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Le statue dell’Isola di Pasqua sono in pericolo. Ecco la soluzione

Le imponenti statue della remota Isola di Pasqua sono a rischio deterioramento. In Italia è stato trovato l'antidoto

MILANO – Avete presente le enormi statue dell’Isola di Pasqua? Sono talmente distanti da noi che non ne sentiamo mai parlare e poche volte ci domandiamo come sia la situazione su quella remota isola. Ma c’è qualcuno che invece ha particolarmente a cuore la manutenzione di quelle gigantesche statue: l’Istituto Lorenzo De Medici di Firenze ha trovato l’antidoto al rischio di deterioramento delle celebri statue.

L’Isola di Pasqua, Rapa Nui in lingua indigena, è l’isola famosa per le statue gigantesche dei Moai alte o 5 o 10 metri: sull’isola ce ne sono ben 638, tutte rivolte verso l’interno, ma il cui scopo rimane ancora un mistero. Si è pensato che si trattasse di statue per commemorare capi tribù indigeni defunti e, secondo le credenze popolari, sono dei portali per entrare in contatto con il mondo dei morti.
Oggi queste statue rischiano il deterioramento a causa dei licheni. L’Istituto di Firenze Lorenzo Dei Medici, l’Università per stranieri, ha proposto al ministro delle culture, delle arti e del patrimonio del Cile una soluzione: infatti un progetto iniziale intrapreso sette anni fa ha dato i suoi risultati e le statue sottoposte al trattamento concepito sono ora in ottime condizioni. Sotto la guida di Lorenzo Casamenti, che ha fatto analizzare i licheni dall’Università di Santiago, gli studenti li rimuovono dalla pietra delle meravigliose e misteriose statue. Il lavoro, come detto precedentemente, è efficace: ora, quindi bisogna allargare questo trattamento anche alle altre statue dell’Isola di Pasqua.

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