Paola sta riaprendo il bar di Selvalagli, Barbara sta trasferendo il suo centro estetico, la fioraia michela lavora in un gazebo. Queste sarebbero storie di vita quotidiane comuni in qualsiasi centro italiano, se non fosse che questa apparente normalità contraddistingue la vita di donne che vivono in alcuni dei comuni colpiti dal forte terremoto dei giorni scorsi. Ecco le loro storie tratte da cronachemaceratesi.it .
NON FERMARSI E RIPARTIRE – A Selvalagli, piccola frazione nel comune di Gagliole (Macerata) e deserta dopo il terremoto, c’è chi non si arrende e riapre la propria attività come Paola Marucci. “Ho un figlio, voglio andare avanti, non ci si può fermare. domani riapro il bar nella casetta di legno”. A seguire il suo esempio Barbara Di Pillo, titolare di un centro estetico prima del terremoto e che ha deciso di riaprire la sua attività in un altro locale.
IL CORAGGIO DI ESSERE DONNA – Storie di donne coraggiose, che non si fermano di fronte le avversità del destino come la giovane fioraia Michela Marinsaldi di Castelraimondo, la cui attività si teneva all’interno di una delle vie più danneggiate dal sisma. La ragazza ha deciso di portare avanti la sua attività all’interno di un gazebo prestatogli dal fratello, in attesa di un nuovo spazio per proseguire la sua attività. Michela, come Paola e Barbara, sono simbolo di tutte quelle donne che non si fermano di fronte alle avversità quotidiane perché, come affermava Oriana Fallaci “Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede tale coraggio, una sfida che non finisce mai”.
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