Il discorso della senatrice a vita Liliana Segre in occasione della conferenza Science for peace, organizzata all’Università Bocconi di Milano dalla Fondazione Umberto Veronesi.

Liliana Segre, la sua battaglia contro l’odio
Superstite e testimone della Shoah, Liliana Segre è il simbolo vivente della battaglia contro l’odio e il razzismo. Oggi compie gli anni
Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario
Primo Levi
Ho dovuto rileggere le parole che Primo Levi aveva scritto sul male. Io non avevo trovato le parole nella mia semplicità e disperazione per dirlo. Io confusamente capii che ero sbalordita di sentire intorno a me l’odio. Non ero in grado di spiegarmi fino in fondo il perché ero stata espulsa e arrestata. Perché avevo visto le mani di mio padre in manette? Perché dovevo essere io quella rapata e tatuata? Questo “perché” rimase in sospeso. Non volevo legarmi a nessuno, dopo che avevo lasciato tutto, le mie cose, la mia vita e i miei cari. È stato Primo Levi ad avere trovato le parole. Lui la sua casa l’ha ritrovata, i suoi genitori si sono salvati, ha trovato quella magia, quelle parole, ma lui ha sofferto come me. Quando sono tornata a Milano era molto difficile spiegare cosa fosse stato Auschwitz e di questa sofferenza si evitava di parlarne. Anche le persone che mi volevano bene cercavano di distrarmi, evitando che io parlassi di quello che avevo sofferto.
Come avrebbero potuto capire, quando la stessa Liliana non si capacitava di quanto le era accaduto. Ci sono voluti 45 anni prima che riuscisse a utilizzare la parola “odio”. Così cominciò ad andare nelle scuole senza sapere se avrebbe trovato la forza di raccontare. Quando diventò nonna del suo primo nipote, nel medesimo istante si fece nonna di se stessa. Rivedeva la ragazzina che era stata e si chiedeva come quella ragazzina fosse riuscita a uscire indenne da quella situazione incredibile.
L’ignoranza e l’indifferenza erano le regine allora come adesso. Ormai sono così vecchia, ma dentro sono sempre quella ragazza che è stata espulsa dalla scuola senza aver fatto nulla, sono sempre ferita da quella chiusura della porta della scuola e ringrazio il Presidente Mattarella per avermi aperto le porte del Senato.