Sei qui: Home » Società » Massimo Recalcati: “La più alta forma di libertà è sentirsi in connessione con l’altro”

Massimo Recalcati: “La più alta forma di libertà è sentirsi in connessione con l’altro”

Da questa sera su Rai3, torna il "Lessico" di Massimo Recalcati, un appuntamento per riflettere sui fenomeni contemporanei che incidono sulla vita quotidiana di tutti noi

Il confine, l’odio, l’ignoranza, il fanatismo, la libertà sono questi i temi che Massimo Recalcati affronta nella nuova edizione di Lessico Civile. In onda lunedì 30 marzo, alle 23.15, su Rai3. Un appuntamento importante per riflettere sui fenomeni collettivi contemporanei, che molto incidono sulla nostra vita quotidiana.

In questa esperienza di isolamento, in questo distanziamento sociale a cui noi, per senso civico, siamo costretti, abbiamo la possibilità di sperimentale la forma più alta della libertà. La libertà non è il capriccio, non è l’arbitrio: la forma più alta della libertà è il sentirsi in connessione con l’altro, è la solidarietà”

“Lessico civile” di Massimo Recalcati

Lessico civile appunto, in un’epoca in cui la psicoanalisi può essere la chiave di lettura migliore per approcciare i fenomeni collettivi. Fenomeni caratterizzati da rapidi cambiamenti e da una percezione diffusa di caos. Più che la psiche individuale qui è centrale la psiche collettiva. Massimo Recalcati ci propone, dunque, una lettura originale di quella che il padre della psicoanalisi Freud definiva “Psicopatologia delle Masse” nel celebre saggio del 1926.

Il confine

Argomento della prima puntata è “Il confine “, un tema molto attuale, che Massimo Recalcati esplora con citazioni cinematografiche, repertori e filmati. Recalcati ci fa capire quanto la pulsione securitaria abiti la psiche umana, e come in molti periodi della storia questa pulsione abbia preso il sopravvento: come nel caso dei regimi totalitari. Freud stesso di fronte al montare del nazismo, non esita a scrivere che gli esseri umani sono assetati di obbedienza. Ma l’animo umano è anche abitato dal desiderio di libertà e dal pensiero critico. Il riconoscimento della paura verso il diverso, lo straniero, il riconoscimento delle nostre pulsioni inconsce è il primo passo per rendere il confine permeabile e sviluppare l’accoglienza e l’ospitalità.

© Riproduzione Riservata