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La profezia sulla Terza Guerra Mondiale e le parole di Albert Einstein

Ad aumentare la sensazione di incertezza dovuta alla crisi in Ucraina nelle ultime ore è alcune testate hanno ripreso la profezia sulla Terza Guerra Mondiale da parte di un certo veggente di Voralberg. Vediamo di cosa si tratta.

Una profezia sulla Terza guerra Mondiale datata un secolo fa. Nelle ultime ore con l’inizio delle operazioni militari in Ucraina da parte della Russia sembra essere arrivati ad un punto di non ritorno: la tensione tra Mosca e Kiev e in generale tra le nazioni del resto del mondo, estremamente contrarie alle operazioni militari russe in Ucraina, sembra arrivata ai massimi storici. Non sappiamo dove si possa arrivare, una risoluzione diplomatica del conflitto Russia-Ucraina ed un possibile dietrofront di Putin sembrano purtroppo lontane chimere. Ad aumentare questa sensazione di ansia e incertezza nelle ultime ore è rimbalzata sul web la profezia sulla Terza Guerra Mondiale. Vediamo di cosa si tratta.

La profezia sulla Terza Guerra Mondiale

Come riportato su Il Tempo, il veggente di Voralberg era un contadino e nell’anno 1922 si trovava a Locchan Bregenz in Germania. Qui l’uomo ebbe una serie di visioni che un frate benedettino trascrisse e nei decenni seguenti finirono in molti altri testi.  Si tratta di una serie di visione profetiche e drammatiche che hanno un secolo esatto e riportano elementi inquietanti sulle dinamiche, presentando inquietanti analogie con la cronaca di questi giorni. 

“Come un fulmine a ciel sereno la Russia marcerà sulla Germania, poi in Francia, Italia ed Inghilterra. Grande carestia e fame, le persone macineranno la corteccia degli alberi per fare la farina e persino l’erba dei prati sarà usata come cibo. La terra sarà un campo di cadaveri, come un deserto. Gli uomini usciranno cautamente, spaventati dalle loro case. I corpi saranno ammassati su dei carri e bruciati in fosse comuni. Nè ferrovie, nè navi, nè automobili funzioneranno come nei tempi antichi. Le fabbriche non funzioneranno. Il veloce ritmo precedente la guerra si fermerà. Parigi è distrutta nel fuoco. Marsiglia sprofonda in un abisso che si è aperto attorno alla città, come in un lavandino, e sarà coperta da un’onda di tempesta“.

La profezia prevede un conflitto che provocherà “corruzione generale” e “grande carestia”: per fare la farina gli uomini useranno la “corteccia degli alberi” e mangeranno l’erba dei prati. Il veggente tedesco parla anche di rivolte politiche nelle quali molti verrebbero incarcerati e una “rovina” che giungerebbe improvvisa dalla Russia. Tale profezia sembra essere il rifugio di molti complottisti per codificare la complessità del presente. La speranza è che questa, come altre storie, leggende e profezie che sono circolate e che trovavano analogie con ciò che accadeva nell’estrema attualità, non possa mai realizzarsi.

La “profezia” di Albert Einstein

Non solo veggente di Voralberg: quasi un secolo fa anche il noto fisico Albert Einstein, all’indomani della conclusione della Seconda Guerra Mondiale, si era espresso così relativamente ai conflitti bellici.

“Io non so con quali armi sarà combattuta la Terza Guerra Mondiale ma la Quarta Guerra Mondiale sarà combattuta con pietre e bastoni”.

Quella di Albert Einstein è una metafora ben chiara che voleva sottendere le possibilità distruttive che già all’epoca avevano raggiunto le armi di distruzione di massa che, a maggior ragione oggi, porterebbero l’intero Pianeta verso la catastrofe totale. Ovvero a passare, come nelle parole del fisico più famoso della storia, dalle incredibili capacità tecnologiche a disposizione oggi delle grandi nazioni mondiali, tra cui appunto la Russia, alle più rudimentali “pietre e bastoni”.

Einstein, nonostante i suoi studi si rivelarono fondamentali nello sviluppo della bomba atomica, si oppose con forza all’utilizzo militare dell’energia nucleare e non fu parte del Progetto Manhattan che poi portò alla realizzazione delle bombe che furono sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Le parole di Albert Einstein si riferivano alle potenzialità distruttive dell’energia nucleare. Oggi, purtroppo, quelle parole risuonano estremamente attuali e profetiche.

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