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Parigi, itinerario alla scoperta della città dell’amore e dei poeti maledetti

Parigi è una delle città più romantiche del mondo. Ma nasconde molto altro. I "poeti maledetti" vi passeggiavano cercando ispirazione per i loro versi.

È la città dell’amore, un luogo comunemente ricordato per essere uno dei più romantici al mondo. Nella Giornata internazionale del bacio andiamo alla scoperta di Parigi, ma guardandola con uno sguardo insolito: quello dei poeti maledetti che l’hanno abitata e amata fino a renderla la musa dei loro versi.

Chi erano i poeti maledetti

Con l’espressione poètes maudits si fa comunemente riferimento a tutti quegli artisti che nella loro epoca hanno vissuto da incompresi, ai margini della società, conducendo uno stile di vita non in linea con i canoni del tempo, spesso contraddistinto dall’esagerazione e dalla provocazione.

Il concetto di “artista maledetto” compare per la prima volta all’inizio del XIX secolo con Alfred de Vigny, che spesso ha raccontato il disagio del poeta nei confronti delle norme sociali.

Ma fu Paul Verlaine ad adottare per la prima volta su se stesso il termine “poeta maledetto”: nel 1883 pubblica “Les poètes maudits“, un’opera dedicata non solo alla sua produzione, ma anche a quella di Tristan CorbièreStéphane MallarméArthur RimbaudAuguste Villiers de L’Isle-AdamMarceline Desbordes-Valmore.

Nel corso del tempo, sono stati in molti gli artisti a definirsi e a essere definiti maledetti. Uno fra tutti, che ha instaurato un legame indissolubile con Parigi: Charles Baudelaire.

Parigi con gli occhi dei poeti maledetti

Montmartre

Se hai visto qualche pellicola ambientata a Parigi, avrai notato almeno due rappresentazioni di questa splendida città: i grandi boulevard, spaziosi, uniformi, aperti su un panorama che si dispiega agli occhi come in un dipinto, e le strade strette, un po’ tortuose, in cui ci si perde fra angoli pittoreschi, bugigattoli che vendono libri e antiquariato.

Prima della trasformazione operata da Haussmann nella seconda metà dell’Ottocento, Parigi era una città molto diversa da come la conosciamo oggi. Non era così lineare, così aperta, così ariosa.

Le sue strade erano un’armoniosa ragnatela di percorsi ciottolati in cui ci si poteva perdere e ritrovare. Una città poetica e romantica, resa ancor più magica dalla presenza della Senna e dei suoi bei ponti.

Nonostante il suo volto sia irrimediabilmente mutato, Parigi nasconde ancora oggi dei luoghi in cui è possibile ritornare all’anima di un tempo. Montmartre, situato su una collina che sovrasta maestosamente la città, ne è un esempio.

Questa, che oggi è una meta di elezione per chi si reca a Parigi per la prima volta, è la zona che un tempo gli artisti maledetti avevano scelto come sede delle loro passeggiate vagabonde, alla ricerca di ispirazione e magia.

Il Quartiere Latino

Il Quartiere latino è un’altra delle zone di Parigi che è riuscita a conservare il fascino delle epoche passate. Era uno dei quartieri preferiti da Baudelaire, che qui nacque, fu battezzato e crebbe.

La sua casa non esiste più. Ma l’anima del poeta sembra ancora aleggiare in queste strade che oggi pullulano di librerie, locali caratteristici e studenti di ogni nazionalità.

Il Quartiere latino, che si chiama così perché nel medioevo era già il centro dove si raccoglievano giovani studenti di tutte le origini che per comunicare fra loro utilizzavano appunto il latino come lingua franca, è uno dei luoghi più freschi e pittoreschi di tutta Parigi. Vi troverai attrazioni di ogni genere: musei, giardini, la caratteristica libreria antiquaria “Shakespeare & company”… Il luogo perfetto per passeggiare senza una destinazione ben precisa, aprendosi alle infinite possibilità della città dell’amore.

Il parco Buttes-Chaumont

I poeti maledetti, spesso giovanissimi come Rimbaud, trascorrevano le loro giornate alla ricerca di ispirazione per i loro versi. I luoghi d’elezione per questo vagabondaggio poetico erano il lungo Senna – basti pensare al poema “Le bateau ivre” di Rimbaud- , i giardini, i cimiteri – che a Parigi sono dei veri e propri parchi, dove regnano pace e tranquillità -…

Charles Baudelaire amava uscire di casa e recarsi alle Buttes-Chaumont, un polmone verde che oggi si trova ai confini con il vivace quartiere multietnico di Belleville e quello di Père Lachaise.

Se vuoi guardare Parigi attraverso uno sguardo insolito in cui i ricordi del passato si mescolano all’originale mix di un presente multietnico e vivace, non puoi non recarti in questa zona della città. Vi troverai il relax e la magia di un parco meraviglioso e poco frequentato dai turisti, ma anche le infinite chances di un luogo che pullula di novità, di varietà e colore.

L’Ile Saint-Louis

Non possiamo non parlarti del posto del cuore di Charles Baudelaire. Nel centro nevralgico di Parigi, vicino la cattedrale di Notre-Dame, si nasconde un piccolo tesoro verde: è un isolotto al centro della Senna, che ospita un giardino, alcuni luoghi di ristoro e una zona residenziale.

Stiamo parlando dell’ile de Saint-Louis, uno dei primi esempi di pianificazione urbana, luogo in cui Baudelaire ha abitato per un paio d’anni dal 1843. Il poeta abitava al terzo piano di un edificio molto alto, l’hotel Pimodan, divenuto poi l’Hotel Lauzun. Affacciandosi, poteva contemplare la città di Parigi in tutta la sua bellezza. È qui che l’autore diede vita al suo capolavoro assoluto: “Les fleurs du mal“.

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