Oggi 4 ottobre si rende omaggio a uno dei santi più venerati al mondo: San Francesco, il Santo che ha rivoluzionato il modo di concepire la Fede e il rapporto con la Chiesa, tornato in auge anche grazie all’enorme clamore che ha avuto la scelta nel 2013 da parte di Papa Jorge Mario Bergoglio di scegliere per la prima volta nella storia il nome del Santo di Assisi come successore di Pietro.
San Francesco d’Assisi è una figura che trascende i confini della fede per diventare un simbolo universale di umanità. La sua vita, segnata da una radicale conversione e da una scelta di vita rivoluzionaria per il suo tempo, continua ancora oggi parlare agli uomini, richiamando ai valori veri ed essenziali della vita: la pace, la fraternità, la semplicità e la compassione. Valori che oggi, purtroppo, non tutti sono disposti a condividere.
San Francesco, una vita al servizio dei più deboli
Religioso e poeta italiano, Francesco Giovanni di Pietro Bernardone nasce il 26 settembre 1182 ad Assisi. Figlio di un ricco mercante di stoffe, istruito in latino, in francese, e nella lingua e letteratura provenzale, condusse da giovane una vita spensierata e mondana. Partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, e venne tenuto prigioniero per più di un anno, durante il quale patì per una grave malattia che lo avrebbe indotto a mutare radicalmente lo stile di vita.
Tornato ad Assisi nel 1205, Francesco si dedicò infatti a opere di carità tra i lebbrosi e cominciò a impegnarsi nel restauro di edifici di culto in rovina. Il padre di Francesco, adirato per i mutamenti nella personalità del figlio e per le sue cospicue offerte, lo diseredò; Francesco si spogliò allora dei suoi ricchi abiti dinanzi al vescovo di Assisi, eletto da Francesco arbitro della loro controversia.
Da quel momento in poi, Francesco dedicò la sua vita alla cura dei poveri e dei lebbrosi ed iniziò la sua predicazione, raggruppando intorno a sé dodici seguaci che divennero i primi confratelli del suo ordine ed elessero Francesco loro superiore.
Il Cantico delle Creature
Tornato ad Assisi, rimase per anni segnato dalla sofferenza fisica e da una cecità quasi totale, che non indebolì tuttavia quell’amore per Dio che lo portò a realizzare il Cantico delle Creature, riconosciuto come il testo poetico più antico della letteratura italiana. Il Cantico è una lode a Dio che si snoda con intensità e vigore attraverso le sue opere, divenendo così anche un inno alla vita.
E’ una preghiera permeata da una visione positiva della natura, poiché nel creato è riflessa l’immagine del Creatore: da ciò deriva il senso di fratellanza fra l’uomo e tutto il creato, una visione rivoluzionaria rispetto al distacco e disprezzo per il mondo terreno, segnato dal peccato e dalla sofferenza, tipico di altre tendenze religiose medioevali.
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Il Patrono d’Italia
Francesco, che è patrono d’Italia, venne canonizzato nel 1228 da papa Gregorio IX. Conosciuto anche come “il poverello d’Assisi”, la sua tomba è meta di pellegrinaggio per decine di migliaia di devoti ogni anno. La città di Assisi, a motivo del suo illustre cittadino, è assurta a simbolo di pace, soprattutto dopo aver ospitato i tre grandi incontri tra gli esponenti delle maggiori religioni del mondo, promossi da Giovanni Paolo II nel 1986 e nel 2002, e da Benedetto XVI nel 2011.
Ma è con l’ultimo vescovo di Roma che la figura del Santo di Assisi torna prepotentemente alla ribalta. E’ lo stesso Papa Francesco a spiegare pochi giorni dopo la sua nomina il motivo della scelta di quel nome. “E’ in relazione ai poveri che ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi ho pensato alle guerre mentre lo scrutinio proseguiva e così è venuto l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato, con il quale oggi abbiamo una relazione non tanto buona.”
Veniamo ai giorni nostri: con il sì definitivo della commissione Affari costituzionali del Senato, il 4 ottobre, giorno in cui si commemora san Francesco d’Assisi, torna ad essere dal 2026 festa nazionale per legge. La Camera aveva infatti licenziato il testo lo scorso 23 settembre. La nuova festa, che era stata abolita nel 1977, arriva a ridosso dell’ottavo centenario della morte di san Francesco, patrono d’Italia e punto di riferimento per la storia italiana ed europea.
San Francesco e la lezione di umanità
Il primo e forse più dirompente atto di umanità di Francesco fu la sua totale rinuncia ai beni materiali e alla ricchezza paterna. Figlio di un facoltoso mercante di stoffe, abbandonò ogni agio per abbracciare la povertà più radicale, vedendola come il modo più diretto per imitare Cristo.
Il cuore del messaggio francescano è la fraternità intesa nel senso più ampio possibile, che abbraccia non solo tutti gli esseri umani, ma l’intero creato. Ciò che rende Francesco un simbolo di umanità è anche il suo essere stato un uomo in “carne e ossa”, ricco di sentimenti e inquietudini interiori.
Francesco d’Assisi, con la sua vita, ha dimostrato che la vera grandezza umana risiede nella capacità di amare, nella rinuncia all’ego e al potere in favore della semplicità, e nell’abbracciare il mondo intero come una grande famiglia. Questo messaggio di amore per il prossimo e di rispetto per ogni essere vivente lo rende ancora oggi una guida spirituale e morale universalmente riconosciuta e un eterno simbolo di ciò che l’umanità può e deve aspirare ad essere. Una guida spirituale da seguire se si vuole veramente perseguire la pace.
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