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Terremoto Centro Italia, metafora di un’instabilità incontenibile

La scrittrice Ilaria Guidantoni interviene con alcune riflessioni in merito allo sciame sismico che sta colpendo il Centro Italia in questi giorni

MILANO – Quanto si può gestire da remoto migliorando la comunicazione, la gestione dei soccorsi e dei processi e l’organizzazione della ricostruzione e del funzionamento della quotidianità? Da questa semplice domanda parte la riflessione della scrittrice Ilaria Guidantoni in merito allo sciame sismico che sta colpendo il Centro Italia in questi giorni. Ecco le sue parole.

 

“L’Italia non smette di tremare e ora ha cominciato anche la Capitale. Sembra una metafora di un’instabilità incontenibile e forse lo è. Come per ogni situazione critica esiste un tempo massimo di sopportazione e ora sembra scaduto anche perché non se ne vede la fine.

È l’incertezza che rischia di paralizzare l’azione e se si diffonde il panico potrebbe esserci il rischio di fare scelte sbagliate. Non so se può rassicurare ma ci sono stati altri momenti nella storia di terremoti e assestamento.  Dopo la tempesta c’è sempre un po’ di quiete e si riparte. Il caso Roma è  a se stante sia perché amplifica l’immaginario della catastrofe sia perché è il centro nevralgico o almeno uno dei gangli essenziali del sistema Italia. Il solo rischio di rallentamento creerebbe problemi gravi.

Le riflessioni hanno senso solo con proposte credibili e praticabili. Nell’era di internet l’essere in rete può essere un rischio ma anche un’opportunità. Quanto si può gestire da remoto migliorando la comunicazione, la gestione dei soccorsi e dei processi e l’organizzazione della ricostruzione e del funzionamento della quotidianità?

Quando si ricostruisce si ha il “vantaggio” di poter progettare in modo adeguato e funzionale e forse capire che è venuto il momento di ripensare alle nostre città quindi ri-pensarci. Cominciando dall’idea che gli imprevisti – leggi catastrofi, crisi economiche, epidemie – sono parte dell’ordinarietà della vita e forse non si può solo immaginare di prevenire (il rischio zero è un obiettivo giusto ma utppistico); bisogna attrezzare la società a gestire l’inevitabile. Serve un cambiamento di prospettiva.”

Ilaria Guidantoni

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