Aleramo

La lettera d’amore di Dino Campana a Sibilla Aleramo

MILANO – Dino Campana incontra Sibilla Aleramo nel 1916. Dopo aver letto i Canti Orfici, Sibilla aveva scritto all’autore “Chiudo il tuo libro, le mie trecce sciolgo” e si era precipitata da lui. Inizia così una delle storie d’amore più tormentate della nostra letteratura, che quando finirà si porterà con sé l’ultimo barlume di stabilità mentale di Campana. Ecco la lettera tratta da “Lettere d’autore”. 

“Mia cara amica,
sono troppo stanco e troppo ammalato per cercar di comprendere. Prendo il partito dei più deboli, il mio solito partito: parto.
Regalo a chi ne ha bisogno quel poco di poesia che può essere sorta in te dal nostro amore. Non posso dirti altro dopo questo. Mia cara sono realmente ammalato non ho potuto sopportare l’attesa e le tue lettere. Ricevo ora il telegramma. Parto domattina per la Casetta. Là c’è il silenzio.
Io ti amo tanto e rimpiango la poesia solo perché essa saprebbe baciare il tuo corpo di psiche e il tuo viso roseo e nero colla bocca sfiorita di faunessa.
Perdonami se non voglio essere più poeta neppure per te. Sai che neppure le acque e neppure il silenzio sanno più dirmi nulla — e senti la mia infinita desolazione. Ti porto come il mio ricordo di gloria e di gioia.

Ricorda quando soffrirai colui che ti ama infinitamente e porta per sé solo il tuo colore.
L’ultimo bacio dal tuo Dino che ti adora

Ottobre 1916

© Riproduzione Riservata